Bonelli: qualcuno lavora per dividere, ma noi siamo alleati degli operai
«Oggi c’è chi lavora scientificamente per dividere la città che, invece, mai come in questo momento, deve essere unita in difesa del lavoro e della salute».
Angelo Bonelli, candidato del cartello ecologista Aria Pulita, si sottrae allo schema della contrapposizione ed auspica che «a prevalere sia una grande responsabilità da parte di tutti». Eppure, il clima è già incandescente e rischia di diventarlo ancora di più in vista dell’incidente probatorio del prossimo 30 marzo durante il quale dinanzi al gip Patrizia Todisco sarà discussa la perizia medico-epidemiologica dell’inchiesta per disastro ambientale a carico dell’Ilva.
«Agli operai – aggiunge Bonelli – diciamo chiaramente che siamo loro alleati: il nostro obiettivo non è quello di perdere posti di lavoro ma di aggiungerli, di crearne altri attraverso un nuovo modello economico non più incentrato sui veleni e sulla diossina ma sulle risorse del territorio, sulla vita, sulla cultura, sulle tecnologie, sulla green economy. Una trasformazione possibile che in altre città come Valencia, Bilbao e Pittsbourh è già avvenuta».
Il leader nazionale dei Verdi, ieri mattina, è stato ospite della nostra redazione, accompagnato da Luigi Boccuni uno degli ispiratori di AltaMarea e tra i promotori della candidatura di Bonelli a sindaco di Taranto e da Gabriella Casabona dell’ufficio stampa di Aria Pulita. Per il Corriere del Giorno all’incontro erano presenti il direttore Luisa Campatelli, il vicedirettore Pierpaolo D’Auria, il presidente della coop. 19 luglio Ettore Raschillà, il collega Angelo Di Leo.
La proposta di Bonelli e di Aria Pulita non è di carattere esclusivamente ambientale ma «è un progetto economico». Il “tema dei temi” resta, comunque, «la presenza sul territorio della grande industria. Questa terra ha perso la speranza del cambiamento perchè c’è un potere economico che condiziona tutto. Questa città ha perso grandi occasioni per programmare il suo futuro utilizzando fondi europei per le smart city, per le bonifiche per le aree industriali in declino. Taranto non può aspettare che Riva decida di chiudere, la sua classe politica già dieci anni fa avrebbe dovuto progettare il futuro perchè questa presenza è, ormai, incompatibile con la città. Ai lavoratori diciamo di non cadere nel tranello della contrapposizione. Noi vogliamo occuparci del futuro della città: questa è la vera posta in gioco è questa. Non si tratta di fare gli ambientalisti e di dire no a tutto. Il nostro progetto riguarda Taranto. Non siamo nè di destra, nè di sinistra e in caso di ballottaggio non faremmo alcun apparentamento se non con la città. Crediamo che questo sia un momento storico irripetibile ed abbiamo l’ambizioni di passare alla storia come coloro che hanno determinato la svolta».
Con Bonelli sono al lavoro un gruppo di esperti e tecnici tarantini ma anche di altre nazionalità. «Vogliamo portare Taranto in Europa, ridisegnare le funzioni produttive e di servizio della città, mettere mano al piano regolatore generale con una variante di salvaguardia per creare nuove aree verdi e spazi di fruibilità collettiva, recuperare i tanti stabili abbandonati del Borgo e della città vecchia. Sono in contatto con studiosi di Bruxelles per formulare delle proposte concrete. Sembrerà paradossale ma a Bruxelles conoscono la situazione tarantina meglio che a Montecitorio. A Ginevra c’è una giovane architetto di Taranto con cui stiamo realizzando un progetto». E non è l’unico caso di tarantini fuori sede impegnati con Bonelli. «Molti amici che vivono in altre città ci stanno dando una mano offrendo un contributo concreto», ha spiegato Boccuni.
Dal ’98 Taranto è area ad elevato rischio di crisi ambientale. Il relativo decreto prevede sostanzialmente due grandi assi di intervento: da un lato le bonifiche ed il risanamento; dall’altro il divieto di introdurre ulteriori appesantimenti ambientali. «Su questo argomento – prosegue Bonelli – chiederemo all’Unione europea di aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia perchè sia il Governo che la Regione e gli Enti locali continuano ad autorizzare nuovi impianti ad elevato impatto ambientale. Vendola, infatti, chiede una legge speciale per Taranto ma poi autorizza un nuovo inceneritore, il revamping della Cementir, l’impianto Tempa Rossa dell’Eni. E poi che fine hanno fatto i 56 milioni per i Tamburi? Ed i finanziamenti per il San Raffaele? Questi casi sono un insulto alla dignità dei tarantini».
Bonelli non risparmia critiche al sindaco uscente. «La coalizione che sostiene Stefàno – dice – è una sorta di organismo geneticamente modificato. Anche per questo è urgente recuperare il rapporto con la politica vera, quella al servizio della Polis. Dico che siamo tutti tarantini perchè bisogna liberare questa città che vive una democrazia a sovranità limitata» .
Bonelli, da ambientalista convinto, farà una campagna elettorale low cost. «Non vogliamo imbrattare la città con i manifesti, piuttosto gireremo in bici mostrando i nostri cartelli, parleremo con la gente, incontreremo le persone, utilizzeremo molto la rete ed i social network».
Primo appuntamento ufficiale con Aria Pulita e le altre liste collegate è in programma sabato 31 marzo, alle 18.30, con la presentazione ufficiale del programma. «Lo faremo – spiega Bonelli – in piazza della Vittoria con un’iniziativa pubblica attraverso la quale vogliamo avvicinare i tarantini e spiegare loro quello che intendiamo fare per portare Taranto in Europa».
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