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Furnari: "Marescotti, dovevi dimetterti da PeaceLink". A Taranto è polemica a cinque stelle.

Per il candidato del Movimento Cinque Stelle, PeaceLink e Altamarea "non sono più attendibili". Lettera aperta di Carlo Gubitosa ad Alessandro Furnari.
16 maggio 2012

Articolo di "Taranto Oggi" 14 maggio 2012

Signor Furnari, vorrei ragionare con lei in merito alle sue dichiarazioni pubblicate su "Taranto Oggi" il 14 maggio scorso. Ma prima mi presento: mi chiamo Carlo Gubitosa, sono amico di Alessandro Marescotti e sostengo da anni le sue battaglie in difesa dell'ambiente, sono membro del collegio dei probiviri dell'Associazione PeaceLink e sostengo le attività del Movimento Cinque Stelle a Bologna, che è la città in cui vivo dopo essere nato a Taranto.

Conosco Alessandro Marescotti da quando avevo tredici anni. Faceva corsi di informatica all'Arci in qualità di docente, e ricordo perfettamente le parole che ci disse durante la prima lezione: "stiamo cercando di spostare verso il basso la conoscenza di queste tecnologie perché domani chi le controllerà avrà in mano un grande potere, che vogliamo consegnare ai cittadini". Nel frattempo Grillo spaccava i computer sul palco perché non gli avevano ancora spiegato che quel potere poteva essere usato per cambiare le cose in meglio.

Da quando lo conosco, Sandro è sempre stato una persona lontanissima dal potere e dai partiti, ma sempre pienamente impegnato nella politica, intesa nella sua accezione più nobile e disinteressata. Come Presidente di PeaceLink ha ricevuto denunce, minacce, querele, tutte svanite nel nulla, ma solo dopo aver pagato un grande prezzo in termini di logoramento

Alla luce di tutto questo, mi sembra davvero ingeneroso che lo attacchi anche lei con polemiche infondate. Glielo dico anche da sostenitore dei buoni principi portati dal Movimento Cinque Stelle: per affermare il valore di una proposta poltica non c'è bisogno di screditare altre persone, men che meno quelle che si impegnano da sempre a difesa del bene comune. Basta proporre buone idee, e queste cammineranno con le loro gambe.

Seguo la politica di Taranto e le lotte ambientaliste ormai da una ventina d'anni, e se anche lei si è informato sulla cronaca cittadina più recente avrà visto come le posizioni di Marescotti sui temi dell'ambiente e del futuro cittadino sono state sempre caratterizzate da una grande libertà di coscienza e onestà intellettuale, con critiche a governi di ogni colore sempre basate su dati di fatto.

Se lei attacca Marescotti in base a questioni evanescenti, teorizzando un obbligo di "dimissioni preventive" tutto da dimostrare, evidentemente non lo conosce abbastanza. Cerchi di incontrarlo personalmente, parli con lui, e quando avrà capito di che persona si tratta vedrà che lo spessore umano e culturale di Marescotti potrà sciogliere tutte le sue preoccupazioni.

Detto questo vorrei scendere nel merito delle sue accuse: quale conflitto di interessi renderebbe incompatibile un ruolo in una associazione con la CANDIDATURA in una LISTA CIVICA? Le sue obiezioni avrebbero forse avuto fondamento qualora Marescotti fosse stato ELETTO in una formazione POLITICA, ma visto che è stato candidato in una lista civica, è impastato con la politica tanto quanto lei. 

Davvero non capisco qual è il problema se un cittadino si candida in una lista civica organizzandosi con altri cittadini perché si sente tradito da tutti i partiti tradizionali, giudicandoli inadeguati a combattere l'inquinamento. Non è quello che ha fatto anche lei? La colpa di Marescotti è stata forse quella di non aver voluto mettere in testa l'elmetto a cinque stelle? Dobbiamo pensarla tutti allo stesso modo per poter avere la patente di attivisti DOC che promuovono il cambiamento?

Quella di Marescotti è stata una candidatura ambientalista fatta per sostenere la causa ambientalista, in campagna elettorale non ha mai spinto il proprio nome ma sempre il programma politico ambientalista comune a tutte le liste civiche che sostenevano Bonelli, e quindi non capisco proprio dove starebbe l'oggetto del contendere. 

