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Eni. Gli industriali pugliesi criticano il doppio “no” della giunta su centrale e raddoppio della raffineria

Confindustria: la Regione è troppo ambientalista

Si deve registrare con vivo rammarico la prevalenza nell’esecutivo regionale di orientamenti animati da forte sentimento ambientalistico
15 ottobre 2009
Fonte: Corriere del Giorno - 15 settembre 2009

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Confindustria Puglia all’attacco della Regione.

Dopo il doppio “no” espresso dalla giunta Vendola:centrale Enipower e raddoppio della raffineria Eni di Taranto, gli industriali esprimono il loro dissenso sulle decisioni dell’esecutivo regionale e annunciano la volontà di “promuovere, di concerto con le organizzazioni datoriali e sindacali tarantine, insieme al mondo della ricerca e alle istituzioni locali, ogni utile iniziativa per addivenire ad equilibrate valutazioni di merito che possano favorire la realizzazione dell’investimento industriale”.

Secondo Confindustria Puglia le delibere della Giunta regionale,“se da un lato rischiano di intralciare il disegno di potenziamento produttivo e di miglioramento della ecosostenibilità di un’area produttiva come quella della raffineria di Taranto, dall’altro rischia di penalizzare pesantemente l’imprenditoria locale e le migliaia di lavoratori, tecnici, quadri e dirigenti delle aziende impiantistiche ed edili del territorio, in una fase congiunturale già segnata da un sostenuto e prolungato rallentamento delle commesse, e dal conseguente massiccio ricorso alla cassa integrazione.

E’ opportuno al riguardo ricordare che l’investimento dell’Eni, già presentato ufficialmente presso la Presidenza della Regione Puglia negli scorsi anni, per le sue dimensioni pari a 1 miliardo di euro, per le sue finalità produttive e di ecosostenibilità e per l’occupazione che avrebbe assicurato nella fase di cantiere pari a 3000 unità, aveva meritato l’attenzione delle Autorità regionali, che avevano anche avanzato la proposta di istituire una cabina di regia, aperta al territorio,per assicurarne un’ampia e vigile partecipazione alla realizzazione del progetto.

Ora invece si deve registrare ancora una volta con vivo rammarico la prevalenza nell’esecutivo regionale di orientamenti che,animati da forte sentimento ambientalistico, non favoriscono intervento di incremento produttivo con il miglioramento ambientale di impianti strategici per l’economia regionale”.

Tali atteggiamenti, di fatto, portano al declassamento del sistema industriale tarantino, preparandone il declino e lo smantellamento con la conseguente desertificazione produttiva della città, senza peraltro proporre e favorire credibili scelte strategiche alternative.

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