Carburante a mare «Prima il risarcimento poi la nave andrà via»
Sono proseguite per tutta la notte appena trascorsa e potrebbero andare avanti ancora oggi le operazioni di raccolta degli idrocarburi – sostanzialmente nafta pesante – sversata in mare, con tutta probabilità per un errore umano, dalla portacontainers East Castle, battente bandiera panamense, giunta nel porto di Taranto per caricare coils prodotti dall’Ilva. Il mercantile resta, intanto, detenuto in porto dove è attraccato al terzo sporgente.
La Capitaneria di Porto sta continuando le sue visite ispettive per capire esattamente come sia stato possibile che la nafta utilizzata per il funzionamento degli stessi motori sia finita nelle acque di zavorra contenute in apposite casse. Acque che gli operatori della nave avevano imbarcato per bilanciare il peso durante la navigazione a vuoto e che mercoledì sera avevano cominciato a sversare in mare per controbilanciare lo stesso peso mano mano che si procedeva con il carico dei coils a bordo.
Non appena sarà ultimata l’operazione di raccolta del prodotto finito in mare e saranno chiare le dinamiche dell’incidente, sarà cura della Capitaneria di porto – assicura il comandante Pietro Ruberto - redigere un apposito report da consegnare alla Procura della Repubblica che, nel frattempo, è costantemente aggiornata della situazione. Si tratterà a quel punto di prendere le decisioni conseguenti e non è improbabile che siano emessi avvisi di garanzia per i due responsabili a bordo del mercantile.
Il comandante in seconda della Capitaneria, Francesco Russo, in una dichiarazione ad una agenzia, ha parlato di «danni ingenti», che dovranno essere risarciti «e che riguardano non solo la bonifica ma anche il blocco della banchina destinata all’Ilva, dal momento che la navigazione nell’area interessata è interdetta».
Il fermo della East Castle nel porto di Taranto, in caso di definitivo accertamento dei danni provocati, proseguirà - dice Russo - «fino a che l’armatore non abbia provveduto a risarcire i danni».
Intanto, è stimato in 36 metri cubi, pari circa a 36 tonnellate, il quantitativo di miscela, nafta densa mista in acqua, raccolto ininterrottamente da mercoledì sera, dal momento in cui è scattato l’allarme, sino a ieri pomeriggio dai tecnici dell’Ecotaras, società tarantina specializzata inoperazioni di messa in sicurezza del mare dopo gli incidenti e concessionaria delle attività di disinquinamento nel porto di Taranto. Ora si è nella fase conclusiva, praticamente quella più difficile, fa sapere il tecnico, dott. Iacovelli, che sta seguendo le operazioni. “Rimane ormai poco prodotto, ma è quello che è negli anfratti, nelle rifiniture, quindi più difficile da recuperare ”, dice. Fortunatamente il cattivo tempo di ieri ha rallentato solo di poco le operazioni che si prevede possano durare ancora nella giornata odierna e probabilmente chiudersi in serata.
Sono esclusi, tuttavia, danni all’ambiente marino e costiero. Certo, un inquinamento c’è stato, ma tutti apprezzano il lavoro di contenimento che è stato subito messo in atto attraverso il posizionamento in mare di apposite panne assorbenti prima di procedere all’assorbimento del prodotto e, in una fase successiva, alla bonifica del sito.
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