In ogni caso, se lei crede davvero che per non "sporcare di politica" la propria associazione ci sia l'obbligo morale di dimettersi da incarichi associativi (anche da quelli ricoperti in qualità di volontari e a titolo gratuito), la invito a rivolgere lo sguardo anche all'interno del Movimento che lei rappresenta a Taranto, osservando che in altre citta' si sono legittimamente candidati vari presidenti e vicepresidenti di associazioni.

A Novara, ad esempio, il candidato "a cinque stelle" Alberto Poggiali ha continuato (più che giustamente, secondo me) a ricoprire il suo ruolo di vicepresidente nell'associazione culturale non a scopo di lucro "Non Capisco Ma Mi Diverto"

A Cerveteri, "per coerenza con l’impegno preso con la candidatura a Sindaco" nelle recenti elezioni amministrative, il candidato sindaco Marco Polverari ha ritenuto di doversi dimettere dall'incarico di presidente della Consulta delle Associazioni Culturali del Comune di Cerveteri, (cosa comprensibile per un candidato sindaco, ma Marescotti non si candidava come primo cittadino)

Ciò nonostante, la candidatura a Sindaco non gli ha impedito di continuare a ricoprire il ruolo di presidente dell'associazione Culturale "Codice Aureo", come si può facilmente verificare sul suo profilo Linkedin.

(In ogni caso non solo sul suo profilo Linkedin, ma anche sul sito della Consulta delle Associazioni di Cerveteri, Polverari risulta ancora come Presidente della Consulta Associazioni. Bisognerebbe invitarlo ad aggiornare quei dati).

In Campania, il movimento Cinque Stelle ha candidato Aniello De Gennaro, presidente dell'Associazione "Masaniello". E anche in questo caso, come in tanti altri esempi che si potrebbero fare, io non ci vedo nulla di male.

E a questo punto le chiedo: cosa direbbe ad un sindaco o ad un presidente di regione che decidessero di eliminare dall'elenco degli interlocutori politici quelle associazioni, solo perché i loro presidenti hanno voluto impegnarsi come candidati nel movimento a cinque stelle? 

Tratto da "Taranto Sera", 14 maggio 2012

E' esattamente quello che ha fatto lei dichiarando alla stampa che dopo le candidature per le comunali "PeaceLink e Altamarea non sono più attendibili come associazioni" perché "mancano di coerenza".

In questo modo lei ha deciso unilateralmente di cancellare dalla lista dei suoi referenti cittadini in materia di ambiente organizzazioni che hanno svolto un ruolo determinante nella raccolta di documentazione sui crimini ambientali dell'Ilva, e che secondo lei sono diventate inattendibili proprio perché anziché affidarsi ai soliti partiti hanno voluto restituire all'impegno civile dodicimila cittadini.

E' proprio sicuro che senza l'impegno degli ambientalisti in occasione delle politiche quei dodicimila non sarebbero rimasti a casa? Ma in ogni caso, se deciderà di non ritenere più attendibili PeaceLink e Altamarea credo che sia lei a rimetterci, perché ogni volta che parlo con persone di quelle associazioni, imparo qualcosa di nuovo e mi danno delle informazioni utili. A questo punto però sarei curioso di sapere quali saranno le organizzazioni e le iniziative della società civile che lei continuerà a giudicare attendibili.

Mi sembra comunque esagerato gettare nel calderone dell'incoerenza e della vecchia politica corrotta anche liste civiche e associazioni cittadine che hanno già ampiamente dimostrato di agire con competenza e in modo disinteressato Le sembra giusto screditare e squalificare in toto realtà associative della città che lei era pronto a governare come Sindaco? Se fosse diventato sindaco, avrebbe cestinato come "inattendibile" la mole imponente di documentazione prodotta da PeaceLink e Altamarea sulla questione Ilva/Diossina, che invece la magistratura ha ritenuto opportuno esaminare?

Alcuni esponenti di quelle associazioni hanno voluto dare coerenza al loro impegno sociale rendendosi disponibili a realizzare nelle istituzioni quello che finora hanno chiesto invano come cittadini. Dov'è la mancanza di coerenza in tutto questo? In cosa si sono rese "inattendibili" le associazioni di cui fanno parte? Mi piacerebbe capirlo.

