Perdita di greggio a Taranto
Un altro sviluppo è possibile, un altro mare invece no
Taranto, con questo grave incidente, si conferma una città vulnerabile. Il porto non può incrementare ulteriormente la propria esposizione al rischio.
Al di là delle cause specifiche dell'incidente su cui si sta ancora indagando, viene spontanea una valutazione generale.
L'attuale traffico portuale di petroliere oscilla fra le 100 e le 150 navi all'anno. Con il progetto Tempa Rossa dell'Eni le petroliere salirebbero a 200-220 all'anno con un incremento medio vicino al 100%. Dato che il porto può ospitare tremila navi ogni anno, è chiaro che duecento petroliere sono veramente troppe per Taranto.
L'incidente è un campanello di allarme da ascoltare con attenzione. Occorre mettere al primo posto il mare, bene unico e vera ricchezza della città. Non possiamo continuare così, bisogna recuperare saggezza e senso del futuro.
Ecco perché ogni incremento del rischio a Taranto è da scongiurare. Questa città definita per legge "città ad alto rischio di crisi ambientale". Un altro sviluppo è possibile, un altro mare invece no.
Articoli correlati
Raffineria Eni Taranto. Matrici inquinante anche nelle aree del progetto Tempa Rossa
Le analisi del gestore e Arpa Puglia19 febbraio 2018 - Luciano MannaStop Tempa Rossa? Raffineranno a Taranto e lo sapevamo dal 2014
La delibera del Consiglio dei Ministri n. 6423 dicembre 2017 - Luciano Manna- Danni sanitari, contaminazione alimenti e indagini giudiziarie
PeaceLink e Cova Contro ricevono conferma dalla Commissione Europea
Inserito il dossier di PeaceLink e Cova Contro nella procedura Eu Pilot sulla Basilicata13 aprile 2016 Manifestazione 19 Dicembre – DifendiAMO Taranto
Scendiamo in piazza tutti insieme di nuovo per dire Sì ad un modello di sviluppo ecologico e dire NO all'industria pesante1 dicembre 2014 - Fulvia Gravame
Sociale.network