Report punta la telecamera sull'economia perversa
Domenica prossima la telecamera di Report - nota trasmissione televisiva di Raitre - metterà a fuoco le distorsioni dell'economia, concludendo l'inchiesta su Taranto, città scelta - non a caso - come simbolo di uno sviluppo perverso.
Milena Gabanelli e Michele Buono concludono il ciclo del 2010 con questa ultima inchiesta "bollente" che potremo vedere domenica 12 dicembre alle 21.30 su Raitre.
Si parlerà del PIL (Prodotto Interno Lordo) come indicatore paradossale, che cresce - anziché diminuire - quando ad esempio la gente si ammala di cancro e muore di inquinamento. Report ha scelto di parlare di Taranto perché in questa città gli individui sono stati immolati sull'altare di un'economia perversa.
PeaceLink - assieme al Fondo Antidiossina Taranto - ha collaborato a questa puntata mostrando il tristemente famoso "formaggio alla diossina", simbolo di una città industriale che ha convissuto per decenni con un terribile cancerogeno senza mai esserne stata informata. E tutto ciò perché? Per non disturbare l'economia e i profitti.
La puntata farà sicuramente discutere. I veleni di Taranto ci costringeranno a guardare verso un altro modello di futuro "sostenibile" che tuteli le persone, i loro diritti e la loro dignità.
La recente classifica del Sole 24 ore (dedicata alla qualità della vita nelle province italiane) ha riservato a Taranto il centesimo posto, in coda alla graduatoria (http://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_2010/home.shtml). E' quindi lo stesso giornale di Confindustria che decreta il fallimento del "modello Taranto", basato su un'industria inquinante che - unico caso in Italia - è responsabile per il 93% delle emissioni di polveri nocive locali. Che senso ha proseguire verso un tipo di sviluppo fallimentare che ci fa scendere sempre più in basso?
E' la conferma dell'ipotesi di Report: questo sviluppo ha fatto crescere il PIL e precipitare la qualità della vita. Sapremo prendere coscienza di un'industrializzazione selvaggia che ha massimizzato i profitti scaricando sull'intera società i suoi costi sanitari, ambientali e umani? Sapremo invertire la rotta e andare verso una nuova economia sostenibile?
E' quello che auspichiamo e che la politica deve cominciare a discutere.
Articoli correlati
- Lettera ai sostenitori di PeaceLink
ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica
L’annullamento della sentenza di primo grado rappresenta un passo indietro, causato da questioni procedurali. Ma non equivale a un'assoluzione. La realtà dell’inquinamento dell’ILVA rimane comunque acquisita e il GIP di Potenza Ida Iura ha infatti emesso un nuovo decreto di sequestro degli impianti.29 ottobre 2024 - Associazione PeaceLink - Ottobre 2024
Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink
Vogliamo porre al centro il tema del diritto alla felicità. È un tema che dovrebbe toccare ciascuno di noi, invitandoci a immaginare insieme una società futura che combatta la solitudine, che superi la rassegnazione individuale e che riaffermi il principio di speranza e felicità condivisa.29 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti - La riattivazione dell'altoforno 1 dell'ILVA di Taranto
La buffa cerimonia del ministro Urso
Si potrebbe paragonare l'inaugurazione di oggi all'assurdità di una cerimonia in cui la FIAT mettesse in piedi un evento per presentare con orgoglio una Fiat 1100 malconcia di sessant'anni fa, invece di un'auto elettrica moderna e all'avanguardia.15 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti - L'inquinamento dell'ILVA va oltre il cambiamento climatico
Un futuro da costruire insieme a Taranto, la riconversione
Al termine del corteo dei Friday For Future di Taranto, Roberto ha letto questo testo che esprime le sue preoccupazioni e le sue speranze e che si conclude così: "Uniti possiamo far sentire la nostra voce e costruire un futuro migliore per noi e per le generazioni a venire."11 ottobre 2024
Sociale.network