Quanto arsenico nelle urine dei tarantini?
Al dott. Ippazio Stefano
Sindaco di Taranto
Gentile Sindaco,
quanto arsenico c'è nell'urina dei tarantini?
La domanda che Le facciamo nasce da una notizia che è stata battuta il 30 luglio 2009 su tutte le agenzie di stampa.
Infatti in una ricerca curata dal Cnr appaiono dati allarmanti: nelle urine di un campione di abitanti di Gela e dintorni c’è una presenza di arsenico del 1.600% oltre il limite. I risultati del progetto Seibiomag, pubblicato su 'Epidemiologia&Prevenzione”, non lasciano possibilità di dubbio: nel 20% dei casi esaminati anche il sangue risulta avvelenato da inquinanti industriali.
Lo studio è stato condotto su Sangue intero, Plasma e Urine ed è stato finanziato dall’assessorato al territorio ed ambiente della Regione Siciliana. La realizzazione ha coinvolto IFC-CNR e Organizzazione Mondiale della Sanità.
Oltre all’arsenico nelle urine, nel campione di popolazione monitorato a Gela sono state riscontrate quantità “significative” anche di piombo, cadmio e mercurio.
I metalli che sono stati oggetto di studio sono l’arsenico, il mercurio, il selenio, il rame, l’antimonio, il tallio, il berillio, il piombo, il cadmio, il vanadio.
Sono sostanze emesse anche a Taranto nell'area industriale: anzi Taranto supera complessivamente di gran lunga Gela per molti di questi inquinanti.
Ecco i dati più aggiornati del registro Ines (Inventario Nazionale Emissioni e loro Sorgenti) che raccoglie le dichiarazioni di emissione in acqua e atmosfera da parte delle aziende:
Piombo (cancerogeno): Gela 4944 kg/anno mentre Taranto 74297 kg/anno. Taranto batte Gela 15 a 1.
Mercurio (neurotossico): Gela 55 kg/anno mentre Taranto 1826 kg/anno. Taranto batte Gela 33 a 1.
Cadmio (cancerogeno): Gela 23 kg/anno mentre Taranto 733 kg/anno. Taranto batte Gela 31 a 1.
Questi dati sono relativi al 2006, sono stati resi noti nel novembre 2008 e si possono ricavare dal sito ufficiale del registro Ines:
Ecco perché riteniamo che le analisi compiute sugli abitanti di Gela debbano essere effettuate anche su quelli di Taranto.
Taranto, come Gela, ha subito una industrializzazione selvaggia priva di seri controlli. Gela è un polo petrolchimico. Taranto ha una presenza poliedrica che va dall'acciaio alla raffinazione del petrolio fino al cemento e alla produzione di emergia.
Ma veniamo al dato dell'arsenico di Gela che ha suscitato il maggiore clamore a livello nazionale e mediatico.
A Gela le emissioni stimate di arsenico sono di 264 chilogrammi/anno mentre a Taranto ammontano a ben 1116 chilogrammi/anno. Dati registro Ines 2006.
Se le emissioni di arsenico a Taranto ammontano a quasi 5 volte quelle di Gela è lecito attendersi un controllo anche a Taranto per verificare c'è arsenico nel corpo dei tarantini
Nel più grave incidente nazionale che ha comportato fuoriuscita di arsenico (Enichem di Manfredonia, 26 settembre 1976) si stima che siano fuoriuscite circa 10 tonnellate di arsenico.
Se a Taranto la stima è di oltre una tonnellata per anno, vuol dire che con questi numeri in un decennio ci allineiamo al più grande disastro italiano relativo all'arsenico.
L'arsenico agirebbe come co-carcinogeno, favorendo le mutazioni prodotte da altre sostanze, ad esempio idrocarburi policiclici aromatici, benzene, diossina. E' ormai dimostrato che anche piccole quantità di arsenico nell'organismo possono inibire il processo di riparazione del DNA danneggiato e quindi favorire l'insorgenza di tumori.
L'arsenico è stato riscontrato a Taranto anche in alcuni carotaggi per verificare lo stato della falda, ma sarebbe importante che tutti i cittadini ne potessero avere piena cognizione e che venissero resi noti tutti i dati di analisi dello stato della falda.
Il sindaco è supremo garante della salute dei cittadini, e la legge prevede che, in qualità di Ufficiale di Governo, debba “prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità dei cittadini” (Dlgs 267/2000, art.54).
Ne discende che anche in questo caso è Suo compito “prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità dei cittadini”.
E' nell'ambito dei suoi poteri di prevenzione che Le chiediamo di attivarsi immediatamente perché a Taranto vengano effettuate le stesse analisi del sangue e delle urine compiute sui cittadini di Gela.
E Le chiediamo che siano considerate e approfondite anche le risultanze delle analisi delle urine e del sangue effettuate sui lavoratori ad esempio della cokeria Ilva. Ci riferiamo alle analisi presentate a Bari il 9 maggio 2008 dalla dottoressa Lucia Bisceglia nel convegno “Taranto sotto la lente” curato da Arpa Puglia. Furono presentati dati scientifici che non offrono serenità circa la tollerabilità delle esposizioni riscontrate. Tali analisi hanno evidenziato criticità gravi che andrebbero valutate in quanto anche i lavoratori sono cittadini e rientrano sotto il suo “ombrello di protezione” istituzionale.
Le chiediamo alla luce di quei dati di fare una comparazione con Gela.
Lei ritiene che i lavoratori della cokeria possano contrarre il cancro con frequenze superiori alla media? Vi sono dati per affermarlo? Sono nella Sua disponibilità? Se sì è Suo dovere agire. Se non vi sono dati epidemiologici su questi lavoratori allora vi sarebbe una grave inadempienza in quanto Lei non disporrebbe dei dati per valutare se vi è un pericolo per l'incolumità dei cittadini e per esercitare un Suo dovere istituzionale.
Le analisi devono inoltre toccare anche i lavoratori del gruppo Eni e di Cementir che hanno a che fare quotidianamente ad esempio con benzene, idrocarburi policiclici aromatici e pet-coke.
Gela è nota per aver utilizzato una sostanza ad alto rischio per la salute come il pet-coke, sostanza che a Taranto viene stoccata in grandi quantità ed è finita in mare durante le fasi di scarico in porto. Inoltre a Taranto sono in corso procedure autorizzative per l'uso del pet-coke nel polo industriale jonico.
Lei ha già dimostrato una forte attenzione sulla questione pet-coke segnalando nel novembre 2007 alle autorità competenti il transito sul territorio comunale di numerosi autocarri adibiti giornalmente alla movimentazione del pet-coke dal porto al luogo di stoccaggio. La magistratura ha indagato su sversamenti di pet-coke.
Lei è medico sensibile ai problemi della salute e questo dà ancora più forza e competenza alla Sua azione di sindaco.
Per questo attendiamo che, a partire dall'emergenza arsenico presente anche a Taranto, Lei utilizzi tutti i suoi poteri per individuare i livelli di esposizione della popolazione agli inquinanti, per individuare la loro provenienza e per proteggere la salute dei cittadini e in particolare dei lavoratori che operano in aziende presenti nel territorio.
Per PeaceLink
Ing. Biagio De Marzo
Prof. Alessandro Marescotti
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