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Diossina, c'è la legge

Il Consiglio regionale ha approvato il ddl della giunta Vendola. Il governo regionale ha assunto l’impegno di valutare la possibilità di reperire le risorse utili al potenziamento delle attività del dipartimento di prevenzione della Asl di Taranto
17 dicembre 2008
Michele Tursi
Fonte: Corriere del Giorno

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Sono da poco trascorse le 20.30 quando l'aula consiliare di via Capruzzi approva con una maggioranza allargata la legge regionale che fissa limiti più severi per le emissioni industriali di diossina. Insieme ai partiti che compongono l'Amministrazione Vendola, hanno espresso consenso al testo i consiglieri Nicola Tagliente, Donato Salinari (entrambi del Pdl) e Antonio Scalera dell'Udc. Gianfranco Chiarelli ha abbandonato la seduta prima del voto, mentre Pietro Lospinuso (An) si è astenuto come il resto dei componenti dell'opposizione. Circa otto ore di dibattito intenso, per un provvedimento che segna un cambiamento profondo e radicale nella dotazione legislativa in materia di lotta all'inquinamento.

Una giornata storica e stavolta la retorica non c'entra. Lo sottolinea Vendola parlando ai giornalisti con le lacrime agli occhi ed il pensiero rivolto ai bambini, agli operai, agli abitanti del rione Tamburi e di tutta Taranto. Uno spartiacque tra il prima ed il dopo. Ma guai a definirlo un traguardo. Piuttosto è l'inizio. E' l'alba di un “buongiorno” che traghetterà il capoluogo ionico verso un futuro meno cupo, meno avvolto nelle nebbie, meno affumicato e avvelenato. Non c'è stata l'unanimità. Le divisioni politiche hanno prevalso sulla necessità di fare quadrato su un problema che a Taranto è avvertito più che altrove, ma che non appartiene solo al capoluogo ionico.

Insieme alla legge, si è fatto largo un nuovo modo di affrontare i problemi. Ed è quello scelto da Tagliente, Salinari che hanno votato da “tarantini” e non in ossequio alle direttive di partito. I due esponenti del Pdl hanno votato pensando di fare qualcosa di buono per la propria comunità, saltando a piè pari i tecnicismi di Rocco Palese che ha finto di “voler scavalcare a sinistra” la giunta Vendola chiedendo l'anticipazione dei tempi di adeguamento ai nuovi livelli previsti dalla legge.

«Oggi siamo tutti ambientalisti, evviva», ha chiosato il governatore in chiusura del dibattito. In precedenza l'assessore all'Ambiente Losappio aveva ricordato a Palese le allarmanti dichiarazioni che davano per imminente la chiusura dell'Ilva se fosse stata costretta provata la legge regionale. Un gioco facilmente smascherato e che l'assemblea ha respinto in maniera compatta, bocciando tutti gli emendamenti proposti dall'opposizione a cominciare dall'anticipazione al 31 dicembre 2009 per la riduzione a 0,4 nanogrammi.

Un voto convinto quello di Tagliente. «So che il mio parere favorevole al disegno di legge - ha detto - potrebbe rappresentare un vulnus per la mia candidatura alla presidenza della provincia di Taranto ma se ciò dovesse avvenire, ribadisco ancora di più la mia scelta che è una scelta senza se e senza ma, perché preferisco la tutela della salute dei miei concittadini ».

Salinari (Fi) ha spiegato il suo voto favorevole con l'augurio che «da qui possa partire il risanamento per la mia città», mentre secondo Scalera «con questa legge si è scritta una pagina importante nella storia di Taranto». Vendola ha espresso parole di ringraziamento a «tutti i consiglieri per questa importante giornata per la Puglia ma ringrazio in particolare i consiglieri dell’opposizione Tagliente, Salinari e Scalera che hanno dato il loro voto favorevole. Insieme abbiamo scritto una pagina molto dignitosa del consiglio».

Anche l’assessore al Bilancio Michele Pelillo ha manifestato il suo compiacimento per il voto favorevole dei consiglieri di minoranza, offrendo in particolare «una calorosa apstretta di mano al consigliere Tagliente».

Caustico il commento di Palese. «Il ddl sulle diossine, così com’è è una cornice senza quadro, una legge politica e, per rispetto ai cittadini di Taranto, non ce la sentiamo di firmare cambiali in bianco».

Di «giornata storica, straordinaria, importante», parla invece Cosimo Borraccino del Pdci per il quale «la legge non si muove in una logica anti industriale, ma piuttosto nel solco già tracciato dalla Unione europea e da altre regioni italiane quali, il Friuli Venezia Giulia. Chi pensa che questa legge punti alla chiusura dello stabilimento siderurgico sbaglia di grosso. La Regione ha soltanto l'obbiettivo di tutelare il diritto alla salute dei cittadini della provincia di Taranto sancito, peraltro, dalla nostra Costituzione».

