La nuova centrale termoelettrica Enipower è un progetto inaccettabile.
Facciamo appello alle istituzioni perché si cominci a costruire questo futuro sostenibile.
Mettiamo subito in chiaro che è positivo il fatto che vengano usate tecnologie ecocompatibili e che si usi il gas metano al posto dell'olio combustibile. Ma il progetto di nuova centrale comporterebbe un aumento complessivo della potenza da 87 a 288 MW.
Questo è il punto dolente.
Aumentare la potenza infatti vanificherebbe in buona parte i vantaggi raggiungibili con le migliori tecnologie.
Pertanto l'interesse della città è quello di favorire la sostituzione di impianti "vecchi" con impianti "ecocompatibili" per pari potenza: 87 MW "nuovi" al posto di 87 MW "vecchi".
Ma moltiplicare per tre volte e mezza la potenza è una scelta a cui la società civile sta dicendo NO a gran voce.
Il Consiglio Comunale e il Consiglio Provinciale è bene che si esprimano.
I tecnici della Regione Puglia hanno documentato il loro parere negativo evidenziando un formidabile incremento della *Co2* (anidride carbonica) del 276%.
Questo contribuirebbe ad aumentare l'effetto serra infrangendo ulteriormente il Protocollo di Kyoto e procurando all'Italia nuove "multe".
Ma va sottolineato un altro dato importante: gli stessi tecnici della Provincia in data 30 marzo 2009 hanno espresso il loro parere contrario di compatibilità ambientale riscontrando "elementi ostativi" nel quadro emissivo analizzato.
Così come è accaduto per il rigassificatore, il Comune di Taranto ha il compito di esprimere una valutazione che raccolga pareri tecnici e osservazioni dei cittadini.
Vogliamo fare una controproposta all'ENI: quella di creare a Taranto un centro sul fotovoltaico simile a quello di Nettuno, in provincia di Roma.
Chiediamo che Taranto, con il Politecnico e la Facoltà di Ingegneria per l'Ambiente e il Territorio, rientri nei progetti di espansione di Enipower.
Stiamo assistendo ad un positivo incremento dei pannelli solari installati, il che significa nuova produzione di celle e moduli fotovoltaici in silicio cristallino. Aumentano anche le attività di commercializzazione del prodotto Enipower a marchio Eurosolare e quelle di progettazione e fornitura di sistemi "chiavi in mano".
Tutto ciò ha un indotto occupazionale ben superiore rispetto ai cinquanta posti di lavoro previsti con la costruzione della nuova centrale (altro che 3000, come ha sbandierato qualche politico locale!).
Un centro Enipower dedicato al fotovoltaico potrebbe svolgere, in sinergia con l'Università e con il Polo Scientifico-Tecnologico previsto da Area Vasta, una rilevante azione didattica e formativa sia sul territorio locale ma anche nazionale che internazionale, mettendo a disposizione le conoscenze e le esperienze sul solare.
A Nettunia lo Stabilimento Enipower ha consentito di inserire il tessuto produttivo nell´ambito di accordi internazionali dei Ministeri Ambiente e Ricerca Scientifica, favorendo interscambi con la Repubblica Popolare Cinese e i suoi imprenditori.
Si sta aprendo un mercato immenso.
L'inserimento nella globalizzazione delle tecnologie per le energie rinnovabili è la sfida strategica a cui stiamo assistendo.
Se Taranto si accontenterà di bruciare gas rimarrà esclusa dai nuovi scenari tecnologici che progetteranno l'energia del futuro.
Facciamo appello alle istituzioni perché si cominci a costruire questo futuro sostenibile.
Una centrale triplicata contribuisce invece ad emettere più gas serra.
Surriscaldare il Pianeta, far sciogliere le calotte polari, far aumentare la desertificazione, creare le condizioni per una diffusione della malaria, devastare ancora di più il Pianeta e il suo clima: è questo che vogliamo?
No: è venuto il momento di scegliere il solare e un futuro sostenibile.
Gabriele Pugliese - Presidente Commissione Ambiente Comune di Taranto
Alessandro Marescotti - Presidente di PeaceLink
Articoli correlati
- Meloni più audace di Putin
Si condanna l’occupazione russa dell’Ucraina mentre si continua ad occupare l’Iraq
Nessuno sembra farci più caso ma i militari della NATO, ora sotto comando italiano, stanno sempre occupando illegalmente il Nord Est dell’Iraq, zona grande quanto il Donbass. Più audace di Putin, la Premier Meloni, in tuta mimetica, è andata sotto Natale a rendere loro visita. Nessuno ha fiatato.1 gennaio 2023 - Patrick Boylan - Azione nonviolenta a Roma davanti all’ENI
Solidarietà agli attivisti di Extinction Rebellion
Gli attivisti chiedono di incontrare i ministri Patuanelli e Gualtieri, che detengono la Golden Share con cui si può indirizzare l’ENI verso la fuoriuscita dal fossile e verso nuove politiche sostenibili in Italia e nel mondo9 ottobre 2020 - Alessandro Marescotti - “Intanto io lo so...”
La pubblicità “verde” di ENI smascherata da due gruppi ecologisti
A sostegno della loro denuncia, gli attivisti mettono a disposizione online un prezioso documento ricco di infografiche. Inoltre, organizzano un webinar il 14 maggio per presentarlo.12 maggio 2020 - Patrick Boylan Sotto la Hidrochemical la falda è avvelenata. Arsenico più di 40 volte oltre i limiti
I dati preoccupanti dopo la caratterizzazione del sito3 gennaio 2018 - Luciano Manna
Sociale.network