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Proteste e reazioni dopo il “sì” all’Eni per cercare petrolio

Trivelle in Mar Grande, rivolta degli ambientalisti

"La città è ormai sotto il tiro del Governo".
Il silenzio: da Provincia e Comune nessun commento alla decisione
30 settembre 2009
Fonte: Corriere del Mezzogiorno - 30 settembre 2009

Coro di no dagli ambientalisti e dal consigliere regionale Mino Borraccino contro il lasciapassare concesso all’Eni per trivellare il mar Grande di Taranto.
Tacciono le istituzioni. Neanche una reazione da Provincia e Comune.

“Taranto è ormai sotto tiro del Governo – commenta Leo Corvace, di Legambiente – prima la Via favorevole per triplicare la produzione di energia da parte dell’Eni.
Ora il nulla osta per l’attività di prospezione e ricerca off shore di idrocarburi nello specchio di mare antistante mar Grande. I sondaggi marini provocheranno ulteriore impatto ambientale. Si arrecheranno danni alla pesca, con il sistema della sismica di riflessione si metteranno a rischio i cetacei di passaggio.Ripercussioni negative anche sul posidonieto dell’isola di San Pietro, rientrante tra i Sic (sito di interesse comunitario, ndr) ei banchi coralliferi presenti lungo il litorale. Proprio la presenza del Sic deve imporre la preliminare valutazione di incidenza su cui deve esprimesi la Regione. Legambiente si riserva un eventuale ricorso alla comunità europea”.
Eni di Taranto

Decisamente contrario al progetto di perforazione anche il Comitato per Taranto.
Esprime – è scritto in un comunicato – “ la più assoluta indignazione per i modi assolutamente non partecipativi e non trasparenti con cui i vari ministeri, gli enti locali e le soprintendenze hanno concesso che tali sondaggi, altamente inquinanti e nocivi per la salute del nostro mare e per la fauna ittica, venissero effettuati.
A tal proposito presenterà ricorso ai sensi del Protocollo di Aarhus.
Il sondaggio con tecnica Air Gun, le eventuali azioni sui fondali e la dispersione di sostanze tossiche sono devastanti per la fauna ittica ( diminuzione del pescato di oltre il 70 per cento in un raggio di circa 40 miglia nautiche ) , così come lamentato dagli stessi pescatori e mitilicoltori locali e si ripercuoteranno sulla qualità delle acque e del cibo. In questo senso le prescrizioni del Ministero dei Beni Culturali diventano ridicoli pro-forma. Alle nostre osservazioni inviate a Comune e Provincia non si è avuta alcuna risposta”.

Il Comitato per Taranto condanna sia l’atteggiamento dei ministeri e delle soprintendenze ma soprattutto l’inconsistenza dell’azione svolta dagli enti locali e particolarmente dal Sindaco “quale tutore della salute pubblica”.

Nettamente contrario è Mino Borraccino consigliere regionale dei Comunisti sinistra popolare.

“La richiesta avanzata dall’Eni di compiere trivellazioni nel mar Grande di Taranto per ricercare giacimenti di idrocarburi – sostiene – era e rimane a dir poco preoccupante se non addirittura inquietante.
Valutiamo attentamente i danni ambientali e culturali che questo progetto arrecherebbe e uniamoci per far sentire il nostro no forte e chiaro al governo nazionale perché si adoperi per porre il proprio veto”.

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