“Salute-lavoro, baratto assurdo l'amara lezione di Taranto”
mi chiamo Massimo Ruggieri e scrivo da Taranto in merito all’articolo “Salute-lavoro, baratto assurdo l'amara lezione di Taranto” a firma di Antonio Cianciullo. Innanzitutto vi ringrazio, come tarantino, dell’attenzione riservataci, fondamentale per risolvere il problema del nostro inquinamento che si nutre di silenzi, omissioni e connivenze a tutti i livelli.
In seconda battuta però, mi sembra che sulla diossina si sia liquidata la questione con un ottimismo ed una fretta perfino eccessive. Credo moltissimo nelle vostre inchieste, ma ritengo che, in questo caso, manchi un dato assolutamente di prim’ordine e cioè che la battaglia attualmente in corso a Taranto riguarda il fatto che, per tutti gli inquinanti, manca la possibilità di fare controlli in continuo. Quelli svolti finora sono stati controlli episodici e svolti con ampio preavviso fatto all’azienda siderurgica.
Capirete che, su queste basi, non si può affermare che nessun problema sia effettivamente risolto… prova ne è che l’attuale braccio di ferro verte proprio sul fatto che l’Ilva si rifiuta di collaborare e soprattutto di accettare la possibilità di campionare in continuo gli inquinanti, nonostante diversi studiosi ne abbiano accertato la possibilità (come avviene per altre aziende siderurgiche nel mondo).
Ci piacerebbe moltissimo che la realtà fosse come quella descritta nell’articolo e che si trattasse solo di bonificare le aree inquinate in passato, ma purtroppo stiamo ancora facendo i conti col presente e col futuro, e non solo sul benzoapirene.
Spero ci sia ancora spazio per queste fondamentali precisazioni per il bene di tutti i tarantini.
Vi ringrazio e Vi saluto cordialmente
Massimo Ruggieri
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