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Etta Ragusa, esempio di impegno, di onestà e di dedizione

Perché rinviare a giudizio una cittadina che informa scrupolosamente la Procura della Repubblica?
9 maggio 2009
Giovanni Matichecchia (Comitato per Taranto)

Il fatto: Etta Ragusa mentre manifesta pacificamente pregando davanti alla nuova base navale di Taranto (è la seconda a partire da sinistra)

Etta Ragusa, ambientalista, ha consegnato alla Procura della Repubblica di Taranto atti e documenti relativi a probabili reati. Su tali reati indagava altro Procuratore. L’autore dei probabili misfatti si è querelato (come ha saputo della consegna dei documenti?). Etta Ragusa è stata incriminata per aver pubblicato (consegnare a un Pubblico Ministero è pubblicare?) atti e documenti di un procedimento penale di cui era vietata la pubblicazione (come fa un cittadino a sapere se esiste già procedimento in corso? La morale potrebbe essere: lasciate perdere).

Abbiamo bisogno di pensare che il rinvio a giudizio di Etta Ragusa rappresenta la volontà di un giudice illuminato di non mettere a tacere nella ovattata realtà di un’udienza preliminare, un avvenimento che deve diventare invece caso esemplare di civico comportamento.

Anche un procuratore che avesse chiuso la vicenda con un frettoloso proscioglimento avrebbe fatto torto a Etta Ragusa e alla causa per cui si batte da decenni.

Questo avvenimento non può e non deve essere ammantato di silenzio.

Rinviare a giudizio una cittadina che informa scrupolosamente la Procura della Repubblica di reati contro la salute pubblica è evento che deve essere gridato al Paese intero. L’Italia deve sapere che fornire atti e documenti relativi ad un reato è comportamento encomiabile e che non si corre alcun rischio di essere perseguiti.

A nessun cittadino deve esser chiesto: ma è certo che intanto non ci sia già un procedimento penale? Con quali strumenti un cittadino deve verificare se tale reato è già oggetto di attenzione della Magistratura? U n cittadino non è un investigatore. Avuta notizia del possibile reato deve informare, senza esitazioni, chi è invece deputato a verificarne la fondatezza.

Siamo certi che con il rinvio a giudizio di Etta Ragusa si vuole invece additare all’opinione pubblica i soliti furbetti delle ecomafie, i dispensatori di bustarelle, i responsabili di malattie e di morte.

La dignità di un dibattimento giudiziario restituirà senso e valore nuovi a questi avvenimenti.

Etta Ragusa è per noi magistrale esempio di impegno, di onestà e di dedizione ad una causa. Vorremmo che le giovani generazioni adottassero i suoi modelli di comportamento senza il timore di poter incappare nei rigori della legge.

Questo chiediamo ai giudici; indicare ai giovani un esempio e additare all’opinione pubblica chi vergognosamente chiede alla giustizia di ammantare di silenzio le proprie malefatte.

La portata della partita in gioco è enorme. Chi riveste il ruolo di informatore della pubblica opinione colga l’occasione per un chiaro monito che travalichi la nostra circoscritta realtà territoriale.

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