Rifiuti, insopportabile pressione sul territorio tarantino
Lettera aperta a
Berlusconi, Maroni, Prestigiacomo, Alessandri, D’Alì, Vendola, Assennato, Comandante NOE, Florido e ai sindaci di Taranto e provincia
Da un mese circa nella provincia di Taranto si è in presenza di un ulteriore dramma, quello dei rifiuti, che si aggiunge alle ataviche disgrazie irrisolte: inquinamento, aumento di morti e malati di tumore, crisi economica, disoccupati e cassa integrazione ben superiori alle medie nazionali.
L’atmosfera che si respira in questi giorni non è quella gioiosa del Natale, ci si rifugia nella speranza di un futuro migliore, resiste ancora la volontà di non arrendersi e di creare, invece, le condizioni per un cambiamento. Questo è il senso del comunicato sulla vicenda dei rifiuti, preparato dall’associazione “Vigiliamo per la discarica”, che fa parte di “AltaMarea contro l’inquinamento – Coordinamento di cittadini ed associazioni di Taranto”.
E’ un documento lucido, consapevole e propositivo su una questione estremamente complessa e universale qual'è quella dei rifiuti, che punta alla cosa più semplice da formulare ma difficilissima da realizzare: pressare le Istituzioni responsabili e vigilare perchè le leggi siano correttamente interpretate e fatte rispettare.
AltaMarea fa proprio quel documento e lo sottopone, di seguito, all’attenzione del Presidente del Consiglio, dei Ministri dell’interno e dell’ambiente, dei Presidenti delle Commissioni dell’ambiente di Camera e Senato, del Presidente della Regione Puglia, del Direttore Generale di ARPA Puglia, del Comandante del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, del Presidente e dei Sindaci della Provincia di Taranto.
Perché quello dei rifiuti è e resta un problema politico
Bene hanno fatto e stanno facendo alcuni Sindaci, invece di continuare a ripetere un ostinato e sterile “no”, a insistere sulla necessità che i rifiuti provenienti dalla Campania siano opportunamente controllati.
Bene ha fatto la Provincia e disporre i controlli della sua polizia, insieme a quelli di Arpa e Noe.
Positiva l’istituzione del tavolo tecnico Puglia-Campania che, superando la discutibile giustificazione “umanitaria”, ha fissato il protocollo che regolamenta qualità, tempi, quantità e tipologia dei rifiuti destinati allo smaltimento in Puglia, e ha previsto precise norme che i mezzi di trasporto devono rispettare.
Questo non era mai successo per le precedenti emergenze, non solo della Campania, alle quali ha fatto fronte la provincia jonica. Eppure il protocollo fissato dal tavolo tecnico non impone condizioni straordinarie, semplicemente obbliga al rispetto delle norme che dovrebbero regolare sempre il trasporto e lo stoccaggio dei rifiuti speciali nelle apposite discariche.
Comuni, Provincia e Regione hanno dato precise direttive, che sono state puntualmente eseguite. E i controlli sono stati effettuati. Tuttavia un giorno solo è durato l’arrivo dei rifiuti campani. Su sette camion diretti alla discarica Italcave, sei sono stati rimandati indietro perché non conformi al protocollo fissato.
Ma nella stessa discarica Italcave, come nella discarica Vergine e nella discarica Ecolevante, il flusso di rifiuti speciali provenienti da ogni dove non si è fermato. E’ continuato e continua senza soste. Dal 1999. E registra, secondo i Mud (modello unico di dichiarazione ambientale), ingresso e stoccaggio prevalentemente di rifiuti caratterizzati dagli stessi codici Cer 191212, 190501, 190503, che caratterizzano i rifiuti provenienti dalla Campania.
Quali controlli sono stati effettuati e con quale esito, solo per fare un esempio, sulle 84.912,280 (ottantaquattromilanovecentododici,280) tonnellate di rifiuti caratterizzati con il codice 191212 stoccate nel solo anno 2009 nella discarica Ecolevante? Questa quantità corrisponde a più del doppio dei rifiuti della Campania che il protocollo prevede debbano essere stoccati nelle tre discariche del tarantino.
