Il distretto dove lo metto?
L’ingegnere della Asl rischiava di fare la fine della sposa di Pulsano: tre quarti d’ora ad aspettare che qualcuno del Comune si facesse vivo. Tre quarti d’ora al sole in via Ceglie in attesa che l’ingegnere Ceppaglia si presentasse all’appuntamento preso davanti all’assemblea di cittadini, sindacati e associazione il giorno prima, durante l’animata riunione sulla sede del distretto sociosanitario. «Ci vediamo all’una domani, così vediamo insieme l’area e firmiamo le carte!», così concluse l’incontro il sindaco Palazzo, finalmente contento di un accordo. Il giorno dopo però all’incontro si presentano un geometra comunale e il consigliere Emiliano Nardelli che indicano ai tecnici ASL la particella scelta ma non presentano alcuna documentazione riguardante: niente planimetrie, niente mappe, niente riferimenti. I tecnici tornano a Taranto con un pugno di mosche e immediatamente parte nei confronti del Comune una lettera in cui si pretende della documentazione dettagliata. L’ufficio tecnico afferma di aver inviato il materiale ma agli uffici della ASL non è ancora pervenuto nulla. Moschettini ci dice: «Non è possibile prendere una decisione in merito senza avere delle carte: l’area che ci hanno fatto vedere non mi sembra tutta edificabile, ci sono dei canali e in mezzo ci passa una strada». Per la costruzione della sede del distretto infatti, l’ASL ha chiesto un terreno di almeno dodicimila metri. La costruzione sarà finanziata dai fondi FESR, europei, e Martina è l’ultimo comune a rispondere alla chiamata. In realtà già da dicembre i tecnici fanno sopralluoghi: il primo al Pergolo, dalle parti del Palazzetto dello Sport, ma anche lì i tecnici hanno chiesto delle carte che non sono mai arrivate. Dopo qualche mese il comune convoca la cittadinanza, le associazione e i sindacati a decidere insieme di portare il distretto a Monte Tullio. La scelta “condivisa” salta perché si fanno notare le difficoltà di collegamento con l’area scelta, che dista almeno tre km da Martina. La riunione viene aggiornata con la promessa che il distretto non sia un episodio, ma venga inserito in una riflessione globale sui servizi comunali. Infatti il 7 luglio scorso viene nuovamente convocato un incontro per comunicare alla città di aver trovato la soluzione: Ortolini.
E siamo punto e daccapo: i sindacati fanno notare che comunque la struttura è lontana dal centro e quindi la natura stessa della sede del distretto sociosanitario viene meno. La discussione si fa animata: Colasanto, il dirigente dell’ASL di Taranto fa sapere che non possono esprimere un giudizio su qualcosa appresa pochi minuti prima e quindi chiede un sopralluogo, il cui seguito è noto.
Per la costruzione della sede i tempi previsti, secondo i tecnici dell’ASL è di almeno tre anni, nel frattempo quindi l’Azienda Sanitaria stanzia dei fondi per l’affitto di un immobile che ne faccia temporaneamente le veci. Alla gara si presentano i tre. In una nota scritta del 21 maggio scorso, la ASL chiede al Comune di Martina di esprimersi relativamente all’agibilità pedonale del ponte sulla ferrovia, in riferimento alla gara. Il comune, con una nota a firma del dirigente ai Lavori Pubblici del 10 giugno dice: “si comunica che la struttura è fruibile sia dal punto di vista del transito veicolare sia del transito pedonale”. La nota non fa riferimento ai trasporti pubblici e inoltre è in evidente contrasto con quanto affermato nel 1994 dal commissario straordinario Di Caprio riguardo all’agibilità. All’epoca della costruzione del ponte infatti, fu fatto notare che i passaggi pedonali erano troppo stretti (citando testualmente: “varia da un minimo di 48 cm ad un massimo di 54 cm […] risultando la larghezza utile del marciapiedi notevolmente inferiore agli standards minimi di legge”). Per lunedì è comunque prevista la risposta della commissione sulla gara.
Tornando all’area destinata per il distretto, secondo il PRG martinese, le aree destinate a servizi che abbiano un’estensione di almeno dodicimila metri quadri sono diverse, oltre quelle presentate dall’amministrazione, e alcune di loro sono addirittura nella città: la zona Votano, l’area alle spalle della Madonna della Sanità e la zona a ridosso di Via Gramsci nel quartiere Carmine, solo per citarne alcune. Perché non pensare ad alcune di queste come sede del distretto?
Quello che rimane, infine, è il rischio che il distretto sociosanitario Martina Franca – Crispiano rimanga senza sede, a differenza di tutti gli altri comuni jonici che per tempo hanno risposto alla chiamata della ASL.
PS: mentre scrivevamo, siamo venuti a conoscenza dell’autocandidatura a sede del distretto da parte dell’Hotel Dell’Erba, con una lettera indirizzata al sindaco Palazzo, alla ASL e ai sindacati.
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