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Il guascone pasticcione e smemorato e l’orco forzuto ed astuto

Il Sindaco con la sua ordinanza tecnicamente inconsistente e improduttiva di risultati effica fornisce un “assist” al destinatario dell’intimazione, che può interpretare la parte del bravo imprenditore ossequioso dei voleri del sindaco
2 marzo 2012
Biagio De Marzo (Presidente Altamarea)

Il comunicato stampa emesso da Ilva il giorno 1 marzo 2012 è un altro capitolo della sceneggiata in programmazione nel teatro tarantino da oltre quattro anni con protagonisti il sindaco Stefàno e l’Ilva Taranto. I tarantini ormai non si fanno incantare dai giochi di abili registi. Come sono in grado di non abboccare all’amo di fervidi difensori dell’ambiente, siano essi di destra, centro e sinistra, svegliatisi dal lungo sonno al suono delle campane elettorali.  Incendio Ilva di Taranto

“Rispetto all'ordinanza ( NdR: nr. 14 del 25 febbraio 2012) emessa dal sindaco di Taranto Ippazio Stefano, la direzione Ilva di Taranto comunica la propria volontà a procedere con l'ottemperanza di quanto richiesto, pur riservandosi nei prossimi giorni un supplemento di indagine sui profili legali”. E’ questo l’incipit del comunicato Ilva, un capolavoro del “qui lo dico e qui lo nego”. Né il Sindaco Stefàno, né la direzione Ilva ce la danno a bere: l’uno ordina perentoriamente di fare in trenta giorni cose che, se fatte sul serio, richiederebbero anni di tempo e miliardi di euro da investire; l’altra dice che ha “la volontà di procedere con l’ottemperanza di quanto richiesto”, formula scaltra per prendere tempo nei confronti di impegni mai presi in passato.

Insomma, ancora una volta il sindaco guascone, smemorato e pasticcione, spara a salve contro l’orco forzuto ed astuto. La sua guasconata, che è anche elettoralistica, nasce dalla grande paura indottagli dalla lettera del Procuratore della Repubblica di Taranto che, con argomentazioni pacate ma fermissime, ha chiesto alle Istituzioni locali di fargli sapere cosa hanno fatto o intendono fare in termini di prevenzione per evitare i danni alla salute dei cittadini derivanti dall’inquinamento.

Il Sindaco, con la sua ordinanza tecnicamente inconsistente e improduttiva di risultati efficaci e giudiziariamente fallace come le precedenti ordinanze sul berillio e sul benzo(a)pirene, fornisce un “assist” al destinatario dell’intimazione, che può interpretare la parte del bravo imprenditore ossequioso dei voleri del sindaco.

Oltre che “guascone e pasticcione” il nostro sindaco è anche “smemorato”: non si ricorda di avere firmato il 29 gennaio 2009, insieme al suo collega di Statte e a 15 associazioni ambientaliste una lettera al Ministero dell’ambiente di 5 pagine zeppe di prescrizioni da inserire nell’AIA. A febbraio/luglio 2011, i due sindaci si sono guardati bene dall’ottenere che quelle prescrizioni fossero inserite nell’AIA, pur avendone il potere, checché ne dica l’assessore Romeo difensore dell’indifendibile. Alcune di quelle prescrizioni non inserite nell’AIA sono indicate nell’ordinanza sindacale ma sono diventate semplici “inviti all’azienda” e non secche imposizioni. 

Provvederemo ad inviare quella lettera di gennaio 2009 al Procuratore della Repubblica perché la valuti in un’ottica giudiziaria, “pesando” nel contempo l’attuale ordinanza. La stessa cosa faremo nei confronti del presidente e dei membri della Commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti pericolosi, tutti sconcertati e preoccupati dall’audizione del Procuratore della Repubblica di Taranto. Ci risulta che quei parlamentari abbiano posto l’attenzione sulla discrasia tra le prescrizioni contenute nell’AIA di recente rilasciata all’Ilva e i provvedimenti tecnici “indicati” nella perizia tecnica presentata in sede di incidente probatorio contro Ilva. Se le “indicazioni tecniche” dei periti non sono “sovrapponibili” con le “prescrizioni” dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, per i parlamentari si pone un problema con chi ha rilasciato l’AIA. Il dr. Sebastio, con un pizzico di ironia, nell’audizione in Commissione ha detto solo che l’Ilva ha fatto ricorso al TAR per alcune “prescrizioni” dell’AIA.

E’ auspicabile che il dr. Franco Sebastio inserisca quella lettera nell’incidente probatorio in corso, di modo che tutti i protagonisti sappiano che a Taranto ci sono occhi aperti da tempo e menti e voci pronte a contrastare e denunciare eventuali pressioni sottotraccia, com’è avvenuto a ferragosto 2010 quando è stata “sfilata” dalle norme vigenti quella che avrebbe bloccato le eccessive emissioni di benzo(a)pirene che invece continuano a deliziare i Tarantini..  

 

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