Conferenza stampa: l'esposto alla Procura di Taranto
Il ink del video al minuto 15,14
Esposto in forma estesa per facilitare l'invio email
Ill.mo Sig. Procuratore della Repubblica
Tribunale di Taranto
I sottoscritti Matacchiera Fabio nato a Taranto il 20/06/1961 e residente xxxxxxxxxxxxxxx, Marescotti Alessandro nato a Taranto il 20/2/1958 e residente xxxxxxxxxx e Bonelli Angelo nato a Roma il 30/07/1962 e domiciliato presso xxxxxxxxxxx ,
espongono quanto segue:
1) in data 9/3/2012, alle ore 23,00 circa su RAIUNO è andata in onda una puntata di TV7 dedicata all’inquinamento dell’Ilva e intitolata “I figli dell’Ilva”;
2) nella parte iniziale della puntata vi sono diverse scene che sembrerebbero girate nei pressi dell’impianto di agglomerazione,nel quale notoriamente si forma la diossina;
3) le immagini mostrate da TV7 evidenziano una dispersione di polveri e fumi in forma di emissioni diffuse e fuggitive;
4) tali immagini appaiono di sicuro interesse per le indagini della Procura finalizzate a verificare se la diossina che ha contaminato il territorio sia riconducibile all’Ilva;
5) l’impianto di agglomerazione dovrebbe avere solo emissioni convogliate e nessuna emissione diffusa e fuggitiva al fine di scongiurare nella maniera più assoluta che possano disperdersi polveri e fumi che - contenendo diossina - contaminerebbero l’ambiente circostante;
PUNTI 6, 7, 8, 9, 10, 11 MOLTO RILEVANTI
6) nel filmato appaiono vistose dispersioni di polveri da grandi sacchi bianchi le cui fattezze sembrano corrispondere ai “big bag” utilizzati negli elettrofiltri dell'impianto di agglomerazione;
7) i “big bag” (grandi sacchi dal colore bianco) contengono polveri con diossine che provengono dagli elettrofiltri del camino E312;
8) la gestione dei cosiddetti “big bag” costituisce una grave criticità soprattutto nel momento in cui da essi si dovessero verificare dispersioni accidentali o, peggio ancora, combustioni e rotture dell’involucro;
9) dal filmato che si allega, anche sotto forma di fotogrammi, estrapolato dalla puntata di RAI UNO, si evince chiaramente che il contenuto dei sacchi è ancora in evidente fase combustiva, a tal punto che gli stessi sacchi, rompendosi, liberano le polveri grigio scure;
10) la circostanza più grave, che emerge dalla visione del filmato, deriva dalconstatare che questi “big-bag”, una volta lacerati, disperdano il loro contenuto senza che venga adottata alcuna misura di sicurezza adeguata, né preventiva né successiva;
11) infatti, si nota nel video che i sacchi aperti vengono caricati su un camion privo di copertura attraverso l’uso di una pala meccanica che, a sua volta, come si vede, facilita ulteriormente la dispersione del pericoloso contenuto nell’aria e nell’ambiente circostante ove operano i dipendenti;
12) dalle analisi dell’Arpa il profilo delle diossine delle polveri degli elettrofiltri appare simile al profilo delle diossine riscontrate nel territorio circostante all’lva;
13) una eventuale documentazione visiva di dispersione di polveri provenienti da un impianto dove si formasse la diossina costituirebbe la prova che la contaminazione del territorio deriverebbe in particolare da una poco accorta gestione delle polveri degli elettrofiltri dell’impianto di agglomerazione;
14) nell’area agglomerato dell’ILVA, l’azienda medesima effettua “iniezioni” di carbone attivo (metodologia di filtraggio tramite assorbimento del carbone attivo che ha sostituito quella ad UREA considerata oramai inadeguata) per l’abbattimento delle emissioni convogliate nel Camino E312 e contenenti diossine;
15) tale sistema, purtroppo, è noto che comporti a volte la combustione dei suddetti sacchi di raccolta che, bruciandosi, inevitabilmente liberano e disperdono il contenuto pericoloso nell’ambiente circostante;
16) va ulteriormente precisato che, laddove si trattasse effettivamente dei residui come su individuati, tali sostanze si possono propagare anche a distanza di chilometri in quanto trattasi di polveri molto sottili;
17) qualora si accertasse la natura di quelle polveri come provenienti dagli elettrofiltri, le stesse potrebbero essere considerate di matrice compatibile a quella che ha contaminato i capi di bestiame delle aziende limitrofe all’ILVA, così come evidenziato dai periti chimici intervenuti nel corso dell’incidente probatorio disposto dal GIP del Tribunale di Taranto nel noto procedimento penale per disastro ambientale a carico della proprietà ILVA e di alcuni dirigenti.
18) considerando la pericolosità accertata delle polveri degli elettrofiltri per l'ambiente e per la salute dei cittadini e la “fragilità” dei sacchi in cui esse sono raccolte, si faccia luce sulle misure di sicurezza adottate e sulle modalità di trasporto verso i centri si smaltimento autorizzati (presumibilmente Torino e Pisa)
I sottoscritti espongono quanto sopra allo scopo di far verificare se le immagini di Rai Uno ritraggano effettivamente “big bag” utilizzati per contenere polveri con diossina e per verificare, nel caso, la sussistenza di ipotesi di reato.
Chiedono con questo esposto: che si proceda nei confronti di chiunque verrà individuato come responsabile degli eventuali reati che la S.V. Ill.ma riterrà di ravvisare nei fatti sin qui descritti ed accertandi.
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