Energie rinnovabili, lo stop del Governo
BARI — Ancora uno stop del governo a una legge regionale. L'esecutivo ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la normativa sulla produzione di energia da fonti rinnovabili (eolico e fotovoltaico) approvata ad ottobre dal consiglio regionale. Si tratta dell'ennesima impugnativa da parte dell'esecutivo. Vi sono stati diversi precedenti. Riguardano le norme sull'edilizia sostenibile, le aziende a rischio industriale, la razionalizzazione degli elettrodotti, i parametri per istituire nuove farmacie.
La decisione del governo porta sempre la firma di Raffaele Fitto, ministro degli Affari regionali. C'è chi vi legge un segno politico. Lo fa l'assessore regionale all'Ecologia Michele Losappio che parla di «ennesimo atto di belligeranza verso i pugliesi». Sia come sia, non va trascurato che il contenzioso tra governo e Regioni in questi anni si è moltiplicato (anche in casi di governi dal colore omogeneo) per via delle poco chiare norme costituzionali sulla ripartizione delle competenze.
Nel caso dell'energia la richiesta di impugnare la legge è arrivata dai dicasteri Sviluppo economico, Ambiente e Infrastrutture. Sono i ministeri che ritengono violate le leggi statali da parte delle disposizioni pugliesi. Di che si tratta? Secondo Palazzo Chigi, in alcuni casi la legge pugliese appesantisce le procedure per l'installazione di impianti per energia rinnovabile; in altri è come se facilitasse eccessivamente (con una semplice Dia, dichiarazione di inizio attività); in altre ancora vieta la realizzazione di impianti.
Le norme furono volute dagli assessori Sandro Frisullo (autore del testo) e lo stesso Losappio per mettere ordine. Viene regolamentata, con una serie di prescrizioni e divieti, l'installazione delle pale eoliche o degli impianti fotovoltaici. Per esempio: viene bloccato il passo verso i siti protetti (Sic e Zps), parchi, oasi e zone umide. Ma anche nei terreni ricadenti in alcuni ambiti particolari del Putt/P (Piano urbanistico territoriale - Paesaggio). Il governo ritiene che la Regione abbia esorbitato dalle proprie competenze. Il caso sarà sciolto dalla Corte costituzionale.
Losappio non ha dubbi: «L'atto di Palazzo Chigi esula dai contenuti della norma impugnata. Il Governo e il ministro Fitto contestano regole di tutela e salvaguardia finalizzate a dare ordine allo sviluppo delle energie rinnovabili, a ridurre la bolla speculativa, a salvaguardare habitat e paesaggio, a difendere le prerogative dei Comuni ». Chi ostacola la legge pugliese «si schiera a fianco della più selvaggia speculazione».
Proprio ieri, l'assessore all'Ecologia presentando gli ultimi dati sulla presenza di impianti eolici in Puglia, aveva anticipato possibili correzioni alle norme. Ma non nel senso auspicato dal governo. Piuttosto si tratta di salvaguardare coloro che, prima della legge, avevano presentato domande di impianto in zone successivamente giudicate inidonee. Sull'eolico, la Puglia vive una stagione da boom. Con i suoi 714 megawatt è la prima Regione in italia per energia prodotta (un quarto del totale nazionale; a breve si aggiungeranno altri 440mw). Assieme ai 20mw del fotovoltaico fanno quasi il 9% della intera produzione pugliese (ottomila mw).Con questo ritmo sarà più facile del previsto raggiungere la quota del 18% indicata dal Piano regionale.
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