Brindisi, «nì» dell'Enel alle riduzioni di carbone
BARI — Tre richieste, solo due risposte. La partita, quella più importante, si giocherà sulla terza questione, quella rimasta per ora inevasa. Confronto ieri a Roma tra Regione ed Enel. La società dice sì a nuovi investimenti per la ricerca e i processi di «ambientalizzazione». Chiede tempo e contropartite per prendere in esame la possibilità di ridurre l'uso del carbone nella produzione di energia elettrica.
Nella sede dell'Enel sono arrivati ieri pomeriggio il governatore Nichi Vendola, il vice Sandro Frisullo, l'assessore all'Ecologia Michele Losappio. Per meno di un'ora hanno conversato con il numero uno di Enel, Fulvio Conti, amministratore delegato e direttore generale. Con lui alcuni direttori d'area, i dirigenti della centrale Federico II di Cerano (Brindisi).
Il governatore l'aveva annunciato martedì, al momento del varo della legge per la riduzione della diossina: «La difesa dell'ambiente non è materia da sognatori ma un'impresa della politica. Ora tocca alla centrale di Cerano ». Come dire: dopo la lotta alla diossina, la battaglia contro l'anidride carbonica (Co2), frutto dell'utilizzo del carbone per produrre energia.
I tempi non sono ininfluenti. Seppure si può ipotizzare che l'incontro con Conti fosse preventivato da tempo, la Regione contava di arrivarci con la legge anti diossina già approvata per poterla brandire come un'arma. I resoconti di chi c'era parlano di un incontro disteso. Non c'è ragione per pensare il contrario. Vendola, Losappio e Frisullo hanno posto tre questioni.
La prima: incentivare la ricerca allo scopo di pervenire a processi di «tombamento» della Co2 (si vanno sperimentando modalità per portarla allo stato fluido e stoccarla in appositi siti).
La seconda: procedere all'ambientalizzazione di Cerano con investimenti che servano a migliorare l'impatto ambientale. La terza: ridurre il consumo di carbone del 10% nei primi 4 mesi del 2009. La risposta dell'Enel è stata positiva sulla prima domanda; prevede esborsi consistenti per esaudire la seconda; chiede tempo e chiarimenti per la terza.
La Regione intende ridurre (lo prevede il Piano energetico regionale) del 25% le emissioni di Co2 fino al 2016. Beninteso, non tutto dipende dall'Enel, visto che anche Enipower (Eni) ed Edipower (Edison) gestiscono centrali per la produzione di energia. Ma - si ragiona in Regione - da qualche parte si deve cominciare. Ebbene, sul terzo punto Enel non ha detto no, ma ha chiesto se sia possibile ipotizzare una compensazione tra energia da fonti fossili (carbone) ed energia da fonti rinnovabili (eolico e solare).
Non solo è possibile, ha replicato la Regione, ma è perfino previsto dall'ultima legge sull'energia approvata dal consigio regionale alla fine di ottobre. Chi «cede» carbone, può chiedere di mantenere l'autorizzazione alla produzione convertendosi alle rinnovabili (anche qui il Pear è chiaro: fino al 2016, l'energia verde deve crescere del 18%).
Enel e Regione hanno convenuto di istituire un tavolo tecnico per approfondire la questione delle compensazioni. E se fosse un modo per prendere tempo? «Noi - dice Losappio abbiamo aperto una pratica e la porteremo a termine. Con la collaborazione e il supporto degli enti locali, i quali peraltro chiedono che il calo di Co2 corrisponda al 30%». Si agirà come per la diossina, con una legge? «Abbiamo aperto una pratica e dobbiamo chiuderla». Risposta criptica solo in apparenza. La Regione (tra falchi e colombe) sull'ambiente marcia come un treno.
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