Petrolio in mare, due indagati ipotizzato inquinamento marino
Denunciati comandante e il vice:disposto fermo del mezzo
Mentre i lavori di bonifica continuano senza sosta per scongiurare effetti duraturi sull’ambiente marino, il disastro ambientale verificatosi ieri al terzo sporgente del porto di Taranto ha i primi denunciati: il reato ipotizzato è inquinamento marino.
Si tratta del capitano e del capomacchine della nave battente bandiera panamense, «East Castle» dal cui scavo sono stati sversati venti tonnellate di carburante. I militari della Capitaneria di Porto, diretti dal comandante Pietro Ruberto e dal vice, Francesco Russo, consegneranno in procura la relazione dove emergerebbero inequivocabili responsabilità dell’ufficiale e del macchinista della nave da carico.
Il fascicolo aperto in procura è affidato nelle mani del procuratore capo, Franco Sebastio, mentre il magistrato di turno ha già disposto il fermo dell’imbarcazione che resta ormeggiata alla fonda. Le idrovore della Ecotars, la società che si occupa del recupero del materiale disperso in mare hanno già aspirato circa quindici tonnellate di prodotto.
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