Tamburi, record di veleni: contaminata anche la falda
Berillio e antimonio infettano il terreno del quartiere Tamburi di Taranto mentre il manganese e il triclorometano si sono insinuati nella falda.
Il rione, sorto tra le due guerre e oggi a contatto di gomito con l’area industriale, deve essere bonificato. Probabilmente è il primo caso in Italia nel quale un’amministrazione pubblica deve decontaminare un quartiere abitato da 24 mila persone per renderlo sicuro e compatibile con la salute collettiva. Gli abitanti del rione hanno ormai confidenza con la diossina, le polveri sottili e, da poco tempo, con il benzo( a) pirene che avvelena l’aria. Ora dovranno anche guardare dove passeggiano o piantano alberi perché, tranne le aree asfaltate esenti da inquinanti proprio grazie allo scudo protettivo di asfalto, il resto è pieno di veleni di varia natura e pericolosità. Ieri mattina sono stati resi noti i risultati della «caratterizzazione» eseguita su 75.6 ettari del quartiere, dei quali un quinto destinato a verde.
I tecnici hanno effettuato 32 sondaggi e utilizzato sei piezometri per portare a termine i 114 campionamenti complessivi. I quindici ettari verdi sono risultati contaminati. Nello strato superficiale del suolo, fino a un metro di profondità, il primato va al berillio che sfora il limite di 2 milligrammi per chilogrammo di terreno 11 volte su 39, raggiungendo nelle varie zone valori di 2.7, 2.86, 2.9; trovati valori superiori anche per antimonio, piombo, zinco, Pcb, idrocarburi pesanti. Nel sottosuolo, primeggia l’antimonio: dovrebbe essere presente fino a 10 milligrammi per chilo, invece ce n’è fino a 15; sono stati registrati anche valori alti di arsenico, berillio, cromo totale, cobalto, nichel. Nelle acque di falda questi primi esami hanno portato a galla concentrazioni alte, 1.58 microgrammi su litro anzichè 0.15 previsto per legge, di triclorometano, e poi presenze di manganese, dibroclorometano, e altri alogenati. I risultati sulla falda non sono stati ritenuti definitivi e a settembre, insieme con i lavori di bonifica sarà assegnato anche l’incarico di ulteriori esami sulle acque.
I risultati della caratterizzazione e la necessità della bonifica del quartiere sono stati commentati ieri mattina a Palazzo di città dagli architetti Enzo La Gioia e Mario Romandini del Comune; da Michele Notarnicola, docente di tecnologia ambientale, responsabile del gruppo di tecnici di cui fanno parte Cosimo Natuzzi e Gianluca Intini, che hanno supportato l’amministrazione. Il sindaco Stefàno ha sottolineato la rapidità con cui è stata chiusa questa fase. A settembre scatta la bonifica e l’ulteriore indagine sulla falda che saranno completati entro febbraio del 2011 e costeranno quattro milioni.
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