Quanti camion abbiamo visto passare approssimativamente coperti, o scoperti del tutto. E attraversare talvolta anche le nostre periferie o i nostri centri abitati? Quanti camion abbiamo visto che perdevano liquido scuro e maleodorante?
Come cittadini abbiamo la responsabilità e il dovere morale di chiedere e di ottenere che i nostri amministratori e tutti i politici, facciano eseguire su tutti i rifiuti speciali che arrivano nelle discariche del tarantino gli stessi controlli che sono stati eseguiti il 14 dicembre u.s. sui camion della Campania diretti alla discarica Italcave.
Perché quello dei rifiuti è e resta un problema politico! A livello nazionale, regionale, provinciale e comunale.
Non si può continuare a disattendere il principio di prossimità e appropriatezza, sancito dall’Unione Europea, che stabilisce che i rifiuti speciali siano stoccati nelle discariche più vicine ai luoghi in cui questi rifiuti vengono prodotti!
Non può l’Italia continuare ad essere sanzionata dalla Corte di Giustizia Europea e a pagare forti somme perché in merito ai rifiuti continua a disattendere direttive che ogni altro paese europeo applica da anni! Non si può continuare a considerare il rifiuto speciale, cioè industriale, una merce e consentire che senza regole camion carichi di rifiuti di questo tipo vadano su e giù per l’Italia come se si trattasse di scarpe, vino o di altra merce qualunque!
A livello di Comune, Provincia e Regione, non si può e non si deve continuare a far passare progetti, a dare parere favorevoli e autorizzare cave, discariche e ampliamenti dalle enormi se non mostruose dimensioni, ignorando vincoli anche pesanti quali quelli paesaggistici e idrogeologici, o addirittura modificando il PUTT. Non si può continuare a concedere deroghe sulle categorie di rifiuti speciali da stoccare nelle relative discariche, come è successo per le deroghe concesse quest’anno alle discariche Ecolevante, Italcave e Vergine.
Non può continuare lo scempio della provincia di Taranto, già ad elevato rischio ambientale, che vede moltiplicarsi i milioni di cubatura di discariche per rifiuti industriali, di cui non ha bisogno perché l’Ilva ha le proprie discariche, mentre è agli ultimi posti per la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani che, data la mostruosa cubatura disponibile, vanno a finire in discarica secondo la logica perversa del “tanto peggio tanto meglio”, mentre viene ignorata del tutto la pratica del recupero, riuso e riciclo.
E’ a livello politico e amministrativo che deve essere risolto il problema dei rifiuti, se non vogliamo che la Puglia, e la provincia di Taranto in particolare, diventino la pattumiera d’Italia. Se non vogliamo che l’Italia diventi la pattumiera del mondo!
La risoluzione del problema è, e continuerà ad essere, politica!
AltaMarea, già protagonista della “Marcia dei ventimila” di novembre 2008 e 2009 per l’abbattimento degli inquinanti, ritiene che sia il momento di promuovere una nuova mobilitazione di massa che, memore anche delle ingiustizie e sopraffazioni della attuale “questione emergenza campana”, ottenga, nell’assise più alta possibile, l’approvazione di una norma speciale che, viste le precedenti omissioni e negligenze soprattutto delle Istituzioni, renda effettiva la tutela della provincia di Taranto, già definita “Area a rischio di crisi ambientale, inserita nel SIN – Sito di Interesse Nazionale”.
Nella provincia di Taranto, per legge, va bloccato ogni possibile progetto di ampliamento di discariche e di impianti vari di smaltimento rifiuti e ogni insediamento industriale che comporti il benché minimo aumento di inquinamento; senza ulteriori indugi vanno negate le Autorizzazioni Integrate Ambientali e bloccate, di conseguenza, le attività produttive di stabilimenti i cui Gestori continuano a dimostrarsi refrattari ad ogni richiesta di riduzione dell’inquinamento; vanno reperite, infine, presso gli inquinatori presenti e passati le risorse necessarie per bonificare e recuperare le aree inquinate.
Siamo certi che le cittadinanze presenteranno i conti agli interessati.
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