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«Diossina, Ilva e Ministero devono fare chiarezza»

Intervento dei Verdi: «L’Ilva e il Ministro devono fare chiarezza su questa situazione e smetterla di giocare, sfruttando la carta del ricatto occupazionale; non sono ammessi altri rinvii l’Ilva può e deve adeguarsi».
8 febbraio 2009
Davide De Fazio (Verdi di Taranto)

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L’esito dell’incontro tenutosi a Roma tra il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo e i sindacati ha suscitato in noi profonda amarezza e delusione.

Infatti da questo incontro è chiaramente emerso, come da una parte il Ministro non abbia ancora preso piena coscienza della grave situazione ambientale a Taranto e dall’altra l’Ilva cerchi delle scappatoie per non rispettare i parametri per le emissioni di diossine previsti dalla legge regionale, dichiarando altresì che predetta legge con particolare riferimento alla previsione di un abbattimento della diossina a 0,4 nanogrammi/mc entro il 31 dicembre 2010 è impraticabile.

L’Ilva e il Ministro devono fare chiarezza su questa situazione e smetterla di giocare, sfruttando la carta del ricatto occupazionale. L’immobilismo del Governo in questa drammatica situazione è inaccettabile. Non è concepibile far pesare sulla legge regionale le gravi responsabilità dei ritardi che sono invece da imputare all’azienda ed al Governo stesso, che in questi anni non hanno fatto assolutamente nulla per salvare la nostra città dal disastro ambientale a cui tutti noi stiamo assistendo inermi.

E’ mai possibile che dopo tante morti si abbia ancora il barbaro coraggio di chiedere ancora tempo e si cerchi in ogni modo di non assumersi le proprie responsabilità? Non sono ammessi altri rinvii l’Ilva può e deve adeguarsi perché la situazione ambientale a Taranto è ormai diventata paurosamente drammatica e non ammette ulteriori ritardi. Abbiamo conseguito tutti i primati negativi in materia di inquinamento, l’area tarantina continua a registrare dati assolutamente patologici con significativi riscontri epidemiologiciin materia di diffusione di tumori, inquinamento dei terreni agricoli che hanno provocato l’abbattimento di migliaia di capi di bestiame e la conseguente rovina economica di tante famiglie di agricoltori ed allevatori.

Ma la cosa che più lascia inorriditi è aver riscontrato la presenza di diossina anche nel latte materno. Chefuturo potranno mai avere i nostri figli in questa città ? E’ doveroso altresì precisare che il degrado ambientale oltre a dipendere dall’Ilva derivi anche da altri grandi stabilimenti industriali come l’Eni, l’Edison, la Cementir. Gli stessi interventi pubblici devono essere presi anche nei confronti di questi altri colossi industriali, altrimenti si rischierebbe di non avere una totale risoluzione del problema ambientale.

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