Quattro stagioni e nuovi spazi all'aperto Taranto riscopre il teatro. In periferia
Arrivare ai Tamburi, ai suoi confini, sotto la tangenziale che divide la città dall’Ilva, è perlomeno un impegno. Per questo li avevano presi per pazzi, quando due anni fa decisero di stabilirsi in via Grazia Deledda. E di adattare a teatro un auditorium dell’università, all’ombra delle ciminiere che sputano veleno.
«Ma figurarsi se verranno fin qui per uno spettacolo». Inve ce al TaTà sono arrivati, in tanti. Chi deve pagare paghi: il Crest ha vinto la scommessa. Ha saputo fiutare la fame di teatro. Una fame tanto grande che la compagnia tarantina quest’anno è stata costretta a una programmazione ancora più appagante.
Si parte il 27 novembre con Un amore dell’altro mondo, omaggio di Simona Gonella a Kurt Cobain dei Nirvana e al disagio giovanile, tema caro al Crest. Dodici gli appuntamenti, più tre in tandem con la stagione del Comune.
Ci saranno gli attori che si dividono tra cinema, televisione e teatro: Luca Zingaretti, Claudio Santamaria e Michele Riondino. E, ancora, i classici rivisitati e «violentati » : Il malato immaginario del Kismet, l’ Amleto «cucinato » dall’Emilia Romagna Teatri, il pirandelliano Uno nessuno e centomila ripensato dalla compagnia Krypton di Cauteruccio.
Il momento di approfondimento sarà dedicato ai rapporti tra i giovani e la memoria con una tre giorni su Risorgimento, Repubblica e Resistenza (tra le rappresentazioni, Made in Italy di Babilonia Teatri, Premio Scenario 2007).
Irromperà anche la scena internazionale con il Teatro Delusio dei berlinesi Familie Flöz. E, infine, la novità teatrodanza, con in primo piano Giorgio Rossi e la cantautrice Paola Turci in Cielo della compagnia Sosta Palmizi.
La stagione del Crest al Tatà, promossa in collaborazione con la Provincia e il Teatro pubblico pugliese, si chiama «Periferie». Ma i linguaggi attuali sono sempre più al centro.
«E pensare che Taranto era una terra straniera per il nuovo teatro», dice Clara Cottino. Adesso la linea dell’innovazione del Crest, che propone anche laboratori e arti visive, ha influenzato le scelte del Comune, non solo per gli spettacoli condivisi al Tatà. Anche il cartellone del teatro Orfeo ha lo sguardo coraggiosamente rivolto alla contemporaneità.
Insomma, la «periferia» a Taranto si è fatta baricentro te atrale. Anche col miracolo di ben due stagioni per ragazzi, entrambe coordinate dal Crest: la prima, «Favole & Tamburi », include dieci spettacoli al TaTà la domenica pomeriggio; l’altra, pre sentata ieri mattina da Comune e Tpp, prevede, sempre al TaTà, e nel ritrovato auditorium Tarentum, nove spettacoli in matinée delle migliori compagnie nazionali e pugliesi.
Erano anni che l’amministrazione comunale non pianificava un cartellone per i giovanissimi. E anche questo va interpretato come un segnale della rinascita teatrale che Taranto sta improvvisamente vivendo.
La città non ha ancora un contenitore comunale. Ma per i contenuti si sta ben attrezzando.
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