La legge regionale antidiossina rischia di fallire
Il 27 agosto il dott. Roberto Giua dell'Arpa Puglia presenterà a Pechino i dati dell'inquinamento da diossina a Taranto nell'ambito del Simposio Internazionale Dioxin 2009 (www.dioxin2009.org).
La relazione del dott. Giua avrà come titolo
"PCDD/F Wind-Selective Sampling in Taranto Area" (Campionamento vento-selettivo di diossine e furani nell'area di Taranto).
Toccherà quindi la delicata questione dell'origine delle diossine e della loro deposizione delle diossine correlata alla direzione dei venti. I dati sono stati elaborati grazie ad un apposito sistema tecnologico avanzato (campionatore WIND-SELECT per il campionamento “vento-selettivo”) di cui Arpa Puglia si è dotata e che consente di misurare gli inquinanti a seconda della direzionalità dei venti, attribuendo quindi con precisione gli inquinanti alla loro fonte di provenienza.
La notizia che l'Arpa Puglia possa presentare in un autorevole simposio internazionale i propri dati sulla diossina, raccolti ed elaborati con sofisticate tecnologie di analisi, ci consente di affermare che un grande risultato è stato raggiunto sul versante dei controlli. Sulla questione diossina prima c'era il buio assoluto e ora c'è una quantità e qualità di dati tale da essere presentata ai massimi livelli del dibattito scientifico internazionale.
Questo risultato ci rende fieri dei passi in avanti compiuti in soli due anni grazie ad Arpa Puglia. Abbiamo però la preoccupazione che a tale pregevole sforzo di analisi ed elaborazione non corrisponda però sul versante politico un analogo sforzo per la rigorosa applicazione delle legge regionale antidiossina. La legge sta infatti segnando il passo e sta rischiando di fallire nei suoi punti più qualificanti.
Per questo motivo PeaceLink, oltre ad aver inviato negli scorsi giorni una lettera all'Arpa Puglia per pubblicare su Internet i dati dell'ultimo controllo sulla diossina effeuutato dopo l'aggiunta di urea, adesso scrive al Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola per chiedere all'Ilva il rispetto dei tempi della legge antidiossina in modo da evitare che fallisca nei suoi punti più qualificanti: il "controllo continuo" dei fumi e la riduzione delle emissioni sotto il valore "europeo" di 0,4 nanogrammi a metro cubo.
Si allega la lettera inviata a Nichi Vendola.
Per Peacelink
Biagio De Marzo
Alessandro Marescotti
e per conoscenza
All’Assessore regionale all’ecologia, Onofrio Introna
Al Direttore generale dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato
Al Sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno
Gentile Presidente,
mentre il “caso Taranto” sta per essere presentato a Pechino nel simposio internazionale di Pechino “Dioxin 2009” dall’Arpa Puglia, la legge regionale antidiossina rischia di fallire nel suo obiettivo più ambizioso: quello di far scendere entro il 31 dicembre 2010 le emissioni di diossina sotto il limite “europeo” di 0,4 nanogrammi a metro cubo.
Occorrono infatti circa 16 mesi per implementare un sistema efficace di abbattimento della diossina.
Facendo i calcoli, fra 16 mesi saremo esattamente a pochi giorni dalla scadenza del 31 dicembre 2010 fissata dalla legge antidiossina.
Ecco perché scriviamo adesso questa lettera preoccupata chiedendo che Lei richiami l’Ilva al rispetto dei tempi di attuazione della legge.
Se parliamo di 16 mesi per l’implementazione delle migliori tecnologie è a ragion veduta.
Infatti l’impianto di sinterizzazione dell’acciaieria di Linz in Austria ha realizzato uno dei più avanzati sistemi di abbattimento della diossina in Europa con il seguente cronoprogramma:
* firma del contratto: marzo 2006
* inizio della fase di engineering: aprile 2006
* inizio della costruzione: ottobre 2006
* entrata in funzione: agosto 2007
Con questo sistema avanzato è stato possibile tagliare le diossine del 97% scendendo sotto il valore di 0,1 nanogrammi a metro cubo e dimostrando che è possibile raggiungere obiettivi ancora più ambizioni di quello fissato dalla legge regionale. Il “filtro austriaco”, oltre alla diossina, può ridurre le polveri del 99%, il mercurio del 97%, il piombo del 99%, l’acido cloridrico del 92%, l’acido fluoridrico del 92% e i composti organici volatili del 99%. Come si può notare la diossina è solo la punta più pericolosa di una massa di sostanze tossiche derivanti dal processo di sinterizzazione. Ed è per questo che occorre applicare un sistema avanzato ed efficace.
