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La parola ambientalista, apparsa da pochi decenni nel vocabolario, ha subito disastrose distorsioni di significato e di senso

Ambientalismo isterico? No, estremismo industriale

sono isterici anche i magistrati che, non avendo funzioni di negoziatore, applicano le norme? O i morti hanno esagerato a morire, i malati ad ammalarsi e sono malati isterici?
13 agosto 2012
Giorgio Todde (Medico)
Fonte: Il Fatto Quotidiano - 13 agosto 2012

La parola ambientalista, apparsa da pochi decenni nel vocabolario, ha subito disastrose distorsioni di significato e di senso. Così oggi qualcuno parla di ambientalismo massimalista, di lobby ambientaliste, di ambientalisti affamatori del popolo, di ambientalismo terrorista e perfino di ambientalismo che fa stragi. Mai di ambientalismo come comune esercizio di civiltà e coscienza. Addirittura, capovolgendo la realtà, il presidente della Puglia ha evocato, a proposito dell’Ilva, un certo “ambientalismo isterico” corresponsabile della perdita del lavoro a Taranto. Ripete il presidente – e il Governo con lui – l’ovvietà che bisogna abolire «la scelta tra lavoro e salute, perché in quel dilemma c’è la sconfitta della civiltà». Anche un bimbo è d’accordo e sa che il lavoro non deve avvelenare e uccidere, che l’acciaio serve e che bisogna produrlo senza ammazzare chi lo produce. Ma non è andata così.

Nella sinistra italiana, mentre intere regioni cadevano in mano agli ayatollah del cemento e ai pasdaran impuniti di uno sviluppo malato, mentre il Paese era costellato di fabbriche tossiche e frana sotto i mattoni, un pensiero falso operaista propagandava l’idea che bisogna mediare tra ambiente, salute e lavoro. E oggi definisce estremista chi solleva il problema dell’avvelenamento di intere comunità per “dare” lavoro. Lo marchia addirittura come complice di una condizione che la stessa sinistra ha concorso a produrre, disinteressata per tradizione alle irritanti questioni ambientali buone per signorine di buona famiglia consacrate all’ecologia come al ricamo. Così al termine ambientalista è stato malignamente infuso, sino dalla sua nascita, il significato di estremismo immaturo. Mentre il vero fanatismo è nell’estremismo industriale che ha avvelenato migliaia di persone, nella frenesia del cemento che ha distrutto intere regioni. Distrutte materialmente, culturalmente e moralmente. Sono estremisti in Germania dove puntano a consumo di suolo zero? Estremisti in Francia dove il permesso di costruire è una faccenda seria mentre da noi è spesso un patto a due, tra chi amministra e chi imprende? Sono mediatori in Cina, ricoperti da una nube di veleno? Mediatori in Russia dove le norme ambientali sono roba per deboli di stomaco? Moderati all’Ilva, moderati gli industriali e i governi i quali per decenni hanno permesso che in cambio di un po’ di lavoro si crepasse al grido di “meglio il fumo della fame”? Studenti davanti al Tribunale di Taranto

Il presidente della Puglia e il Governo che invia ministri contro i giudici dicono che loro stanno nel giusto mezzo. Eppure sanno che la mediazione è possibile solo tra forze comparabili. E dimenticano che dalla “mediazione” di Taranto è stata spietatamente cancellata la parte debole. Sanno che è stato un pezzo della società civile e la magistratura che hanno sostituito la politica connivente e muta. La mediazione, quella buona, non è appannaggio dei giudici. Oppure sono isterici anche i magistrati che, non avendo funzioni di negoziatore, applicano le norme? O i morti hanno esagerato a morire, i malati ad ammalarsi e sono malati isterici?

Se la E di ecologia diventa una sottile vernice rossa o verde, le pagine oscure sono destinate a moltiplicarsi.  

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