Per quanto sia discutibile come posizione, lei è libero di dire "io riconosco politicamente solo le associazioni che sostengono la mia iniziativa politica o al limite quelle che si mantengono neutrali", ma questo non credo che l'autorizzi a parlare con leggerezza di incoerenza o inattendibilità per associazioni attive da anni sul territorio che hanno espresso candidati a livello cittadino, esattamente come hanno fatto altre associazioni esprimendo candidati del Movimento a Cinque Stelle senza che lei abbia avuto nulla da ridire.

Va benissimo che una organizzazione politica cittadina decida chi sono i suoi referenti, ma spingersi a dire che l'unico ambientalismo attendibile è quello che si identifica con una determinata organizzazione politica o quello che si tiene alla larga dall'impegno politico significa delegittimare e sminuire il valore di tante esperienze di impegno sociale e civile che non hanno nulla a che vedere con la "politica sporca", che si sono guadagnate sul campo una credibilità e una rispettabilità che nascono dalle loro azioni concrete, e che non meritano di subire "attacchi a cinque stelle" sul livello locale, perché bastano i colpi sferrati dal potere industriale e politico.

L'impegno civico nelle associazioni non mi sembra in contrasto con l'impegno civico nelle istituzioni, e la questione dimissioni va valutata in base al ruolo ricoperto. Ad esempio per un assessore alla cultura il problema di dimettersi dalla presidenza di una associazione culturale ha un suo fondamento, che diventa più evanescente nel caso in cui quella associazione decida di rinunciare a contributi pubblici e svanisce del tutto nel caso in cui quella persona riceva un incarico diverso che non può essere in alcun modo ricondotto ad un potenziale conflitto di interessi. Ma in ogni caso stiamo parlando di persone ELETTE nelle istituzioni comunali, e non di semplici CANDIDATI, come quelli che lei ha bollato come "incoerenti" e "inattendibili".

Non capisco quindi perché lei vorrebbe imporre ad alcune persone degli obblighi di dimissioni che ad altri non sono stati richiesti, obblighi che a mio avviso fanno bene a non esistere perché hanno fondamenti molto deboli. E di fronte a questo strabismo morale che condanna senza motivo certi comportamenti e in modo altrettanto immotivato ne dimentica altri del tutto equivalenti, non posso che darle un consiglio: lasci perdere la vecchia politica, non solo nei contenuti e nelle proposte, ma anche nella forma e nel linguaggio. 

Eviti le polemiche pretestuose e le "sparate" sui giornali, questi trucchi lasciamoli ai politicanti, meglio rimanere attaccati ai dati di realtà e alle cose di sostanza. Se lei ha veramente a cuore il destino di Taranto, dei suoi abitanti e del suo ambiente, Sandro Marescotti potrà essere per lei un prezioso interlocutore, grazie alla sua grande esperienza e competenza. Prenda il buono che saprà darle Marescotti, l'associazionismo e la società civile tarantina e lo trasformi in progettualità politica, cercando senza "scomuniche" e senza preconcetti il valore delle proposte di ogni organizzazione.

Le dico di cuore, da tarantino trapiantato a Bologna (dove apprezzo e sostengo il Movimento Cinque Stelle), ma anche da sostenitore delle lotte ambientaliste e da proboviro dell'associazione PeaceLink: se lei vuole combattere il potere vada altrove, perché sia Marescotti che la nostra associazione ne sono sempre stati alla larga, e se lei ha seguito la politica cittadina degli ultimi anni dovrebbe già saperlo.

Per confermare che la nostra associazione è sempre stata libera di denunciare il malaffare e l'inquinamento provi ad informarsi in rete, e scoprirà delle cose interessanti. Ad esempio potrà scoprire che una decina di anni fa (quando lei era probabilmente troppo giovane per ricordare) prima di aprire il suo attuale blog Beppe Grillo collaborava con i gestori del sito bububu.it (ormai chiuso), dove erano pubblicate le notizie diffuse dalla nostra associazione. E già allora eravamo considerati più che attendibili. Di quell'esperienza rimane traccia sulla "Macchina del tempo" dei siti Internet, il sito "Web Archive".

