Cloro rosso sotto tiro
Sette colpi di pistola, esplosi da un balordo il 1 maggio scorso al centro sociale Cloro Rosso di Taranto. Era passata da poco mezzanotte, il tizio era incappucciato. Un diciottenne a terra, Riccardo Franchini, ferito alle gambe e al bacino. Su di lui il balordo, accompagnato da un altro armato di coltello, ha aperto il fuoco quattro volte.
Poco indietro Greta e altre due ragazze, tremanti davanti alla calibro 6.35 che l'incappucciato ha puntato loro contro. Altri tre colpi, questa volta a terra. E urla e fuggi fuggi generale. Ma al balordo restava un colpo. Si è quindi diretto su un altro ragazzo, sempre impugnando la pistola, sempre col volto coperto.
Dopo un breve inseguimento la vittima prescelta era a terra, di spalle, e ha sparato. La pistola però si è inceppata. Ci ha smanettato un po' volendo forse ritentare il colpo, intanto, richiamato dagli spari che credeva a salve, è arrivato Davide, del servizio d'ordine, che ha tentato di disarmarlo. Ne è nata una colluttazione in cui Davide ha avuto la meglio, riuscendo anche a sfilargli il cappuccio, ma quello era di spalle e lì intorno gente che avrebbe potuto riconoscerlo ormai non ce n'era. Sono stati istanti concitati. Quando Davide è entrato nel centro, è stato colpito alle spalle da un tizio più corpulento, che l'ha ferito a un orecchio, forse con un coltello.
Quando è è arrivata la polizia, i balordi si erano già dileguati. La Digos ha tratto in arresto Alessandro D'Aprile, 32anni, tarantino, ritenuto l'autore materiale della sparatoria. Il giovane, del quartiere Salinella, avrebbe agito per ritorsione: era tra coloro che volevano entrare senza pagare. Intanto proseguono le ricerche del complice. Sullo sfondo un progetto di socialità a cui è stata violentata l'anima. Le aule vuote, la musica spenta, e riflessi nei vetri dei finestroni che si aprono sui corridoi i volti sgomenti di quanti si trovavano lì, oltre 500 persone, tutte identificate.
E riunite al Cloro Rosso per un concerto hip hop il cui incasso avrebbe in parte coperto le spese del centro e in parte sostenuto la lotta dei cassintegrati Ilva. Contributo 3 euro o libero. Una ventina di minuti prima che i balordi facessero irruzione nel centro, il servizio d'ordine, una decina di persone in tutto, aveva impedito l'ingresso ad altrettanti ragazzi che non volevano pagare. E che dopo aver tentato di scavalcare le recinzione ed essere bloccati, avevano forzato il blocco all'entrata. A dire di alcuni testimoni, uno di loro avrebbe minacciato di tornare per regolare i conti.
Le testimonianze di Riccardo, Greta e Davide sui fatti di quella notte sono quelle di persone ancora scosse. Riccardo parla da un letto di ospedale, dove si trova da allora e che lascerà oggi. Quest'anno gli toccano gli esami di maturità classica. «Provo a rimettermi in piedi. Ho avuto problemi con un'arteria, che mi è stata ricostruita, e dovrebbero estrarmi ancora due proiettili, ma ho perso molto sangue e l'intervento è rimandato. Per ora di visibile ho uno squarcio di trenta centimetri su una gamba». La gamba è la destra, che il primo colpo ha attraversato, e in cui il secondo, passando per il gluteo, si è conficcato ferendogli l'arteria femorale.
L'altro proiettile, il terzo, lo ha colpito al gluteo sinistro, rimanendo nel bacino. Mentre l'ultimo, che ha impattato contro il cellulare che aveva in tasca e sparato in direzione dell'arteria femorale, avrebbe potuto essergli fatale. Riccardo fa parte del collettivo Cloro Rosso dall'inizio. Quella sera si trovava all'ingresso del centro con alcuni amici. «Facciamo un filtro per non fare entrare gente che può spacciare all'interno, o gente malavitosa o pericolosa per il posto». Riccardo era già lì quando il servizio d'ordine ha respinto i ragazzi che non volevano pagare. «Una lite come tante», a cui lui non ha preso parte. Ed era lì quando poco dopo, in due, dice, «uno col passamontagna e armato di pistola, un altro col coltello» gli si sono parati davanti. «Quello con la pistola ha aperto direttamente il fuoco su di me. Per fortuna mi sono girato, mi sono girato d'istinto perché mi poteva andare molto peggio. Poi ha puntato la pistola contro due ragazze che non ha colpito e poi verso un mio amico, ma il caricatore era scarico».
