CGIL e FIOM: sull’AIA all’ILVA pronti a presentare proposte di merito
dell’acciaio tedesco della RUHR
CGIL e FIOM di Taranto hanno fatto il punto della situazione all’indomani della riunione delTavolo su Taranto presso la presidenza del Consiglio dei Ministri valutando positivamentel’avvio della istruttoria per la riapertura dell’AIA per l’ILVA nonché la imminenteconvocazione della Conferenza dei Servizi riguardante la bonifiche del sito tarantino.
Intendiamo come sindacato impegnarci non solo per favorire e spingere in avanti questiprocessi in atto ma contribuire anche con proposte di merito che vogliano approfondirecon tecnici di diverse esperienze in campo.Naturalmente noi partiamo dal presupposto ribadito giustamente nel comunicato dellaPresidenza del Consiglio della valenza strategica dell’apparato produttivo ionico non soloper il nostro territorio ma per l’intero Paese.
La produzione siderurgica europea, e al suo interno quella italiana - che è al secondoposto dopo quella tedesca - non è una produzione residuale, nonostante la forteconcorrenza dei paesi cosiddetti “emergenti”, le produzioni europee di qualità e amaggior valore aggiunto, continuano ad essere competitive.Va sottolineato che gran parte del “vantaggio sui costi” per parecchi paesi extraeuropeiè dovuto soprattutto al dumping sociale e ambientale che praticano e non solo allamigliore disponibilità di materie prime ed energia, anche perché sui prodotti siderurgici,che vengono utilizzati molto lontano dal luogo di produzione, pesa sempre di più il costodei trasporti (che a nostro avviso dovrebbe prevedere ulteriori oneri per i maggiori impattiambientali ed emissioni di co2).
In particolare, per quanto riguarda l’Italia, nonostante i rallentamenti dovuti alla crisi, ilnostro paese continua ad essere un importatore netto di prodotti siderurgici, soprattuttoper il grande peso che l’industria meccanica nel suo complesso, ha nel nostro paese.Tutto questo ci porta ad affermare che, quanto meno nel medio periodo, la siderurgiacontinuerà ad avere un ruolo significativo anche in Europa ed in Italia, e quindi ènecessario intervenire affinché queste produzioni siano compatibili con la salute e lasicurezza dei lavoratori e dei cittadini, con la salvaguardia dell’ambiente e dei territoridove si svolgono e si sviluppi il massimo di ricerca e innovazione da applicare nei processie nei prodotti.Per questo, oltre che per gli evidenti motivi di salvaguardia dell’occupazione diretta edell’indotto, noi riteniamo che non possa neppure essere presa in considerazione l’ipotesidi una chiusura dell’intero ciclo siderurgico di Taranto, né può essere praticabile la sola chiusura del ciclo a caldo, infatti significherebbe dover importare dall’estero l’acciaiogrezzo. Peraltro, a livello globale, con un aggravio di costi non solo economici, ma ancheenergetici e ambientali.Il caso della chiusura del ciclo a caldo dell’Ilva di Cornigliano non è ripetibile, in quandol’acciaio grezzo che lì veniva prodotto è stato sostituito con quello che arriva da Taranto.
E’ in questo contesto, con questa prospettiva che, facendo tesoro degli importanti risultatiraggiunti ( abbattimento delle emissioni diossina ed altri inquinanti ), non solo è possibilema anche conveniente continuare di operare per il continuo miglioramento delletecniche e degli interventi per la riduzione delle emissioni, accelerando gli interventi giaprevisti, implementandoli prendendo a riferimento i recenti aggiornamenti dellenormative europee: le BAT ( migliori tecnologie disponibili ) per la produzione di ferro eacciaio ( pubblicate l’8 Marzo 2012 ) oltre che le BREF ( facenti riferimento ad analisicomparative delle tecnologie esistenti ) aggiornate a Marzo 2012Per quanto riguarda il tema delle Bonifiche, Taranto legittimamente vanta crediti rispettoa interventi e finanziamenti previsti per porto, mar piccolo, riqualificazione quartiereTamburi.Al tempo stesso per porto e area industriale in particolar modo l’ottica non può cheessere quella di affiancare le bonifiche alle attività industriali in essere recuperando idanni passati ed evitando di farne nuovi.
L’esperienze italiana ed europea ci indicano che in concreto la possibilità di una bonificae un riuso del territorio in assenza di attività produttive che possano continuare a produrrevalore aggiunto da utilizzare anche per le bonifiche è difficile se non impossibile, infatti peresempio oggi l’area ex siderurgica di Bagnoli è in gran parte abbandonata al degrado.
Tutto ciò ci dice che immaginifici scenari talora evocati di impiego di migliaia di lavoratoriin programmi di bonifiche poco hanno a che fare con la realtà.Del resto l’esperienza della Ruhr in Germania al 1° posto in Europa per produzione diacciaio con 110.000 dipendenti nel 2009, con la presenza tra gli altri dello stabilimentoThyssenKrupp della capacità produttiva di 13 mil. tonnellate l’anno, ci dice che è possibilefar convivere una attività siderurgica di qualità con il tessuto urbano.Per questo a livello sindacale, abbiamo già avviato un confronto specifico con le strutturesindacali della IG Metall e della FEM per confrontare le tecnologie utilizzate, gli impatti e ilivelli delle emissioni ambientali.Altrettanto riteniamo necessario possano fare i livelli istituzionali: la Regione Puglia, laProvincia e il Comune di Taranto con il Land Nordreno-Vestfalia e con le principalimunicipalità coinvolte (Duisurg, Bochum, Essen, ecc.) in particolare per confrontare gliimpatti sul territorio, i livelli delle diverse emissioni e gli effetti sulla salute e i provvedimentimessi in atto.
Su queste basi intendiamo chiedere al Presidente della Commissione per la Concessionedell’Autorizzazione Integrata Ambientale di essere ascoltati, riservandoci di avanzare,anche con l’ausilio di esperti esterni, proposte tecniche per interventi concreti.
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