Se quello che la preoccupa invece è un associazionismo "sporcato" dai partiti, oltre a dirle in generale che a mio parere le associazioni contribuiscono a ripulire la politica, in questo caso specifico mi sento di poterla tranquillizzare personalmente. In qualità di membro del collegio dei probiviri dell'associazione PeaceLink le garantisco anche che la nostra associazione è fermamente determinata a non avere nessun vincolo con i partiti, e questo ci ha permesso di restare in attività da venti anni, con pochi soldi (quelli di tesseramenti e donazioni) e tanta libertà.

Nella sua intervista lei ha parlato di dimissioni preventive presentate da altri candidati attivi nell'associazionismo, presentate "per non compromettere l'autonomia" dell'associazione, ma io posso dirle che la candidatura di Marescotti in una lista CIVICA CITTADINA (e NON in un PARTITO POLITICO nazionale) non mortifica l'autonomia di PeaceLink, semmai la conferma e la rafforza, dimostrando lo spessore di una associazione talmente autonoma nelle sue proposte ambientaliste da poterle sostenere anche senza l'intermediazione dei partiti tradizionali.

Proprio a riprova della sua autonomia, PeaceLink ha voluto sottoporre al giudizio del voto le proposte di sviluppo cittadino eco-compatibile che all'interno dell'associazione sono state elaborate con un lavoro durato anni, e realizzato grazie all'aiuto di ingegneri, ambientalisti, tecnici, avvocati e cittadini di ogni estrazione sociale che hanno collaborato con noi apprezzando l'atteggiamento della nostra associazione, sempre basato sull'onestà, la pulizia e la competenza. 

Se c'è una cosa che nemmeno l'Ilva ha avuto il coraggio di mettere in discussione fino ad ora, è l'integrità di Sandro Marescotti, talmente evidente e cristallina da risultare finora incontestabile perfino per i suoi avversari più accaniti. 

Ora arriva lei, e pretende di dimostrare che se uno si candida con una lista civica sarebbe teoricamente obbligato a dimettersi, e se non lo fa si macchia per sempre con lo sporco della corruzione politica senza nemmeno essere mai stato eletto. 

Prima di fare queste affermazioni con leggerezza, gettando macchie su attivisti senza macchia, mi chiedo perché non si è preso nemmeno la briga di controllare se nel suo movimento c'è qualcun altro che si è candidato pur essendo attivo nell'associazionismo (cosa che a mio giudizio, come per il caso di Marescotti, aumenta il valore di un candidato e non lo sminuisce). 

Io seguo l'impegno sociale di Grillo da molto tempo, da quando portava sul palco gli attivisti della Rete Lilliput, da quando nelle sue tourneè cercava di valorizzare le espressioni migliori della società civile in ogni città che lo ospitava.

E quindi chiedo anche a lei di cercare in questa città la sua parte migliore, le sue competenze più utili, le sue coscienze più critiche. E' lì che troverà Alessandro Marescotti, e non in mezzo a polemiche e sospetti che nemmeno poteri molto più forti di lei sono riusciti a gettargli addosso, scontrandosi con lo scudo di stima e di rispetto che questa persona ha costruito con azioni concrete, e non con semplici dichiarazioni alla stampa.

Fossi in lei, anziché lamentarmi per le mancate dimissioni di Marescotti, sarei contento perché la città di Taranto può ancora contare su una associazione come PeaceLink guidata da un presidente come Alessandro Marescotti, un uomo che sull'ambientalismo avrebbe potuto costruire una brillante carriera, ma alle auto blu ha sempre preferito la bicicletta, simbolo del suo impegno civile onesto e disinteressato, al servizio dell'ambiente, della scuola e della città. 

E questo impegno non è passato inosservato alla cittadinanza, che nelle urne ha dimostrato di saper cogliere la differenza tra la matura proposta di rinnovamento nata da decenni di attivismo sociale e una protesta acerba, lodevole nelle intenzioni, ma ancora incerta nel mettere a fuoco i suoi bersagli. 

Vi auguro pertanto di mettere a fuoco al più presto il bersaglio delle vostre azioni, per capire che il nemico dell'ambiente e della città non è l'associazionismo che diventa proposta politica, bensì il potere dell'industria e dei grandi partiti che frena ogni cambiamento, e si alimenta anche di quella politica intrisa di attacchi personali e polemiche inutili che fa perdere tempo ed energia a chi vuole progettare un futuro senza diossina.

Cordiali Saluti
Carlo Gubitosa

Associazione PeaceLink

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