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Allarme diossina, controlli in mare

La Asl di Taranto vuole monitorare la costa vicino alla zona industriale. Oggi alla Regione la legge sulle emissioni. "Alcuni marginali riscontri sono di esito negativo ma la possibilità non è da escludere"
16 dicembre 2008
Giuliano Foschini
Fonte: Repubblica

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Il pericolo ora è nel mare. La Asl di Taranto ha chiesto alla Regione fondi per verificare l´inquinamento dell´acqua davanti alla zona industriale: il sospetto è che i veleni dell´aria, e in particolare i pcb (policlorobifenili), possano aver in qualche maniera intaccato frutti di mare e pesci così da finire ne ciclo alimentare. «Alcuni marginali riscontri che abbiamo sono di esito negativo - spiegano dall´Azienda sanitaria - ma la letteratura scientifica ci dice che la possibilità c´è».

La proposta è contenuta nella relazione che i tecnici del servizio di prevenzione della Asl e quelli dell´Arpa hanno presentato nelle scorse settimane alla Regione chiedendo appunto fondi per verificare i rischi sanitari conseguenti all´inquinamento dell´aria.

L´Agenzia regionale per l´ambiente indagherà il suolo, mentre l´Asl controllerà gli animali e appunto gli alimenti: si andranno a verificare un altro centinaio di allevamenti (quelli che si trovano a un raggio di trenta chilometri partendo dalla zona industriale), si effettueranno analisi nel mare ma si indagheranno anche campioni di prodotti agricoli e caseari. Al momento sul tavolo c´è una relazione del Ministero della Sanità che esclude problemi di questo tipo ma analisi commissionate dagli ambientalisti di Peacelink (gli stessi che hanno fatto scoppiare il caso delle pecore alla diossina) hanno rilevato la presenza di inquinanti cancerogeni in alcuni alimenti.

Oggi, comunque vada, sarà però un giorno decisivo per la storia ambientale di Taranto e della Puglia intera. Il consiglio regionale sarà chiamato a votare la norma contro l´inquinamento, che vede proprio nell´Ilva di Taranto il principale obiettivo, voluta dal governo Vendola. Il disegno di legge approvato in giunta prevede che tutte le aziende pugliesi debbano portare entro la primavera prossima le proprie emissioni di diossina a 2,5 nanogrammi al metrocubo. E poi scendere sotto la soglia di 0,4 (limite imposto dal protocollo europeo di Aarhaus, recepito dall´Italia ma mai convertito in legge) entro il 31 dicembre del 2010.

L´Ilva - così come certificato dall´Arpa - lo scorso febbraio emetteva circa 8 nanogrammi di diossina ma qualche mese dopo, utilizzando una particolare tecnologia, è scesa intorno ai 2 «dimostrando - dice Vendola - che quel 2,5 non è fantascienza ma una realtà Serve soltanto un investimento economico». La legge dovrebbe essere votata da tutta la maggioranza.

L´opposizione ha annunciato che chiederà l´entrata in vigore nel 2009 anziché nel 2010. «Così vedremo se si tratta di uno spot elettorale o meno: non vorremmo che quella data del 2010 - commenta il capogruppo di Forza Italia, Rocco Palese - sia stata appositamente calendarizzata dopo le elezioni»

Note: Pecore morte di diossina.
La storia raccontata in un documentario


Il 10 dicembre scorso 1.700 tra pecore e agnellini allevati attorno alla zona industriale di Taranto sono stati mandati al macello per motivi sanitari. La loro carne era infatti contaminata da diossina. Gli animali si erano ammalati respirando l'aria avvelenata di Taranto e pascolando nei terreni inquinati attorno alla zona industriale. Questo è un documentario realizzato quel giorno dai giornalisti di Repubblica Giuliano Foschini e Antonella Gaeta. La regia è di Pippo Mezzapesa. Le immagini e il montaggio di Enzo Piglionica. La musica originale dei Diomira

http://bari.repubblica.it/multimedia/home/4115714
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