Greta è una delle ragazze rimaste illese. Anche lei 18 anni, anche lei prossima alla maturità classica. «Ho ricordi molto confusi. Ho sentito gli spari e mi sono trovata quest'uomo incappucciato davanti che ha esploso tre colpi. Sono stati i secondi più lunghi della mia vita. Non ricordo come, ma sono scappata». Poi è arrivato Davide. «Ero all'ingresso quando ho visto questo col cappuccio entrare dal giardino e aprire il fuoco sui ragazzi che erano lì. Pensavo fosse un'arma a salve per cui mi sono diretto verso di lui e l'ho buttato a terra.
Sono più massiccio fisicamente quindi sono riuscito a bloccarlo. Aveva il cappuccio, che poi gli ho tolto, anche se non sono riuscito a vederlo in faccia perché era di spalle». L'ha lasciato a terra, convinto non avesse la forza di alzarsi. Senza pensare alla pistola, sono stati istanti. Poi è entrato nel centro. «Appena ho varcato la soglia mi sono sentito colpire alle spalle. Era un uomo corpulento. Mi sono difeso e nella colluttazione sono rimasto ferito a un orecchio. Da quel poco che sono riuscito a vedere - dice - non aveva il cappuccio».
La posizione del Cloro Rosso nelle parole di Ernesto Voccoli, del collettivo. «Questo per noi non è stato un attacco al centro, ma una notte in cui a Taranto è mancata la democrazia e le regole basilari del vivere civile tra persone. Noi con pistole e coltelli non abbiamo niente a che fare». E attestazioni di solidarietà arrivano da più parti. Dal sindaco Stefàno, che nel diario che tiene su Facebook scrive: «Sostenere che esprimiamo sincera solidarietà ai giovani che hanno subìto tale aggressione è persino troppo poco: lo sforzo che autonomamente stanno compiendo per la realizzazione e rivitalizzazione di spazi dove poter socializzare, aggregarsi e svolgere temi culturali, è la significativa traccia del percorso da correre per costruire una Città migliore, vivibile, a misura d'uomo e partecipata». E che la violenza va sempre respinta con risposte ferme. Dello stesso tenore le dichiarazioni di Giovanni Florido, presidente della Provincia, del Pd. Che intanto assicura che «le forze dell'ordine stanno facendo il possibile per assicurare alla giustizia gli autori di questo atto di inaudita ferocia».
Solidarietà al Cloro Rosso da Rifondazione comunista, che parla di «vile attentato di chiaro stampo mafioso» finalizzato alla chiusura del centro «che nella sua attività di recupero sociale e culturale del quartiere è diventato un ostacolo alle attività illecite». Anche per questo auspica una veloce ripresa delle sue attività. Così la direzione provinciale di Sinistra e Libertà, Sinistra Critica, Comunisti Italiani e tutta la Taranto democratica.
Solidarietà al Cloro Rosso dal Circolo Operaio Jonico e il Comitato dei lavoratori in lotta. Da Cgil, Fiom, Slai Cobas e Uil. Dall'Osservatorio nazionale contro la repressione. Dal Comitato Città Vecchia che in una nota precisa: «L'innalzamento del livello di vivibilità del territorio deve necessariamente passare da attività di aggregazione volte verso un reale spirito di comunità, condivisione e solidarietà. E chiunque svolga tali attività deve sentirsi spronato a perseguire su questa strada, affinché episodi gravi come quello avvenuto al Cloro Rosso non si ripetano».
Queste e molte altre sigle (tra tutte Alta Marea, in cui convergono diciotto associazioni ambientaliste tarantine), accanto a centri sociali e collettivi di Roma, Milano, Bologna, Palermo, Rimini, Modena, Foggia e Napoli, oggi sfileranno a Taranto nel corteo che intorno alle 15 muoverà dal Cloro Rosso, in via Scoglio del Tonno 2, verso piazzale Bestat.
In segno di solidarietà ai militanti del centro e per la democrazia. Tra i tanti in corteo ci sarà Angelo, vicino al Cloro Rosso. Dice che i temi della legalità e sicurezza, abusati dalla destra dopo i fatti, nelle assemblee di preparazione alla manifestazione non sono entrati. «Il Cloro Rosso va difeso al di là di tutto. E per affrontare questi temi si dovrebbe fare fronte unico e aumentare i luoghi in cui poter fare democrazia, che a Taranto sono pochi». Anche Greta e Davide manifesteranno, Riccardo invece è ancora debole. Ma di una cosa è certo: «Il Cloro Rosso è un'esperienza socialmente e politicamente importante, per tanti giovani come me e per la città. Non sarà l'aggressione di due balordi a intimidirci».
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