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Macellati 8 capi dell'allevamento di Buffoluto

Continuano i controlli per il rilevamento di diossina e pcb nel latte degli allevamenti presenti in un'area compresa nel raggio di 15 chilometri dalla zona industriale. Conversano: «In arrivo i rimborsi agli allevatori».
10 marzo 2009
Fonte: Corriere del Giorno

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Ad oggi, secondo quanto riferisce il dottor Michele Conversano responsabile del Dipartimento di prevenzione dell'Asl di Taranto, «i risultati dei primi test su latte e derivati prelevati da alcuni allevamenti sono risultati negativi o comunque nella norma».

I prelievi, partiti a fine novembre, vanno avanti lentamente «perchè l'Asl attende l'ok definitivo dalla Regione - spiega il dottor Conversano - Per poter procedere a tappeto, così come previsto nel progetto presentato alla Giunta, dobbiamo attendere l'approvazione.

Mancando il consenso non abbiamo potuto applicare completamente il piano che, comunque, sappiamo essere condiviso dall'assessore Fiore». Intanto dall'ottavo allevamento, dove il latte delle capre allevate è risultato positivo ai test di diossina e che per questo continua ad essere sotto vincolo sanitario, sono stati prelevati e macellati otto capi. Le carni (muscoli, fegato e grasso considerate le parti dove si concentra maggiormente la diossina ingerita), saranno sottoposte ai test per il rilevamento di diossina e pcb. Il risultato non sarà reso noto prima di un mese. L'allevatore, per il vincolo, non può vendere nè latte e nè derivati e tanto menola lana e le stesse capre.

Una situazione difficile e già vissuta da altri sette “colleghi”. Mentre però questi risultavano trovarsi ad una distanza massima di cinque chilometri dalla zona industriale e di aver fatto pascolare capre e pecore in campi in prossimità dell'azienda siderurgica, l'ottavo allevamento si trova invece in zona Buffoluto, in un'area più lontana rispetto a quella ritenuta sinora ad alto rischio inquinamento e ad una distanza di circa dieci chilometri dalla zona industriale ritenuta a rischio.

In caso di positività l'intero allevamento sarà abbattuto così come i circa 1.100 capi tra pecore, capre, agnelli e capretti. A tal proposito gli allevatori sono ancora in attesa di rimborsi, promessi dalla Regione, dal mese di dicembre. «Credo che nei prossimi giorni saranno liquidati tutti - afferma il dottor Conversano - Il Dipartimento attraverso l'Asl ha fatto le delibere e ha trasmesso i prospetti di liquidazione alla Regione». Il prolungarsi dei tempi sarebbe dovuto ad una non facile valutazione basata su vari parametri quali sesso, età ed altro «Tutto comunque è stato preso in considerazione delle indicazioni dell'Osservatorio nazionale del valore» dichiara il responsabile del Dipartimento di prevenzione di Taranto.

Nei capi contaminati da diossina, abbattuti nel mattatoio di Conversano e da qui, sotto scorta, trasportati ad Andria per l'incenerimento e lo smaltimento, erano stati rilevati valori intorno ai 120/130 pg/g (picogrammi di diossina per grammo di materia grassa) in particolare nei capi più vecchi. Il valore era risultato di gran lunga al di sopra dei limiti fissati dal Regolamento (Ce) n. 199/2006 della Commissione europea del 3 febbraio 2006 che definisce come valori massimi di 3,0 pg/g nei ruminanti (bovini e ovini) e 1,0 pg/g nelle carni suine nel caso di diossine e furani; nonché di 4,5 pg/g nei ruminanti e 1,5 pg/g nelle carni suine per quanto riguarda diossine, furani e pcb (policlorobifenili) diossina-simili.

I più giovani presentavano, invece, livelli inferiori, ma pur sempre al di sopra dei limiti consentiti. Il fatto che ad essere maggiormente intossicati fossero i capi più vecchi in qualche modo dimostrerebbe che, nel tempo, la maggior esposizione a questi veleni crea problemi più seri. Negli agnelli e nelle caprette, invece, sono direttamente le madri a trasmettere, attraverso il latte, indici elevati di diossine e pcb. Sostanze che si accumulano nei grassi e sono, quindi più difficili da smaltire.

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