Cozze, l'Arpa tranquillizza: non sono inquinate
TARANTO — «Le analisi dei numerosi parametri chimici valutati non evidenziano alcun superamento delle soglie previste dalla normativa vigente». Lo afferma il direttore generale dell'Arpa Puglia, Giorgio Assennato. Domenica il Corriere del Mezzogiorno aveva dato conto conto di un'indagine effettuata dall'agenzia sui mitili coltivati nelle acque tarantine.
La concentrazione di sostanze inquinanti risulta essere dieci volte superiore alla media regionale, in base a quanto riferito dall'interno dell'agenzia, ma «sotto la soglia consentita dalla normativa europea relativa alla presenza di elementi tossici».
Ieri, il direttore Giorgio Assennato ha definito «allarmistico » quanto scritto dal Corriere del Mezzogiorno su un «presunto inquinamento record nelle cozze» rinviando alla lettura della relazione che sarà pubblicata oggi sul sito dell'agenzia. Si tratta dei risultati dello studio dei livelli di inquinanti chimici negli organismi presenti nei corpi idrici superficiali effettuato da Arpa, Cnr-Iamc di Taranto.
Il report finale sarà pubblicato entro la fine del 2009 mentre il rapporto intermedio è questo che sarà possibile leggere oggi. Assennato precisa, inoltre, che «nel rapporto non è presente alcun riferimento alla eventuale necessità di identificare le sorgenti responsabili dell'inquinamento »; che «le affermazioni virgolettate riportate nell'articolo attribuite ad Arpa Puglia non possono essere in nessun modo ricondotte all'Agenzia e non corrispondono al vero».
Con certezza non possono essere ricondotte al direttore dell'agenzia (Assennato non ha rilasciato dichiarazioni al Corriere) però provengono dal suo interno. Infine Assennato afferma che «la presenza di sostanze tossiche nei campioni non significa ovviamente che ci sia inquinamento». Insomma, Assennato tranquillizza i tarantini.
Sulle condizioni di inquinamento delle acque del mar Piccolo, dove c'è la stragrande maggioranza delle coltivazioni di cozze di Taranto, interviene Alessandro Marescotti.
Ricorda che fu proprio Peacelink a presentare, nel febbraio 2006, un esposto alla Procura della repubblica di Taranto per bloccare i dragaggi nell'area del mar Piccolo dove attraccano le navi della Marina Militare. Doveva prendere il via la bonifica con la rimozione dei sedimenti inquinati per un'estensione di 170 ettari. «Il dragaggio avrebbe rimescolato pericolosamente le acque osserva Marescotti - trasformando Mar Piccolo in un pentolone infernale dove sarebbero ritornati in sospensione gli inquinanti sedimentati e, da tempo, dormienti. Occorre, come tre anni fa, unirsi e fare fronte comune e chiarire chi inquina le cozze».
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