Ad oggi la proprietà dell’Ilva non ha dichiarato il tipo di tecnologia che intende adottare né ha presentato un progetto per abbattere le emissioni sotto il limite fissato dalla legge regionale. Incominciamo a pensare che la legge, di questo passo, fallirà nella sua applicazione.
Gentile Presidente, questo non è un problema tecnico ma di volontà politica. Non è una faccenda da chimici o ingegneri o tecnici dell’Arpa, ma è una questione che riguarda la credibilità della Giunta Regionale. Ci attendiamo il colpo di scena: fra non molto il Gruppo Riva dichiarerà che la legge regionale antidiossina non è applicabile perché i tempi di adeguamento dell’impianto “non sono compatibili” con la scadenza del 31 dicembre 2010. E avrà “tecnicamente” ragione. Occorre agire prima che l’Ilva abbia “tecnicamente” ragione.
Gentile Presidente, è chiaro che non servirà in futuro fare dichiarazioni di fuoco nel 2010: occorre chiedere ora il cronoprogramma per la realizzazione del secondo step finalizzato al “taglio” della diossina sotto il limite di 0,4 nanogrammi a metro cubo. Noi sappiamo che per l’adeguamento al Protocollo di Aarhus sui valori europei di diossina l’Ilva da dichiarato come data di adeguamento il 2014 e questo è inaccettabile. Occorre pertanto un forte richiamo politico, in quanto tecnicamente le soluzioni esistono: il problema di fondo è che Riva deve mettere mano al portafogli.
Deve essere chiaro a tutti che è finito il tempo dei rinvii.
Il protocollo integrativo firmato a Roma prevede che l’Ilva presenti uno “studio di fattibilità dell’adeguamento dello stabilimento di Taranto ai valori limite” fissati dalla legge regionale. Tale studio deve essere presentato alla Regione Puglia e al Ministero dell’Ambiente “entro” il 30 dicembre 2009. Attenzione però: attendere quella data significa far fallire la legge mentre oggi siamo “entro” quel termine ultimativo ed “entro” il 16 mesi di cui sopra.
Ecco perché occorre chiedere subito all’Ilva lo studio di fattibilità e il cronoprogramma per adempiere alla scadenza del 31 dicembre 2010.
Lasciare passare altro tempo sarebbe una sconfitta per tutti noi che in questa legge abbiamo creduto.
In secondo luogo vogliamo essere espliciti sulla legge regionale antidiossina e su come sta procedendo la sua applicazione.
Nella modifica della legge antidiossina del 30 marzo 2009 non si fa cenno al “campionamento in continuo” (ossia il controllo 24 ore su 24 per tutto l’anno) che era uno dei punti più qualificanti della versione del 16 dicembre 2008 a sostegno della quale ci eravamo mobilitati. Tuttavia, se la nostra interpretazione è esatta, la legge del 30 marzo 2009 va a modificare solo l’articolo 2 della legge del 16 dicembre 2008 ma non cancella l’articolo 3 della legge del 16 dicembre 2008 in cui si prevede quanto segue:
“Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore delle presenti disposizioni, i gestori di impianti di cui all’articolo 1, già esistenti e in esercizio, devono elaborare un piano per il campionamento in continuo dei gas di scarico e presentarlo all’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Puglia (ARPA Puglia) per la relativa validazione e definizione di idonea tempistica per l’adozione dello stesso. Gli oneri connessi all’esecuzione del predetto piano sono a totale carico dei soggetti gestori”.
Perché dunque fino ad ora l’Ilva non ha presentato il “piano di campionamento in continuo” previsto dall’articolo 3 della legge antidiossina che a tutt’oggi ci risulta in vigore?
Attendiamo anche su questo una risposta e porgiamo i nostri più cordiali saluti
Per PeaceLink
Biagio De Marzo, Alessandro Marescotti
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