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Il racconto

La chioma brizzolata della seducente "signora"

Come può essere che, per vivere , questa signora, non possa e non voglia fare a meno di questi fumi brizzolati che portano lavoro e morte ad alcune decine di migliaia di persone?
Perché questa "signora" ,Taranto , non chiede ancor di più il rispetto delle regole, quelle della possibilità alla vita?
6 luglio 2010
Giorgio Fasan
Fonte: Iam - Informazione e ambiente - 02 luglio 2010

Ci sono cose nella vita di tutti i giorni che ti colpiscono e altre dalle quali ti lasci colpire. Dalla "signora" - perché Taranto è una signora elegante, colta e fascinosa - è più facile farsi colpire piuttosto che essere colpiti. La differenza tra l'essere passivi e l'essere attivi di fronte alle cose che scorrono.

Taranto è una signora che ti seduce lentamente, ma ti seduce, senza lasciarti scampo. Quasi ti ipnotizza. Questo suo sguardo dolce ma distaccato, questo modo di abbracciarti e di allontanarti, ti mette alla giusta distanza in modo tale che tu possa vederla per come realmente è, per come vuole apparire.
Un po’ dolce,un po’ amara, un po’ amica, un po’ amante, un po’ attraente, un po’ respingente. -

La sua chioma brizzolata, sempre al vento, fluttuante e simile ai fumi della guerra. Ogni giorno di più. Una guerra sempre presente che ti fa amare la " signora" che ti lascia passare per le sue vene esterne ed interne, quelle della Taranto vecchia, con la noncuranza di chi non ti vuole dare la certezza del riconoscimento.

Percorri le sue vene con negozi chiusi da sempre, giocattoli in terra che hanno cent'anni, o anche mille, e restano lì per altri cento o mille anni senza che un bambino li possa spostare, li possa giocare. Vene dove hai la percezione che lì di gente ne è passata, ma che ora non ne passa più e se passa lo fa con gli occhi bassi come immersa in pensieri da non poter dire, da non poter dichiarare, né vedere né sentire.La paura della denuncia.

Lo spavento nel dichiarare, nell'urlare il diritto alla vita. Anche là dove alberga il cuore , al centro del petto, dove per definizione, si divoncolano le sensazioni emotive.

Dove palpita la vita, schiacciata da un fumo perenne, senza soste.

Giorno e notte ad accarezzare una città che dorme.Come un'amante che ti accarezza, mentre dormi.
Ti accarezza senza essere vista, senza rischiare il tuo risveglio. Ti prende, ti possiede.

La sua chioma brizzolata, più forte e prepotente che mai, indisturbata ti accarezza e si prepara a portarti via.Via dal lavoro, dagli affetti, dalle speranze, via dalla vita verso un oblio fittizio.

E a te, forestiero che passi e vai, questo ti arriva dalla pancia.Non ti spieghi perché c'è tanta accettazione, tanta desolazione. Perché nella "signora" coabita l'accettazione e la sconfitta

Come può essere che, per vivere , questa signora, non possa e non voglia fare a meno di questi fumi brizzolati che portano lavoro e morte ad alcune decine di migliaia di persone?
Perché questa "signora" ,Taranto , non chiede ancor di più il rispetto delle regole, quelle della possibilità alla vita?
Perché non denuncia, non chiede l'osservanza al rispetto, alla propria dignità?

I bambini girano tra il " rosso" della diossina, per le vene della città, sulle tombe della propria storia, sui prati di un campo sportivo.

E a poche decine di metri da lì , la chioma brizzolata, sospinta dal vento, si prepara, come fosse l'ultima giostra, a ricadere sottilmente continuando ad accarezzare la città che non riesce a rialzarsi.

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