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Diossine, oggi a Palazzo Chigi il caso Ilva

Da Letta Ci saranno Vendola e Pelillo, Riva (per Ilva), Assennato (Arpa) e i rappresentanti sindacali. Stefania Prestigiacomo ha accolto la richiesta dei sindacati di affidare a tecnici super-partes la perizia sui tempi.
13 febbraio 2009
Rosanna Lampugnani
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

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ROMA — Questo pomeriggio varcheranno il portone di palazzo Chigi Nichi Vendola e Michele Pelillo (per la Regione), Fabio Riva (per Ilva), Giorgio Assennato (per Arpa), i rappresentanti sindacali: tutti convocati da Gianni Letta per discutere, assieme alla ministra dell'Ambiente, le misure con cui scongiurare soluzioni definitive. Insomma, la vicenda Ilva sta diventando sempre più drammatica, se la presidenza del Consiglio ha deciso di scendere in campo. L'auspicio - dice Mario Ghini, segretario della Uilm - «è che sia fatta finalmente chiarezza sui limiti delle emissioni di sostanze inquinanti che l'Ilva di Taranto deve osservare, tenendo presente la necessità di salvaguardare oltre all'ambiente, l'attività dello stabilimento e i posti di lavoro. Dopo di che la politica dovrà fare le sue scelte».

Stefania Prestigiacomo, consapevole che i tempi per evitare la chiusura di Ilva sono ormai «molto stretti », ha accolto la richiesta dei sindacati di affidare a tecnici super-partes la perizia per valutare se l'acciaieria tarantina è in grado o meno di rispettare la tempistica di abbattimento delle emissioni di diossina stabilita dalla legge regionale del dicembre scorso, con la speranza che «si recuperi lo spirito costruttivo dell'accordo di programma su Taranto, attraverso il quale era stato avviato un percorso di risanamento dell'area.

Questo percorso - aggiunge la ministra - che ha già visto il rilascio di alcune Autorizzazioni integrate ambientali (Aia) per stabilimenti dell'area, rischia però di essere vanificato dalla recente legge regionale che ha fissato dei limiti di emissioni, difformi da quelli indicati dall'Unione europea e che sono tecnicamente irraggiungibili nei tempi indicati dalla normativa ». In realtà la stessa legge ha nelle sue pieghe un escamotage, precisamente al comma 2 dell'art 2: riferendosi al protocollo Aarhus, sottoscritto dal-l'Italia nel 2006, è stato introdotto il concetto tecnico di "imprecisione del metodo di misurazione", che di fatto sottrae dal calcolo sul dato che si vuole ridurre, il 30%-40%.

Tradotto in tarantino e come ha spiegato Losappio l'altro giorno, Ilva può rispettare il limite di 2,5 nanogrammi, anche se la rilevazione è del 3,9. E' ovvio che stando così le cose il ministero non si rivolgerà alla Corte costituzionale, perchè il braccio di ferro assume oggettivamente una caratura politica e infatti la Regione - ha annunciato ieri l'assessore ai sindacati incontrati a Bari - «si rivolgerà ai cittadini e chiederà alla Puglia di rivoltarsi contro l'impugnazione della legge da parte del governo ». Nei corridoi della Regione - dove si manifesta disponibilità ad accettare la proposta sindacale del tavolo tecnico - si stanno affillando i coltelli perchè la convinzione è che «Ilva è in mala fede, vuole la guerra perchè a dicembre ha dichiarato di essere pronta a rispettare il primo step, riduzione di diossina da 7 a 2,5 nanogrammi entro marzo e che se mai i problemi si pongono per il secondo step, per la riduzione a 0,4 nanogrammi entro il 2010».

Nicola De Bartolomeo, che era presente a quell'incontro, prende posizione: «Queste sono dichiarazioni pretestuose. Ilva deve migliorare le sue performance, ma non si può mettere il coltello alla gola». Intanto l'Idv, per bocca dell'onorevole Pierluigi Zazzera, osserva che «l'impressione è che il governo anche in questo caso confermi la tendenza di intervenire sulle leggi che creano problemi agli amici, anche quando a legiferare sono le Regioni».

Carlo Laurora, consigliere regionale dell'Udc, dice che «non si può non tener conto della volontà del governo regionale e del sacrosanto diritto dei cittadini pugliesi alla salute. Lo diremo durante la campagna elettorale prossima». «Per mera lotta politica contro la giunta Vendola il governo Berlusconi si sta per rendere protagonista di uno scontro istituzionale contro la Regione Puglia», è l'opinione del capogruppo Pdci in Regione Mino Borraccino. Intanto l'azienda, in merito all'operazione della Gdf dell'altro giorno, si dice disponibile a collaborare e spiega che le traversine sequestrare facevano parte di materiale «oggetto di lavorazione».

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