Primi vagiti del Polo tecnologico La missione: bonificare Taranto
Il Polo tecnologico Magna Grecia punta alla bonifica dell'aria e dell'acqua: così il comitato scientifico riunitosi ieri nella sede dell'Ateneo di Bari ha gettato le prime basi
per quello che sarà il cuore della ricerca del territorio ionico. All'incontro prettamente scientifico cui hanno preso parte rappresentanti del mondo universitario, dell'Asl del Cnr e dell'Arpa ne seguirà oggi uno di indirizzo politico a cui prenderanno parte i partner dell'importante progetto (ore 15 in Palazzo di città a Taranto). Dopo che la Regione ha finanziato con un importo di 50 mila euro lo studio di fattibilità, il progetto inizia ad entrare nel vivo. Il polo tecnologico, che avrà sede nel quartiere Paolo VI, sarà un centro di ricerca con indirizzo ambientale che si occuperà di studiare e dare risposte sui temi derivanti dal rapporto tra ecosistema e industria.
Il progetto nasce da un protocollo avviato tra Comune, Provincia, Asl, Arpa, Cnr, Politecnico, Università. Lo studio di fattibilità del centro previsto in Area vasta, finanziato dalla Regione con fondi Cipe, è stato affidato al Politecnico ionico, partner dell’iniziativa. Tra i presenti all'incontro di ieri i rettori dell'Ateneo Barese Corrado Petrocelli e del politecnico Nicola Costantino, i presidi delle facoltà tarantine di Giurisprudenza, Antonio Uricchio, e di ingegneria, Gregorio Andria, e i rappresentanti dell'Asl Cosimo Scarnera dell'Arpa Giorgio Assennato e del Cnr Nicola Cardellicchio.
Tra i compiti del comitato scientifico, che ieri ha gettato le basi degli obiettivi cui guarda il progetto, vi è stato anche quello di ipotizzare il futuro: ovvero l'opera di bonifica che da qui ad un tempo abba s t a n z a breve si dovrà mettere in atto per decontaminare l'aria, e soprattutto l'acqua e l a t e r r a (elementi che maggiormente trattengono agenti inquinanti) di Taranto. Tra le peculiarità del polo tecnologico tarantino vi è sicuramente lo stretto legame che avranno le ricerche di tutte le realtà scientifiche riunite in un unico polo: lavorare sulla formazione dei nuovi ricercatori ma soprattutto sull’innovazione dei processi di bonifica, in special modo dalla diossina, e salvaguardia dell' ambiente.« Do bbiamo già capire da oggi che approccio avere nel futuro con quello che ha lasciato la sostanza inquinante. Quindi oggi pensiamo ad un approccio avanzato: un occhio sul presente per vedere come decontaminare nel futuro» ha spiegato al Corriere il dirigente Spesal Cosimo Scarnera.
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