Il governo regionale ha assunto l’impegno di valutare la possibilità di reperire le risorse utili al potenziamento delle attività del dipartimento di prevenzione della Asl di Taranto e per la realizzazione di opere e infrastrutture per il risanamento e la bonifica ambientale complessiva della città di Taranto.

Per Donato Pentassuglia (Pd): «E' una legge importante che dà dignità ad un territorio e ad una regione che può far parlare molto di sé. Un territorio che ha alzato la testa dove tutti i cittadini, donne, bambini e anziani hanno voluto gridare forte e hanno voluto parlare. Questa legge è una risposta vera. La politica ha partecipato solo come cittadini, evitando qualsiasi bandiera. Taranto ha bisogno di dare segnali positivi».

Ed ora le bonifiche
«Una pagina scritta dalla voglia di riscatto dei tarantini»

BARI - «Oggi abbiamo scritto una delle pagine più belle dell’istituzione regionale. E’ uno dei giorni più belli della mia vita». Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, si commuove mentre commenta con i giornalisti un giorno considerato storico per Taranto. E’ il governatore ad aver creduto con forza nella svolta regionale. E’ lui in prima persona ad aver voluto la legge per combattere l’inquinamento partendo dalla città di Taranto ma che coinvolgerà l’intera Puglia.

E’ lui ad aver dato ascolto alle associazioni ambientaliste e dei cittadini di Taranto che da anni chiedono di poter respirare aria più pulita e non doversi più ammalare di cancro. E’ lui ad aver teso una mano ai bambini che già in due occasioni hanno sfilato per le vie della città (l’ultima il 29 novembre scorso) per chiedere un cambiamento per il loro futuro.

«La pagina scritta oggi (ieri per chi legge, ndr) è stata scritta con l’inchiostro dei morti ammazzati dai veleni. Ed è stata scritta soprattutto dalla voglia di riscatto del popolo di Taranto e di tutto il popolo inquinato che ogni giorno cerca di trovare il coraggio per non arrendersi a quelle compatibilità economiche che vengono invocate per non cambiare nulla». Le critiche mosse dall’opposizione non lo distraggono da ciò che è indispensabile fare «perché la crisi ambientale è la cosa più importante con cui dobbiamo confrontarci. Oggi la Regione Puglia, cambia non solo la storia della Puglia cambia la storia d’Italia perché questa legge regionale darà coraggio e speranza a tutti i movimenti ambientali d’Italia e ci sono molti impianti in costruzione che stanno per essere inaugurati o che funzionano da tanto tempo che sputano diossina e furani nella rassegnazione generale.

Bisogna invece rompere il muro della rassegnazione. Noi abbiamo un ospite che è l’Ilva di Taranto, accanto al quale ci sono tante altre fabbriche inquinanti. Pensiamo le imprese che hanno accumulato profitti straordinari oggi debbano investire una porzione di quei profitti nella riconversione ambientale. Nella ecosostenibilità.

Devono restituire un pezzo di quello che hanno tolto in termini di qualità della vita e della salute. A cominciare dalla città di Taranto, dalla povera, sfortunata, maltrattata, violentata città di Taranto che oggi si è alzata in piedi e ha il diritto di essere abbracciata dalle istituzioni perché si è meritata questo risultato che può raccontare ai bambini di Taranto che verrà un giorno in cui potranno sognare finalmente nuvole pulite e non nuvole sporche».

Il governatore pugliese è stato più volte attaccato dal centrodestra e di recente anche dal ministro all’Ambiente, Prestigiacomo. Ora però l’a pprovazione della legge regionale antidiossina dimostra che anche una parte del centrodestra, almeno quello pugliese, ha «spirito ambientalista. Se c’è questo spirito – a ggiunge Vendola - cimentiamoci da subito. Ho detto che da domani c’è una nuova partita che si chiama Cerano che s i chiama carbone, che si chiama Brindisi».

Un messaggio significativo per far capire che l’opera del governo Vendola non si ferma qui ma va avanti e che ora si deve puntare a ridurre «le emissioni inquinanti nella centrale di Cerano. Facciamo insieme questa battaglia e poi la faremo su altri fattori inquinanti, la faremo sulle polveri sottili, la faremo come abbiamo fatto qui a Bari sull'’amianto e poi facciamolo sull’abuso dei pesticidi in agricoltura, sulla cementificazione selvaggia, sulla protezione della costa, dei corsi d’acqua. Facciamolo perché l’ambiente è tutta la nostra vita. Io credo che oggi la politica guadagna questa riconciliazione con l’ambiente oppure la politica dimostrerà di non valere un fico secco».

