Emissioni Ilva, udienza il 30 marzo
Chiusa indagine epidemiologica:tra 7 giorni la relazione
L’indagine epidemiologica è chiusa. La relazione dei tre esperti sulle conseguenze dell’inquinamento sulla salute dei lavoratori Ilva e dei cittadini di Taranto sarà depositata alla cancelleria del giudice per le indagini preliminari Patrizia Todisco il primo marzo. E l’udienza in cui l’eventuale impatto delle emissioni del centro siderurgico dell’Ilva sulle patologie e sui decessi registrati in terra ionica sarà scientificamente e statisticamente rivelato è fissata per il 30 marzo. Ieri, a Roma, ultima riunione della commissione medica incaricata dal gip con i rappresentanti delle parti interessate. Due ore di lavoro durante le quali è stata presentata la prospettazione finale dei periti d’ufficio di tutta la documentazione acquisita che costituirà la base della relazione conclusiva da offrire al magistrato nell’ambito dell’incidente probatorio dell’inchiesta della procura di Taranto sull’inquinamento prodotto dall’Ilva. Non era questa l’occasione per entrare nel merito della questione e conoscere dati e conclusioni.
L’acquisizione di questi elementi sarà fatta durante i venti giorni che il gip ha concesso tra il deposito della relazione e la discussione nella camera di consiglio. Non era presente all’incontro di ieri Maria Triassi, l’esperta di igiene e sicurezza ed epidemiologa dell’università di Napoli, ma hanno fornito tutte le informazioni sia Annibale Biggeri, studioso di prevenzione oncologica e docente all’università di Firenze, sia Francesco Forastiere, direttore del dipartimento di epidemiologia alla Asl di Roma. Erano al tavolo i consulenti dell’Ilva con il legale Egidio Albanese, per la Provincia l’avvocato Carlo Petrone, per il Comune l’avvocato Luca Masera.
Il giudice per le indagini preliminari, nel giugno scorso, aveva incaricato il pool di esperti di compiere approfondite indagini per poter rispondere a una serie di quesiti. Innanzi tutto stabilire quali sono le patologie interessate dagli agenti inquinanti, singolarmente presi, nel loro complesso e nelle interazioni, presenti nell’ambiente a seguito delle emissioni derivanti dal ciclo dell’acciaio, quanti sono i ricoveri e i decessi causati da queste patologie, quanti ricoveri e decessi possono essere attribuiti alle patologie croniche attribuibili alle emissioni dagli impianti dello stabilimento siderurgico tarantino.
I tre esperti, durante questi mesi di lavoro, hanno portato a termine il monitoraggio sui dati sensibili a disposizione della Regione, delle aziende sanitarie e degli ospedali pubblici e privati, dell’Arpa. La relazione finale andrà a completare, offrendo il punto di vista medico, il rapporto chimico già esaminato nell’incidente probatorio di venerdì scorso. Particolare approfondimento ha richiesto la valutazione dei riflessi delle emissioni dagli impianti sui lavoratori occupati nello stabilimento e sui cittadini, indagine portata avanti soprattutto da Francesco Forastiere. L’esperto in epidemiologia ha raccolto i dati relativi ai ricoveri dal 1998 fino al 2010, del registro tumori che, però, è aggiornato solo fino al 2006, e anche i dati relativi a Statte e Massafra sugli spostamenti della popolazione.
Infine, i certificati di morte dei lavoratori per appurare se le cause di morte possono essere ricondotte all’impiego nel centro siderurgico.
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