E Vendola incalza anche l'ENEL "a Brindisi ridurre le emissioni"
Dicono i tecnici della Regione che «la fase due è già cominciata». Martedì il presidente Vendola, ha annunciato che dopo aver affrontato il problema dell´Ilva di Taranto e delle diossine, sarebbe toccato allo stabilimento Enel di Cerano e all´anidride carbonica. Ieri il primo passo è stato fatto: nel pomeriggio il Governatore ha incontrato Roma il direttore generale di Enel, Fulvio Conti insieme con l´assessore all´Ambiente Losappio. «Abbiamo chiesto ufficialmente la verifica del piano energetico sul polo di Cerano. Abbiamo chiesto all´Enel la disponibilità a ridurre la produzione di Co2 del 10 per cento nei primi mesi del 2009. E un´ulteriore riduzione del 15 per cento, per un totale del 25, quindi in un cronoprogramma da definire».
«L´incontro - dice l´Enel in una nota - è stato ritenuto da entrambe le parti un utile passo in avanti nella giusta direzione del dialogo e della condivisione delle strategie da adottare in campo energetico, un settore fondamentale per la regione Puglia e per l´intero paese.
Le parti hanno concordato nella necessità di proseguire il confronto che dovrà coinvolgere tutte le istituzioni nazionali e locali interessate».
Ieri infatti Conti ha prospettato una serie di possibilità per la riduzione delle emissioni. Da un lato c´è l´ipotesi del tombamento del Co2, un progetto pilota in Europa presentato dall´Enel nei giorni scorsi: si sta studiando la possibilità di catturare parte dell´anidride carbonica prodotta, liquefarla e stoccarla sotto terra.
L´altra alternativa prospettata è un ammodernamento degli impianti che comporterebbe un´automatica diminuzione delle emissioni, «possibilità questa - spiega Losappio - che non preclude alternative al fossile. L´Enel ritiene la probabilità come aggiuntiva ma anche potenzialmente sostitutiva».
La Regione ha spiegato all´Enel che l´atteggiamento che avrà d´ora in avanti è lo stesso avuto con l´Ilva a Taranto: «Collaborazione, coordinamento - continua l´assessore - Ma purché si arrivi a quello che noi riteniamo l´unico obiettivo possibile: e cioè la riduzione delle emissioni. Se questo non avverrà, andremo dritti sulla nostra strada. Abbiamo dato già dimostrazione che ne siamo capace».
La centrale di Cerano non è un posto qualsiasi. Dicono i dati che è il più grande polo a carbone d´Europa, il maggior produttore di anidride carbonica industriale nel continente. Oggi nel porto di Brindisi arrivano circa 8 milioni di tonnellate di carbone all´anno. «Nel rispetto di Kyoto e nella programmazione della Regione quelle tonnellate devono diminuire, compensate dalla produzione delle fonti alternative» dice la Regione.
Quella produzione, infatti, determina fattori di inquinamenti importanti. In alcuni tratti importantissimi. Da attività di monitoraggio del sottosuolo, condotta nel 2006, nelle campagne più vicine alla struttura, è emerso come su 243 punti, solo 12 non fossero contaminati da metalli pesanti e pesticidi. In alcuni punti è stata vietata la coltivazione, parti di terreno sono stati espropriate. A Torchiarolo, paesino di cinquemila abitanti, a pochi chilometri dalla zona industriale si registrano superamenti di polveri sottili manco fosse una metropoli.
L´Arpa sta attendendo i risultati di un´analisi capillare sulla presenza di microinquinanti nell´aria proprio per indagare la presenza di pericoli per la popolazione. Che intanto ha paura. Nei mesi scorsi gli agricoltori di Cerano - che oggi non hanno più i propri ampi - hanno presentato un esposto in procura per capire le responsabilità dell´inquinamento. Non solo. Temono anche per la loro salute: una serie di studi mette in correlazione alcune patologie (come per esempio il tumore alla vescica) con l´inalazione di determinate particelle presenti nel carbone utilizzato dalla centrale fino a non molto tempo fa.
Allegati all´esposto ci sono le storie e le malattie di alcuni agricoltori (alcuni morti) che negli anni si sono ammalati di leucemia linfatica cronica, carcinoma basocellulare multicentrico ulcerato, neoplasie alla vescica, neoplasie prostatiche, metastasi polmonari.
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