Se Bolognetta fosse un quartiere tra Tamburi e Paolo VI
Succede quindi che nelle televisioni delle famiglie tarantine, uno che fa gelato dà i numeri facendo pronostici sulle percentuali di voto definitivo ed i politici candidati diventano gusti di alta cremeria. E’ tutto un “programma”, la cosa diventava davvero interessante. Per capire come è andata a finire con il gelato politico andiamo per un attimo alla fine della storia concludendo che i pronostici del gelataio si sono poi rivelati, in virtù del risultato elettorale reale, “un mucchio de fregnacce”, definizione dovuta e giustificata dalla localizzazione del mio computer che in quel momento storico condivideva con me il gelato fritto nella rete internet della capitale e quindi mi sembra giusto dargli il meritato compenso per il lavoro svolto, eccellente.
Nella speranza e nell’attesa che un giorno, parlando della politica tarantina, si possa parlare in maniera seria, la stessa notte politica elettorale ho sognato che il piccolo paesino di Bolognetta fosse un quartiere di Taranto a metà strada tra Tamburi e PaoloVI. Si certo, Bolognetta che nella realtà conta 4000 abitanti arroccati sulle colline a 20 km a sud di Palermo. Quel sogno poteva cambiare le sorti elettorali di Taranto, forse non modificando le percentuali, ma portando le discussioni ed i dialoghi politici sicuramente ad un livello più elevato, altro che “c’è gigi? e la cremeria?” Quel quartiere nuovo avrebbe mosso le coscienze di molti, avrebbe fatto parlare in maniera più seria i mezzi di informazione locale, avrebbe portano in città un dubbio sano per ogni elettore.
Sergio Guttilla, cittadino e giovane scout di Bolognetta, balza alle cronache nazionali dal giorno alla notte, e non per suo volere o per mania da gelataio, per molto meno. Ha denunciato il “fare mafioso” che era, e forse ancora lo è, protagonista della politica del suo paese, senza avere la pretesa che le cose possano cambiare da un giorno all’altro o come accade in un sogno di primavera.
Sergio mi spiega che nel suo paese il voto funziona così. Ogni famiglia assicura un certo pacchetto di voti e chi gestisce le liste elettorali le correda di candidati rappresentanti di queste famiglie e che nella lista fanno convogliare i voti. In questo modo, ci spiega, la qualità della politica, e quindi del politico eletto, si abbassa e degrada molto, l’elettore diventa un burattino che vota quello che gli hanno detto di votare. Succede quindi che Sergio pensa formare un gruppo con i giovani del suo paese, alcuni dei quali appartenenti al gruppo scout, un gruppo che deve cercare di “gettare dei sassi e smuovere le acque torbide”
“La rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano. Quella matita, più forte di qualsiasi arma, più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello”. (Paolo Borsellino)
Fanno un gruppo, adottano il pensiero di Borsellino, escono allo scoperto in paese ed il risultato quale può essere? BUUUUMMMM
Sergio riceve una telefonata, qualcuno lo maninaccia dicendogli che gli spezzano le gambe riducendolo a stare su una sedia a rotelle. Quello che hanno fatto è stato semplicemente comunicare alla gente di Bolognetta di votare con coscienza ignorando le indicazioni di voto delle famiglie. Lo hanno fatto con quelle che loro chiamano “action”. Hanno tappezzato le porte delle case con volantini, hanno messo sagome di cartone sui balconi, sulle ringhiere delle piazze, scrivendo frasi con messaggi ben chiari. Alcune di queste recitano “Io non voto quello che dice mio zio ma voto quello che dico io” o“chi vota i parenti spesso se ne pente”. Frasi che hanno avuto sicuramente più effetto nelle action perché scritte in dialetto siciliano.
