Ugento aperta, sì del tar. Vendola vede i rivoltosi
BARI — Doppia strategia della Regione sul caso rifiuti nel Salento. A Bari Nichi Vendola incontra una rappresentanza dei manifestanti (un drappello di coloro che si oppongono all'uso intensivo della discarica di Ugento). A Lecce gli assessori regionali Sandro Frisullo, Enzo Russo e Michele Losappio, con il presidente della Provincia Giovanni Pellegrino, incontrano i sindaci di centrosinistra delle zone interessate all'emergenza: i bacini Lecce 2 (Nardò e aree limitrofe) e Lecce 3 (Ugento e Sud Salento).
L'intento era comune: cercare di smontare, pazientemente e segmento per segmento, l'opposizione che si va addensando attorno all'utilizzo del sito di Ugento, anche ieri bloccato dai manifestanti più accesi. L'incontro leccese (c'erano i consiglieri regionali e i parlamentari) era il più insidioso, perché alcuni sindaci parevano rompere l'unità del centrosinistra. Qualcuno ha invocato la riapertura del sito di Nardò come alternativa ad Ugento. Alla fine è arrivato il compromesso, assieme alla presa d'atto che la questione va risolta in provincia di Lecce e che senza la mediazione si rischierebbe di avere i rifiuti per strada. Pellegrino rappresenterà l'intesa nella riunione convocata in prefettura il 7 gennaio.
In sintesi: in attesa degli impianti il cui avvio è slittato di qualche mese, la discarica ugentina continuerà ad ospitare per 6 mesi i rifiuti del bacino Lecce 3. Per i rifiuti del Lecce 2 si prospetta una soluzione mista: a Cavallino la frazione secca dei rifiuti (l'impianto di bio-stabilizzazione e separazione entra in funzione il primo febbraio); ad Ugento la parte umida, biostabilizzata.
In mano ai rappresentanti istituzionali una carta che conta e che è stata metaforicamente sventolata: il decreto del presidente del Tar di Lecce con cui viene respinto il ricorso presentato dal consorzio dei Comuni del Lecce 3. Questi chiedevano di sospendere l'ordinanza di Vendola che autorizza lo smaltimento ad Ugento, fino al 31 gennaio, anche dei rifiuti tal quali di Lecce 2. Ragionamento articolato quello del Tar: il provvedimento di Vendola serve a «scongiurare crisi di carattere igienico-sanitario »; fa fronte «a situazione contingente»; ha carattere temporaneo.
Inoltre «l'utilizzo della discarica, pur incrementato, dovrà rispettare rigorosamente la normativa di settore a tutela delle migliori condizioni igieniche, sanitarie e ambientali e dei relativi interessi della popolazione ». Dunque, dicevano Vendola e i suoi assessori nelle rispettive sedi di discussione, non c'è alcuna volontà di proseguire illimitatamente il ricorso al sito di Ugento.
A colloquio con il governatore si sono presentati alcuni componenti del comitato «Io conto». Con loro anche don Stefano Rocca, il prete che condivide le loro posizioni. Protestano, ma non sono tra quanti bloccano materialmente l'ingresso della discarica. Sono stati rassicurati da Vendola sulla transitorietà del provvedimento che riguarda Ugento. E sul fatto che nella zona saranno avviate approfondite analisi epidemiologiche per fugare ogni dubbio sui rischi di pericoli per la salute. Il comitato sarà parte attiva nell'azione di verifica.
«Chi oggi soffia demagogicamente sull'emergenza rifiuti commenta Frisullo - si assume una grave responsabilità. Se si aprisse il confronto sulle responsabilità, nessuno potrebbe tirarsi fuori». Losappio si scaglia contro «l'incoerenza del Pdl», che in Salento «guida l'insurrezione », mentre Berlusconi fa rimuovere i blocchi campani dalle forze dell'ordine» (potrebbe capitare lunedì anche ad Ugento). I consiglieri Pdl (Rocco Palese, Raffaele Baldassarre e Mario Vadrucci) non mollano la presa e invocano una riunione urgente del consiglio regionale e provinciale per una «informativa dettagliata e realistica sui tempi di entrata in funzione dei nuovi impianti».
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