Il presidente della Regione vuole chiedere al Governo Berlusconi di rispettare gli impegni su Taranto, di avviare la bonifica «perché oggi – ricorda Vendola - la diossina che stiamo per togliere riguarda il futuro. Ma bisogna pensare ad eliminare quella che si è accumulata nel terreno e che viene da storie di 30-40-50 anni fa. E’ questa che fa ammalare le persone allora noi non solo dobbiamo occuparci di bonificare il futuro. Oggi dobbiamo occuparci di bonificare il passato ed il presente. Ed è qui che c’è la sfida a cui io chiamo tutti centro sinistra e centro destra, ed è la sfida da fare al Governo nazionale: dateci le risorse perché Taranto come Brindisi sono due grandi questioni nazionali e se si bonifica Taranto e Brindisi si restituisce ad uno dei pezzi più pregiati del Mezzogiorno d’Italia e del Mediterraneo il proprio splendore il proprio diritto alla vita e allo sviluppo».

Poi ribadisce il “no” al rigassificatore ed a tutto ciò che può comportare quote aggiuntive di emissioni inquinanti. L’opinione del presidente della Regione è che la città di Taranto può soltanto vedere sottrarre quote di inquinamento non può vedere aggiungere nemmeno un grammo di inquinamento. Ha poi ricordato gli impegni assunti: un anno e un mese fa al congresso nazionale di Legambiente ha lanciato l’appello al mondo ambientalista dicendo che «abbiamo bisogno di fare una cosa molto importante quella di sollevare la questione nazionale delle diossine, perché è uno scandalo la soglia di emissioni consentite in Italia. Qualche mese dopo ho incontrato i bambini di Taranto e ho detto entro la primavera del 2009 dovrà accadere qualcosa di molto importante.

Ad agosto abbiamo avuto le evidenze scientifiche sia sulle diossine e sui furani sia sulle tecnologie per l’abbattimento delle diossine e sui furani, a settembre abbiamo scritto la legge, siamo a dicembre e il disegno di legge è diventata una legge funzionante».

Che quella di ieri sia stata una data storica per il capoluogo ionico e per la Puglia, ne è convinto anche l’assessore regionale all’Ambiente Michele Losappio. Non nasconde che le polemiche e le critiche mosse dal centro destra abbiano un po’ innervosito e forse anche reso meno serena la giornata. Ma nonostante ciò il Governo regionale sa di aver affrontato un problema specifico ed importante: una legge per bloccare le emissioni di diossina da parte di uno stabilimento. A chi li accusa di aver atteso troppo tempo per mettere mano a questa legge ed a chi ora afferma che si chiedono tempi troppo rapidi risponde senza giri di parole:

«Chi dice che abbiamo aspettato troppo tempo sono gli stessi che hanno governato la Regione Puglia per 10 anni di seguito sorvolando su questo aspetto. I fatti stanno così nel giugno del 2008 l’Arpa ha fatto le sue valutazioni e ha misurato la diossina, noi abbiamo presentato la legge a novembre 2008 da giugno a novembre sono quattro-cinque mesi di tempo non mi pare francamente che sia passato molto tempo, siamo stati tempestivi sulla base dei dati verificati dall’Arpa. Se poi l’azienda (l’Ilva) pensa che i tempi siano troppo rapidi noi vediamo che altri stabilimenti in Europa nell’arco di due anni sono riusciti ad abbassare drasticamente i livelli di diossina anche molto al di sotto i 2,5 nanogrammi. Quindi noi intendiamo confermare questa scadenza».

Losappio annuncia che il percorso antinquinamento è appena cominciato e che presto bisognerà pensare alle Ipa alle Pm10 ed altre emissioni inquinanti. «Finito il problema diossina, il Governo regionale riserverà le sue attenzioni al più grande polo a carbone esistente in Europa che è quello di Brindisi – aggiunge - Ci sono tante emergenze ambientali nella nostra regione alcune le stiamo affrontando, altre le dobbiamo scadenzare e con il sostegno dell’o pinione pubblica forse ce la possiamo fare».

Poi si sofferma un attimo a commentare l’annuncio di Riva sulla possibile cassa integrazione di oltre 2000 operai, annuncio che è arrivato alla vigilia del Consiglio regionale sull’app rovazione della legge antidiossina: «Questa decisione – dice convinto - non è legata a questa vicenda, ma alla recessione che c’è. C’è meno richiesta di acciaio perché l’acciaio è finalizzato prevalentemente all’industria automobilistica. Non credo affatto si possa parlare di ricatto occupazionale poiché abbiamo un punto di forza in questa vertenza che è il sostegno dei sindacati che rappresentano i lavoratori. Mi pare che ci sia una maturità nel movimento dei lavoratori che hanno capito che questa volta non si può contrapporre ambiente e salute».

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