Trasferimento delle cozze iniziato il «count-down»
In Italia la produzione annuale di cozze nere è di 138 mila tonnellate. Il dieci per cento, poco più di 14 mila tonnellate arriva da Taranto e, di queste, 5.600 sono allevate nel primo seno del Mar Piccolo. Quest’ultima quota della produzione 2012 rischia ora di essere compromessa se il trasferimento dei campi mitili dal primo seno del Mar Piccolo al Mar Grande non avviene entro la metà di marzo. È il limite massimo oltre il quale l’attuale novellame, cioè la cozza inferiore ai tre millimetri, si trasforma in prodotto maturo correndo il concreto pericolo di inquinarsi con il pcb. Nello scorso mese di luglio le analisi della Asl riscontrarono negli individui adulti coltivati soltanto nel primo seno valori superiori ai limiti di legge (8 picogrammi per grammo). Di qui il blocco della commercializzazione e la necessità di spostare gli allevamenti in acque più sicure. In Mar Grande sono state individuate le aree in cui impiantare i vivai e si attende solo che la Marina comunichi per iscritto la propria disponibilità a mettere a disposizione gli specchi d’acqua di fronte al Lungomare della città nuova e che il Comune adotti una delibera. La mitilicoltura tarantina è una voce importante dell’economia locale.
Il prezzo medio di vendita dal produttore al grossista è di 400 euro la tonnellata, quaranta centesimi al chilo, e solo la produzione del primo seno fattura poco più di due milioni. Nel complesso i ricavi ammontano a oltre cinque milioni. Nelle pescherie e nei mercati il prezzo di vendita varia da 1 a 2.5 euro al chilo, a seconda della latitudine, e si tratta di altri milioni che entrano in gran parte nel circolo dell’economia jonica. Il Centro ittico tarantino, guidato da Massimo Giusto, presenterà entro qualche settimana i dati completi sulla mitilicoltura, con una pubblicazione. Conferma gli ultimi dati, rilevati proprio dopo l’emergenza dell’estate scorsa, che forniscono la dimensione più aggiornata del settore. Nel primo seno del Mar Piccolo le coltivazioni si estendono per 1.100.000 metri quadrati, ma 215 mila sono di occupazioni non riferibili ad alcuna concessione. Le imprese attive, singole o cooperative, sono 57 e i campi mitili regolarmente assegnati sono 92. L’occupazione diretta è di 103 addetti ai quali occorre aggiungerne altrettanti stagionali. Il sommerso è un fenomeno molto presente nella mitilicoltura tarantina, ma il trasferimento in Mar Grande rappresenta l’occasione per farlo emergere. Spostarsi richiede una domanda di concessione così come la richiesta di indennizzo alla Regione, che ha stanziato 1.200.000 euro per i produttori tarantini, impone l’iscrizione alla Camera di commercio.
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