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«Ministro Zaia, si ricordi di noi»

Riportiamo di seguito alcuni stralci della lettera che Angelo Fornaro, proprietario di uno degli otto allevamenti della provincia ionica posti sotto vincolo sanitario a causa della diossina, ha inviato al ministro delle politiche agricole Zaia. «I volti di noi cittadini hanno decisamente assunto il colore grigiastro dei fumi che da più di 40 anni invadono il nostro cielo»

On.le Sig. Ministro, mi chiamo Angelo Fornaro e sono un imprenditore agricolo, per la precisione sono uno degli allevatori colpiti dalla sciagura “diossina” che, lo scorso 10 dicembre, ha condotto al massacro 1200 animali tra capre e pecore. Naturalmente scrivo da Taranto. Sono giunto alla decisione di rivolgermi direttamente a lei confidando nella determinazione con cui le ho visto affrontare svariate situazioni nel problematico mondo dell’agricoltura.

Come le dicevo scrivo da Taranto, già, Taranto, la “città dei veleni”; la città dove ha sede il polo siderurgico più grande d’Europa; la città dove viene prodotto circa il 90% della diossina emessa in Italia; la città dimenticata certamente dagli uomini ma non da Dio, perché so che prima o poi, soprattutto grazie a Lui, anche per noi si aprirà uno spiraglio.

(...) Taranto sta morendo piano piano. I volti di noi cittadini hanno decisamente assunto il colore grigiastro dei fumi che da più di 40 anni invadono il nostro cielo. I nostri figli si ammalano sempre più sin da piccoli e ancora siamo costretti ad ascoltare, quando si ricordano di noi, politici che, pur comprendendo il nostro dramma, dichiarano che in un momento di crisi mondiale come questo bisogna sacrificarsi per conservare il posto di lavoro.

Non considerando che, entrando nel caso personale, nonostante i nostri tanti sacrifici, ad oggi noi allevatori il lavoro lo abbiamo comunque perso, mi chiedo come si possa pensare di liquidare il problema dando a noi la responsabilità della scelta. Morire di fame o di cancro?

Tutto quello che noi vorremmo sarebbe semplicemente poter continuare a lavorare per vivere, non per morire…ma come fanno coloro che noi abbiamo eletto per rappresentarci, per tutelarci, coloro che lavorano grazie a noi e quindi per noi, ad ignorarci, fuorviando l’informazione e quindi l’attenzione collettiva, evitando di ascoltare con le loro occupatissime orecchie il nostro grido “disperato e di speranza”?

(...). Credo però che sia mio diritto, alla luce di quanto ho appena detto, esprimere il mio profondo rammarico nei confronti di tutti coloro che hanno permesso che ciò accadesse, pur apprezzando profondamente i recenti tentativi di rimediare effettuati dalla giunta regionale attualmente in carica, peraltro, mi dispiace sottolinearlo ma mi sembra doveroso farlo proprio in questa sede, nell’indifferenza totale da parte degli organi governativi.

La giunta regionale per la verità ha anche stanziato per noi allevatori un risarcimento calcolato considerando il numero di animali abbattuti appartenenti a ciascuno, comunque, quando lo riceveremo, a malapena sufficiente a colmare le spese sostenute nei mesi durante i quali le nostre aziende, sottoposte a vincolo sanitario, sono rimaste inattive. (...)

Le ho scritto, per chiederle di non dimenticarci. Abbiamo passato un terribile Natale, ministro, vogliamo guardare con speranza al nuovo anno, ci aiuti, quindi, a capire cosa sarà del nostro futuro, ci aiuti a fare chiarezza in attesa che chi di dovere faccia giustizia. Per conoscenza, considerando che in un paese democratico l’informazione è tutto, invierò questa lettera anche ad alcune testate giornalistiche.

Con questo la ringrazio della sua attenzione e la saluto.

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