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Il 2012 anno di svolta partite importanti per lo sviluppo del territorio ionico vedranno la loro definizione

Taranto decida barche a vela o petroliere

Sta a noi decidere su cosa puntare sapendo bene che barche a vela e petroliere non potranno mai convivere nello stesso mare
5 gennaio 2012
Luisa Campatelli
Fonte: Corriere del Giorno - 04 gennaio 2012

Il 2012 sarà un anno di svolta. Partite importanti per lo sviluppo del territorio ionico vedranno la loro definizione.


All’orizzonte ci sono appuntamenti cruciali come le elezioni al Comune e in Confindustria. Scadenze che decideranno i prossimi assetti non solo in ambito politico e amministrativo.


Nuovi nomi si affacceranno sulla scena, componenti dell’attuale classe dirigente potrebbero cedere il passo per fare spazio a ingressi inediti, si spera anche nel segno del ricambio generazionale. Considerando che tutto ciò avviene all’ombra di una crisi epocale, le possibilità sono due: rendere questo momento di difficoltà un’opportunità di vero grande cambiamento oppure continuare a navigare aggrappati a modelli e logiche superati correndo il rischio di restare indietro.


Oggi più che mai occorre fare un salto di qualità, aprire le porte alle risorse migliori, alle intelligenze più vive e vivaci. Va subito detto che, in riva allo Ionio, la situazione è estremamente fluida.


La politica attraversa in ambito locale una stagione di profonda incertezza: tutti invocano l’uomo forte, autorevole, competente e capace, ma nessuno sembra disposto a compiere il nobile gesto di mettersi al servizio della comunità archiviando questioni di principio e rivalità personali. Così, mentre il centrosinistra sfoglia la margherita (primarie sì, primarie no, tutti con Stefàno e via così…) in casa centrodestra ci si avvia verso le primarie con Fiore e Condemi certamente in lizza.  Anche la società civile si sta dando da fare: associazioni e movimenti stanno infatti lavorando sull’opportunità di fare le primarie per individuare un nome su cui far convergere i consensi del cartello ambientalista.  Intanto, sono già ufficialmente in corsa per la poltrona di primo cittadino il sindaco uscente Stefàno, Albissini (Taranto C’é), Mario Cito (At6, Fiamma Tricolore, IoTu, Noi Sud), Festinante (Galesus). Per bene che vada, ai nastri di partenza andranno in sei-otto.


Sul futuro panorama politico grava anche l’incognita Provincia. In vista dello “smantellamento” e di una sua candidatura alle politiche, il presidente Florido ha in animo di dimettersi a novembre, salvo elezioni anticipate. Potrebbe decidere di virare in direzione Roma anche “l’altra faccia del Pd”, Michele Pelillo, assessore regionale al Bilancio nella giunta Vendola e candidato sindaco del centrosinistra passando per le primarie che vuole anche l’ex assessore comunale al Bilancio Dante Capriulo.
Anche sul fronte imprenditoriale i giochi sono apertissimi, con manovre, sia in superficie che sotterranee, in pieno svolgimento. Si parla di una corsa a tre per la poltrona attualmente occupata da Luigi Sportelli che una volta lasciato il vertice di Confidustria potrà dedicarsi a tempo pieno alla presidenza della Camera di Commercio.


In lizza ci sono Fabrizio Nardoni, Cosimo Romano, entrambi del settore edile, e Vincenzo Cesareo, espressione del settore metalmeccanico. La rosa potrebbe allargarsi, però, visto che l’attuale dirigenza di Confindustria ha diffuso tra le aziende iscritte una sorta di questionario per l’individuazione del presidente ideale indicando requisiti di riferimento (si va dal titolo di studio al peso esercitato dall’impresa). foto di Taranto

Insomma, si lavora alla selezione di chi guiderà il territorio, rappresentandone istanze e ambizioni. La posta in gioco è molto alta perchè abbiamo di fronte una fase che impone scelte precise. Perchè una volta presa la decisione non si potrà tornare indietro e dire “sì” a questo o a quel progetto significa mettere un’ipoteca sul domani senza possibilità di rimborso. In una parola, c’è da disegnare il futuro per evitare, com’è già accaduto in passato, che altri lo facciano al posto nostro. A questo punto, però, c’è un interrogativo di fondo che aleggia sulle teste di tutti, chiamando ciascuno ad assumersi le proprie responsabilità e ponendo un problema che andrebbe messo al centro del dibattito: riusciremo a sostenere il peso di queste scelte? Avremo la forza e la determinazione per decidere nell’interesse comune, con lungimiranza, consapevolezza, avendo fiducia nelle capacità e nelle risorse del territorio?
Il punto è proprio questo ed è su questo che bisogna far convergere tutte le energie. L’agenda è fitta, il quadro complesso: Eni, Cementir, Tempa Rossa, Ilva e poi Città Vecchia, Mar Piccolo, porto, beni dismessi dalla Marina, sono i pilastri possibili della Taranto prossima ventura.


Sta a noi decidere su cosa puntare, quale direzione prendere, a quale modello di sviluppo dare priorità e precedenza. Sapendo bene che barche a vela petroliere non potranno mai convivere nello stesso mare.

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