Il registro dei tumori? No, più importante a Taranto... l'autolavaggio
Se dovete aprire un autolavaggio state tranquilli: il Consiglio comunale anticiperà la discussione del punto all’ordine del giorno. È accaduto ieri: tutto legittimo, per carità; tutto in perfetto ordine. Magari anche quella decisione, in passato, ha subito rinvii. Bisogna pazientare ancora, invece, se volete accertare quanto l’inquinamento possa aver pesato sul sorgere di malattie gravi. Se esiste un nesso tra veleni e mali che hanno ucciso padri, madri, fratelli, sorelle, mariti, figli.
Ieri l’assemblea cittadina ha detto no (15 voti contrari, uno favorevole, sei astenuti) alla richiesta di Mario Laruccia (Riformisti) di rivolgersi alla Regione Puglia «per finanziare immediatamente e nella sua interezza l’Asl ionica». Obiettivo, appunto, «la realizzazione delle mappe epidemiologiche nei centri di Taranto, Statte e Massafra e il Registro tumori».
In breve tempo e con un finanziamento più robusto dei 100mila euro assegnati dal governatore Vendola. C’era un ordine del giorno e c’era un voto da affrontare. E un segnale preciso da inviare a Bari. Un voto politico sull’iniziativa dell’associazione «Donne per Taranto» che ha raccolto quasi diecimila firme (7mila 343), consegnate al presidente della Regione Puglia.
L’ordine del giorno del consigliere Laruccia chiedeva «che le buona pratiche per la redazione delle mappe epidemiologiche siano definite con il concorso del Consiglio comunale nonché con quello delle associazioni ambientaliste e dei malati operanti a Taranto».
Insomma tutti gli elementi per un voto storico stavano lì, in fila, tra i banchi dell’aula: il Comune impegnava la Regione a fare di più nel più breve tempo possibile, per capire il rapporto malattie e inquinamento e aggiornare il registro tumori ai giorni nostri (è fermo al 2006); il Comune, coinvolgeva nella stesura delle mappe, il mondo ambientalista. Un’operazione inclusiva, di dialogo, in tempi assai difficili per il rapporto tra politica e società sui temi dell’inquinamento.
Invece niente. Una maggioranza bypartisan, raccolta tra centrodestra e centrosinistra ha impallinato l’ordine del giorno dei Riformisti. Ufficialmente perché, come ha ricordato il presidente della commissione Ambiente, Gabriele Pugliese, «l’iter per le mappe epidemiologiche e il Registro tumori è già avviato». Insomma si sarebbe trattato di un richiamo inutile a chi, la Regione, sta già operando. Di diverso avviso, ovviamente, Laruccia sul cui volto si leggeva uno sguardo a dir poco attonito dopo il voto in aula, salvo poi sbottare: «Secondo me il sindaco Stefàno (che non ha preso parte al voto, ndr) per non “disturbare il manovratore”, intendo il presidente della Regione Vendola, ha fatto naufragare l’ordine del giorno. Sicuramente sono i primi segnali della marcia di avvicinamento alle prossime elezioni».
A spiegare le sei astensioni è stato, invece, Ciccio Voccoli di Rifondazione comunista: «Andava meglio specificata la richiesta. Io l’ho detto nel mio intervento. Andavano chiariti i passaggi in dettaglio sull’aumento delle risorse da parte della Regione. Per questo non ho votato a favore».
Al di là delle «difese» o delle «offese» d’ufficio, che le opposte fazioni dispensano in questi casi, rimangono due dati. Il primo: su mappe epidemiologiche e Registro tumori il Comune non si è voluto impegnare per chiedere alla Regione di irrobustire le risorse e «accelerare le pratiche». Il secondo: Palazzo di città ha ritenuto giusto evitare che fosse inviato un segnale politico. Quando si sa, invece, che proprio quello apppare ormai sigillo indispensabile per non perdere credibilità nella battaglia su salute e l’ambiente.
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