Taranto Sociale

Lista Taranto

Archivio pubblico

Comunicato stampa

L'acqua del Sinni vada all'agricoltura

A Ilva è stato dato tempo 60 giorni per accettare la proposta della Regione Puglia di utilizzare per scopi industriali le acque provenienti dall’impianto di depurazione Bellavista di Taranto. In caso di perdurante risposta negativa o di non risposta da parte dell’azienda , ci aspettiamo uno scatto di dignità da parte delle Amministrazioni Pubbliche
26 aprile 2011
Altamarea (Coordinamento di cittadini e associazioni)

E’ in atto un altro braccio di ferro tra Regione Puglia e Ilva SpA in merito all’uso dell’acqua del Sinni. Depuratore acque reflue

Il problema viene da lontano: il progetto di sostituire nel Centro siderurgico l’acqua del Sinni con l’acqua affinata proveniente dall’impianto di depurazione Bellavista di Taranto stava andando in porto quasi una ventina di anni fa, quando la proprietà del siderurgico era pubblica e dichiarava di essere disponibile a farsi carico degli interessi della comunità. Sarebbe istruttivo, oggi, conoscere le vere ragioni che impedirono a quei tempi di realizzare il progetto, non tanto per indagare sull’ennesima “incompiuta” di questo territorio, quanto per sapere se le responsabilità del fallimento del progetto furono del “padrone pubblico” di Ilva, aduso anch’esso ad abusare di una certa posizione dominante pure nei confronti degli Enti Locali, oppure se a prevalere fu l’incartarsi di una burocrazia tentacolare, spesso in contrasto con il buon senso e con lo stesso bene pubblico che invece sarebbe suo compito tutelare ad ogni costo.

Tornando all’attualità, pare che il “padrone privato” di Ilva intenda, legittimamente, avvalersi di contratti tuttora in vigore e, quindi, non recedere dalla sua posizione di chiusura ad ogni trattativa per modificare lo statu quo anche a rischio di pagare un’addizionale sull’acqua prelevata dalla Basilicata rispetto a quella dovuta agli agricoltori e per l’uso potabile. Ricordiamo, però, che l’Ilva non perde occasione per ripetere, a parole, che assolve alla propria responsabilità sociale mentre, nei fatti, si comporta come se fosse padrona dell’acqua prelevata dai fiumi, dal mare, come dell’aria che respiriamo tutti e del sottosuolo presente nella sua area di pertinenza. Chiediamo, per l’interesse pubblico, che si trovi il modo di indurre Ilva al rispetto, nei fatti, del fine sociale dell’impresa fissato dalla Costituzione Italiana, che si ottenga, cioè, che l’azienda intervenga nei costi della gestione da parte AQP dell’impianto di depurazione garantendosi implicitamente la qualità di quelle acque. A Ilva è stato dato tempo 60 giorni per “accettare la proposta della Regione Puglia di utilizzare per scopi industriali le acque provenienti dall’impianto di depurazione Bellavista di Taranto, liberando così le acque del Sinni da destinare alla diga del Pappadai, in cambio di un contributo fisso per la gestione dell’impianto”. Si tratta di cifre che modificano sensibilmente il bilancio plurimiliardario dell’azienda? O la resistenza negativa di Ilva è solo un altro modo di ricordare agli Enti Pubblici, soprattutto in momenti delicati come questi, quanto “pesa” l’azienda e quanto “conta” in alto loco?

In caso di perdurante risposta negativa o di non risposta da parte dell’azienda entro la scadenza fissata, ci aspettiamo uno scatto di dignità da parte delle Amministrazioni Pubbliche, che chiudano d’imperio i contatori e i rubinetti dai quali Ilva attinge l’acqua del Sinni, anche a costo di innescare l’ennesima lite giudiziaria in cui Ilva metterà in campo i suoi collaudatissimi avvocati, maestri nel trovare appigli giuridici che consentano comunque l’esercizio degli impianti come vogliono loro. L’auspicio è che finisca il tempo dell’uso indiscriminato del nostro territorio. Chiediamo alle Istituzioni locali e regionali di tenere ferma la loro posizione in difesa degli interessi del territorio e della dignità dei cittadini che amministrano.

Articoli correlati

  • Vendola, Riva e Dio
    CyberCultura
    Esperimento con ChatGPT

    Vendola, Riva e Dio

    E' stato chiesto a un modello linguistico di Intelligenza Artificiale generativa di sviluppare un articolo in chiave ecologista partendo una dichiarazione di Nichi Vendola del 2011, in cui esprimeva stima verso Emilio Riva. Ecco cosa è venuto fuori.
    17 gennaio 2025 - Alessandro Marescotti
  • Memoria, lotta e resistenza sociale nella narrazione di Piero Mottolese
    PeaceLink
    Ilva di Taranto:

    Memoria, lotta e resistenza sociale nella narrazione di Piero Mottolese

    La tesi di Monia Torre, basata su un’approfondita ricerca antropologica, analizza la percezione del rischio legate all’Ilva di Taranto. Attraverso le testimonianze di operai come Piero Mottolese, attivista di PeaceLink, emergono le dinamiche tra fabbrica, ambiente e comunità.
    14 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink
  • L'ILVA inquina ancora: audizioni nella commissione ambiente del Consiglio regionale pugliese
    Ecologia
    A Bari le associazioni ambientaliste hanno preso la parola

    L'ILVA inquina ancora: audizioni nella commissione ambiente del Consiglio regionale pugliese

    Le emissioni in aria di ossido di azoto prodotte dall’altoforno AFO4 e le concentrazioni di fenoli e cianuri nei reflui dello stabilimento superano i limiti di legge. Tutto questo nonostante le promesse di "ambientalizzazione".
    14 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink
  • Teatro e cittadinanza: sul palcoscenico la resistenza al disastro ambientale
    Cultura
    L'inquinamento ILVA va in scena

    Teatro e cittadinanza: sul palcoscenico la resistenza al disastro ambientale

    Un teatro che educa e mobilita sotto la regia di Maria Elena Leone. Strumento riflessione collettiva e mobilitazione delle coscienze. Vengono portate in scena emozioni e storie che parlano di dolore, lotta e speranza. Presente il regista teatrale tedesco Joscha Zmarzlik, studioso di Luigi Nono.
    10 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.27 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)