Clini rassicura sul futuro dell'Ilva "Garantiremo produzione e salute"
Il Governo sta lavorando per assicurare la continuità industriale dell'area dell'Ilva di Taranto nel quadro delle compatibilità ambientale". E' l'impegno indicato dal ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, alle parti sociali nell'incontro conclusosi a Palazzo Chigi. "La strada - sottolinea Clini - è un accordo di programma sul mantenimento delle produzioni e sul risanamento ambientale. Il 26 luglio sarà finalizzato questo protocollo d'intesa che speriamo sarà sottoscritto dall'azienda".
Governo, regione, parlamentari ed enti locali si sono riuniti per concordare le misure necessarie ad assicurare in tempi rapidi l'avvio di opere di bonifica e recupero ambientale. Già la settimana prossima sarà siglata un'intesa quadro che individuerà nel dettaglio le risorse finanziare, i progetti e le modalità attuative. Il ministro dell'ambiente incontrerà l'Ilva per illustrare i risultati dell'incontro e verificare la disponibilità dell'impresa a concorrere agli obiettivi emersi.
Quella di oggi, ha spiegato Clini, "è stata una discussione molto approfondita sullo stato dell'arte". "Abbiamo concordato, le amministrazioni centrali e la Regione, di lavorare insieme - ha spiegato Clini - anche con le amministrazioni locali avendo tre obiettivi: la piena utilizzazione delle risorse già disponibili, attraverso anche la rapida finalizzazione di tutte le procedure in corso che riguardano le bonifiche ambientali; l'individuazione di obiettivi e progetti per ampliare il campo degli interventi (anche tecnologici) per il risanamento ambientale dell'area di Taranto anche con progetti aggiuntivi con il finanziamento di risorse attraverso i fondi strutturali e il piano operativo nazionale ricerca e competitività; ci siamo confrontati sulla possibilità di coinvolgere l'azienda Ilva, le altre imprese del territorio e le organizzazioni sociali e sindacali per questo programma di riqualificazione area". "Entro la prossima settimana - ha detto Clini - elaboreremo un protocollo d'intesa o un accordo quadro che identifichi gli obiettivi e i programmi, che venga sottoscritto dalle amministrazioni centrali, dalla Regione e dagli enti locali, che identifichi nella Regione e cioè nel presidente della Regione la cabina di regia delle operazioni condivise. Lavoreremo - ha assicurato - perché questo accordo sia condiviso da Ilva e dalle imprese in maniera tale che gli obiettivi di risanamento e riqualificazione ambientale del territorio facciano parte anche della strategia di questo grande gruppo industriale.
A Palazzo Chigi si è discusso dell futuro dello stabilimento e quello dell'intera città. Sull'attività incombe lo spettro del sequestro dell'area a caldo dopo i risultati delle due perizie che mettono in relazione le malattie record e le emissioni dell'Ilva. Ma non tremano solo i quasi 12 mila operai di Taranto. L'effetto domino sul blocco delle produzioni metterebbe a rischio, hanno spiegato i vertici dell'azienda, tutti gli stabilimenti del colosso siderurgico italiani. La questione ambientale, però, non è più rinviabile. La Regione Puglia ha varato due giorni fa una legge anti-inquinamento nella speranza di evitare i sigilli della magistratura - che tra l'altro ha introdotto la valutazione del danno sanitario (Vds) - e gettato sul piatto qualcosa come 100 milioni di euro per le bonifiche. Il governatore Vendola, anche lui a Roma insieme a una delegazione di parlamentari pugliesi e rappresentanti delle istituzioni locali, chiede al governo altri 200 milioni.
A questo proposito, il deputato pugliese dell'Udc Salvatore Ruggeri, dice che il governo "è disponibile, e pensa di poter prevedere 95 milioni di euro dal Pon e altri 92 milioni da altri fondi stanziati dal Cipe". Si tratterebbe di quasi 190 milioni di euro per risanare la città. "Questo però sarebbe solo l'inizio", ha sottolineato. Al tavolo istituzionale erano presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, il ministro dell'Ambiente Clini, il sottosegretario del ministero sviluppo economico Claudio De Vincenti, il presidente della Regione Puglia Vendola, il presidente della provincia di Taranto Giovanni Florido, il sindaco di Taranto Ippazio Stefano, i parlamentari Raffaele Fitto, Nicola Latorre, Ludovico Vico, Antonio Nessa e Ruggeri.
La riunione odierna segue l'iniziativa intrapresa dal Presidente del Consiglio, Mario Monti, che nel vertice dello scorso 17 aprile con le istituzioni locali aveva espresso la volontà del Governo di seguire con attenzione particolare le problematiche relative alla città di Taranto, costituendo un apposito tavolo con le amministrazioni competenti e con il coordinamento del ministro Clini.
La Regione, dal canto suo, ieri, sul fronte della tutela ambientale, ha varato il piano per il rione Tamburi, il popoloso quartiere a ridosso del colosso. Un piano che consiste nella limitazione delle emissioni e nel rallentamento delle attività nei giorni di vento, con lo stop parziale al traffico dei mezzi pesanti e la riduzione della movimentazione dei materiali. Quello dell'inquinamento prodotto dalle depositi di materie prime, infatti, è un altro punto da affrontare. E lo ha ricordato lo stesso ministro Clini parlando della procedura per il rilascio della Via, la valutazione di impatto ambientale, riaperta e ad oggi ancora in discussione.
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