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Comunicato stampa

AltaMarea e la nuova centrale Enipower

Lettera aperta all'Assessore regionale Michele Pelillo e al Sindaco di Taranto Ezio Stefàno
20 ottobre 2011
Biagio de Marzo (Presidente di Altamarea contro l'inquinamento)

Nell’intervista pubblicata sul Corriere del Giorno del 16 ottobre u.s., dopo avere chiesto al sindaco Stefàno per quali motivazioni abbia cambiato in positivo il parere negativo espresso pubblicamente sulla nuova centrale di Enipower, l’assessore regionale avv. Michele Pelillo dichiara: "Purtroppo su ENI ed Enipower ho notato uno strano silenzio delle associazioni ambientaliste, tranne una che ha organizzato una protesta (Legamjonici, ndr). Altamarea non parla e, sinceramente, non comprendo le ragioni di questo silenzio assordante".

In tal modo egli lascia intendere ai lettori che anche AltaMarea ha cambiato idea. AltaMarea, invece, non ha cambiato idea e all’assessore chiediamo dove e da chi attinge le notizie sulla sua città e sulla nostra associazione. Per provare a colmare la sua ignoranza gli consigliamo di utilizzare il link http://www.scribd.com/doc/22013776/Taranto-Altamarea-Prime-Osservazioni-Su-Centrali-ENI, dove troverà il primo intervento di AltaMarea del 2009 da confrontare con quelli più recenti di questi ultimi mesi, qui succintamente citati.

  1. Invitata espressamente, AltaMarea ha partecipato all’incontro del 22 luglio u.s. a Palazzo di città con Enti locali, ENI/Enipower, ARPA Puglia e OOSS. La ribocciatura netta ed argomentata della proposta per la nuova centrale Enipower è stata illustrata dal “referente tecnico unico” di AltaMarea, Legambiente, Libera e PeaceLink con una relazione di 6 pagine (il Comune dispone della trascrizione della registrazione effettuata da ben tre Televisioni). A commento di tutte le relazioni e superando il blocco dell’assessore comunale all’ambiente, AltaMarea ha stigmatizzato il comportamento “coloniale” dell’azienda nei confronti della città ed ha chiesto ai dirigenti ENI/Enipower di confermare o smentire il prof. Federico Pirro circa l’intenzione di ENI di smobilitare l’intera raffineria in caso di diniego dell’autorizzazione per la nuova centrale. Con qualche imbarazzo l’Amministratore Delegato di Enipower ha smentito il parere di Pirro ed ha confermato la bontà (per le casse ENI, ndr) del progetto, però senza avere smontato le nostre osservazioni tecniche e strategiche contrarie ad esso. Erano presenti i giornalisti che hanno scritto dell’incontro nonostante fosse stato impedito loro di fare domande.
  2. Sul Quotidiano del 30 agosto è riportata la dichiarazione di AltaMarea contraria all’intera strategia dell’ENI a Taranto (raffineria, centrale, Tempa Rossa, ecc.), portata avanti sotto traccia e ambiguamente, di cui gli strateghi locali non si accorgono (o assecondano?). Concetto ribadito nel collegamento in diretta con Telerama del 20 settembre nel quale AltaMarea ha attaccato pesantemente ENI ed Enti Locali per la “politica del carciofo” adottata nel tentativo di far passare i progetti nonostante l’opposizione dei cittadini più consapevoli ai quali, visto il comportamento di Istituzioni e politici, resterebbe come sempre solo il ricorso alla Magistratura.
  3. Il 21 settembre, in un’ora di trasmissione su Studio 100 TV, i rappresentanti di AltaMarea e di Legamjonici hanno demolito i progetti ENI, senza confronto perché i naturali interlocutori avevano disertato. Telefonicamente è intervenuto solo il direttore scientifico di ARPA Puglia che ha confermato i dati e le osservazioni formulate in trasmissione.
  4. Il giorno 8 ottobre donne e uomini di AltaMarea hanno partecipato al sit in davanti alla portineria di ENI per solidarietà e appoggio all’iniziativa dei colleghi di Legamjonici. Un rappresentante di AltaMarea è stato intervistato da “Radio radicale”.
  5. In ultimo si segnala il singolare strabismo dell’avv. Pelillo. L’intera pag. IV della Gazzetta del Mezzogiorno del 13 ottobre 2011 è occupata da due articoli: sopra c’è “Io continuo a dire no alla nuova centrale ENI” corredato dalla foto dell’assessore Pelillo e sotto c’è “La città deve reagire” corredato dalla foto del presidente di Altamarea che nel testo attacca il sindaco Stefàno che ha tradito per la seconda volta la città come aveva fatto in occasione del rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale ad Ilva.

L’assessore Pelillo, forse preoccupato da faccende  “ballerine” (tagli della sanità, S. Raffaele del Mediterraneo, candidature a sindaco di Taranto, mal di pancia nel PD, ecc.), pensa di tirarsi su con qualche frecciatina spuntata contro di noi?

AltaMarea va avanti e chiede al Sindaco Stefàno che fine ha fatta o farà il ricorso del Comune di Taranto a cura dello studio Capece Minutolo di Roma, depositato presso la cancelleria del TAR del Lazio il 14 ottobre 2010. Per inciso, viene così dimostrata un’altra disinformazione di Pelillo che sostiene che solo la Regione Puglia ha fatto ricorso contro la centrale ENI. Con il ricorso di un anno fa, il Sindaco di Taranto ha chiesto l’annullamento sia del Decreto di Minambiente del 24.4.2010 di pronuncia di compatibilità ambientale “inerente la realizzazione di una centrale di cogenerazione a ciclo combinato”, sia del Decreto di Minambiente del 24.5.2010 sul rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA). Raffineria ENI di Taranto

Il voltafaccia di questi giorni del sindaco Stefàno fa il paio con quello in qualche modo “preannunciato” dalla Regione Puglia. L’assessore all’ambiente Lorenzo Nicastro (vedi La Gazzetta del Mezzogiorno del 14 ottobre 2011, pag. II) dice “Ricordo che l’anno scorso ci siamo opposti con le bandiere all’ipotesi di raddoppio della potenza della centrale ENI e presentato ricorsi” e poi aggiunge “Io sono assessore ed esprimo una opinione. Sarà poi il Consiglio nel suo complesso a fare le valutazioni”. In questa affiorante retromarcia era stato preceduto dal suo collega Pelillo (vedi la Gazzetta del Mezzogiorno del 13 ottobre 2011, pag. IV) che aveva detto: “Quando c’è una così stretta e condivisa unità d’intenti a livello territoriale forse anche la Regione dovrà cambiare orientamento. Io sono sempre per l’assoluto rispetto della volontà dei livelli territoriali. Sarebbe eccessivo esercitare una prevaricazione, ma rimango della mia idea e voglio che rimanga a verbale.”

Come per altri politici di centro, destra e sinistra eletti dai cittadini, anche per Stefàno, Nicastro e Pelillo conta la volontà dei “livelli territoriali” (di vertice) e non il parere dei cittadini. E qualcuno, beato lui, vuole che il suo dissenso sia “a verbale”, forse non avendo visto il film in cui il grande Totò indicava la destinazione di un certo “verbale”.

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