Qualcuno si era accorto che i sassi nell’acqua torbida stavano smuovendo davvero le cose. Le minacce a Sergio hanno però provocato ancora più movimento in paese, un movimento che a Bolognetta non si era mai visto. Il gruppo de “LA RIVOLUZIONE DELLE MATITE”organizza una marcia di solidarietà (video youtube) che raccoglie un’adesione eccezionale anche dai paesi vicini, e per quanto riguarda le minacce si allestisce un cartellone con su scritto “PER LE MINACCE RIVOLGERSI A…” dove ognuno scrive il proprio nome e cognome. La solidarietà arriva anche dal sacerdote della parrocchia, don Giuseppe Graziano che celebra Messa con una matita sull’orecchio.
Infine i risultati elettorali. Alcuni candidati dicono che nel voto è successo qualcosa di imprevedibile, c’è stata una rivoluzione, il voto non è coinciso con il pacchetto dei voti familiari, la gente ha promesso il voto ma in cabina elettorale non eseguito l’ordine e ha disatteso e scardinato il “sistema”.
A Sergio ho chiesto il significato della paura che per lui non ha una definizione precisa ma, mi dice, che sa benissimo di essersi accorto che la stessa sfuma quando hai intorno persone che ti dimostrano solidarietà ma ti assale quando ti senti solo e se lo sei davvero intorno ti si crea il vuoto. Ne approfitta per lanciare un appello allo stato, alle istituzioni, lo ha fatto sulle radio e sulla stampa nazionale dicendo che lo stato non deve abbandonare la gente, non deve farli sentire soli, perché da soli non denunceranno mai.
Ma la mafia non esiste, ”…ma unnè stà maaafia”dicevano decenni fa a Palermo, a Cinisi e nelle piazze roventi dei paesi siciliani con le persiane chiuse che ascoltano e osservano. Venti anni sono passati dalle stragi che provocarono la morte di Falcone, Borsellino e degli uomini della loro scorta, loro da quelle frasi in bianco e nero hanno fatto tanta strada e sono passati ai colori, la loro coscienza è scossa da tempo e si è già mossa. Quando ho citato a Sergio il titolo di questo articolo accennandogli che non sarebbe stato solo il semplice racconto su quello che gli è accaduto ma anche un esempio da seguire per la decaduta oreficeria della Magna Grecia, mi risponde immediatamente “eheheh… se vuoi cambio residenza”. Ed allora il sogno di Bolognetta, quartiere tra il Tamburi e PaoloVI ma anche tra Solito Corvisea e Salinella sino alla litoranea,
Ma io sono tarantino e mio padre nasceva in Via Cava e forse un po’….posso permettermelo, sono Luciano Manna e per le minacce potete rivolgervi anche a me. info@lucianomanna.it
Grazie al fratello Sergio Guttilla e arrivederci al flash mob a Palermo il 23 maggio 2012, video tutorial
Mentre scrivo mi giunge da Bolognetta la notizia di un brutto episodio, lo aggiungo riportando alla lettera quanto scritto poche ore fa sulla pagina facebook del gruppo “LA RIVOLUZIONE DELLE MATITE”
Stanotte a Bolognetta si sono verificati una serie di atti vandalici che hanno colpito chiaramente i sostenitori attivi della lista vincitrice: quattro automobili e l'uscio di una casa imbrattate con vernice rossa
(in realtà gli atti vandalici sono di più, ma le "vittime" non hanno voluto denunciare).
Manifestiamo la nostra totale vicinanza ai proprietari dei beni oggetto di vandalismo e manifestiamo il nostro profondo rifiuto per questi atti ignobili che vorrebbero creare un clima di sospetto e paura.
Siamo convinti che queste azioni vigliacche sono la dimostrazione che Bolognetta è pronta per rialzare la testa e che i bolognettesi abbiano trovato il coraggio per ribellarsi.
Non lasciamoci intimorire. Bolognetta DEVE cambiare!
flash mob a Palermo il 23 maggio 2012 http://www.youtube.com/watch?v=X-eU0mljLyo&feature=share
pagina facebook "La rivoluzione delle matite" http://www.facebook.com/larivoluzionedellematite
Sociale.network