Lettera aperta al Presidente Vendola
Caro Presidente Vendola,
sicuramente nei giorni scorsi avrà letto i numerosi interventi apparsi sugli organi d’informazione in merito al problema dei contratti in scadenza dei tecnici in forza all’ARPA e della impossibilità di nuove assunzioni. Lo scorso venerdì si è pure svolta sulla questione una riunione cui hanno partecipato il direttore generale dell’Arpa Assennato, l’assessore all’Ambiente Losappio, l’assessore alla Sanità Fiore e il capo di gabinetto della Regione Manna. Questa lettera aperta la scriviamo dopo una decina di giorni in cui notizie di tenore diverso si sono freneticamente alternate sui giornali.
Da una parte il meritorio no della Regione alla “scandalosa” richiesta dell’ENI di poter aumentare le proprie emissioni di ossidi di azoto e di ossidi di zolfo e il ribadito e fermo no della Regione Puglia al nucleare, anche in considerazione del pesantissimo contributo ambientale che la nostra regione ha già dato per la presenza di grandi e inquinanti centrali elettriche oltre che dell’enorme complesso industriale tarantino (che comprende anch’esso grandi centrali elettriche).
D’altro canto, negli stessi giorni, il Dipartimento di Prevenzione della ASL dava notizia di ritrovamenti di diossina nelle uova di un allevamento sito a 14 km da Taranto (ricordiamo che la ASL sta conducendo controlli sulla diossina nel raggio di 15 km di un cerchio con al centro l’ILVA); e l’Ilva contestava, in una conferenza stampa, i dati sulle emissioni inquinanti rilevabili nel registro INES con motivazioni che riteniamo facilmente confutabili e che comunque nulla tolgono all’enorme impatto che l’impianto siderurgico tarantino ha sulla città, ma testimoniano ancora una volta della resistenza che l’azienda oppone a porre finalmente mano agli indispensabili interventi che le consentano di abbattere le proprie emissioni inquinanti.
Il quadro che si è delineato ci conferma nella convinzione che un’Arpa numericamente adeguata per personale, dotata di sufficienti mezzi economici e tecnologici, sia una necessità strategica e inderogabile.
Apparentemente noi arriviamo ultimi nell’esprimerLe la nostra fortissima preoccupazione in merito. In realtà già la esplicitammo all’assessore Losappio in occasione della venuta a Taranto del Treno Verde di Legambiente e della Conferenza Stampa conclusiva ivi organizzata il 6 marzo scorso.
Per anni abbiamo posto come punto centrale delle nostre rivendicazioni in campo ambientale il potenziamento dell’Arpa Puglia, e in particolare del Dipartimento di Taranto (vera e propria cenerentola dell’Agenzia per scarsezza di mezzi e di uomini e persino per allocazione in una sede del tutto inadeguata), in termini di personale e di strumentazioni tecniche. Ritenevamo allora - e pensiamo oggi - che solo un’Agenzia forte e indipendente possa garantire controlli sufficientemente sistematici e dati inoppugnabili sulla grave situazione ambientale della nostra città; ritenevamo allora e pensiamo oggi che solo la conoscenza e l’informazione possano garantire una reale inversione di rotta nella gestione sin qui sostanzialmente scellerata del nostro territorio.
Lei ha dato, per la prima volta, una risposta a queste richieste ponendo a capo dell’Agenzia una personalità di rilievo e competenza indiscussi come il prof. Assennato e dando inizio all’opera di potenziamento dell’ARPA che ha potuto finalmente assumere con contratti a termine o, da qualche tempo, attraverso concorsi per incarichi a tempo indeterminato, giovani capaci e competenti che stanno finalmente riempiendo un vuoto di controlli e una carenza di conoscenze e informazioni sulla situazione ambientale della nostra regione che erano a dir poco colpevoli.
Sarebbe veramente grave se questo processo virtuoso, che finalmente sembrava avviarsi a diventare sistema con bandi di concorso che dovevano assicurare all’ARPA il personale necessario a svolgere i compiti sempre più gravosi e complessi che l’Agenzia deve svolgere, si arrestasse a causa delle draconiane misure di Tremonti e Brunetta che non consentono assunzioni neppure in settori essenziali come questo.
Anche perché Lei stesso, caro Presidente, ha voluto, per così dire , “volare ancora più alto” impegnandosi con tutta la sua passione per l’approvazione di una legge che, ponendoci nel solco delle norme stabilite in materia dall’Unione Europea, colmasse il colpevole vuoto normativo dell’Italia e ponesse la nostra Regione nel novero di quei paesi europei che già da tempo hanno posto limiti rigorosi alle emissioni di diossina. Lei sa benissimo, peraltro, che i problemi dell’inquinamento a Taranto non sono causati solo dalla diossina e che la vastità e la complessità dei suoi insediamenti industriali richiedono un sistema di controlli altrettanto ampio e complesso. Ora, caro Presidente, Lei sa pure che non è possibile “volare alto” se non si hanno ali adeguate: le ali di quella legge, e di tutta l’importante azione che la Regione ha svolto finora per garantire finalmente controlli e informazioni ai cittadini di Taranto, sono un’ARPA strutturata in maniera stabile ed efficiente e dotata di adeguati mezzi tecnici.
L’Assessore Losappio, sul Treno Verde, si impegnò pubblicamente a trovare una soluzione all’impasse creato dalle misure Tremonti-Brunetta. Da allora sono passati più di due mesi.
Non spetta a noi suggerirLe la strada (se sia il passaggio alla Sanità o altro) da seguire, ma crediamo che, a questo punto, il Presidente della Regione abbia il compito di individuare in tempi non “biblici”, ma ravvicinati, le soluzioni più idonee per risolvere un problema di tale rilevanza, dando così una concreta risposta alle giuste istanze dei cittadini di Taranto.
In mancanza, la città subirebbe una grave sconfitta e nei cittadini tornerebbe a prevalere un sentimento di sfiducia e rassegnazione che interromperebbe il processo virtuoso di cui Lei stesso, caro Presidente, è stato protagonista.
In attesa di leggerLa, la salutiamo cordialmente
Francesco Tarantini
Presidente Legambiente Puglia
Lunetta Franco
Presidente Legambiente Taranto
Ufficio stampa: 339 1903406
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