L'onorevole Zamparutti: la via maestra è rendere subito pubblici i dati sui rischi a Taranto
ILVA. E. ZAMPARUTTI (RADICALI) GOVERNO CHIARISCA E DIVULGHI DATI SU INQUINAMENTO
IL COMUNICATO STAMPA
Roma, 20 settembre 2012
Elisabetta Zamparutti, deputata radicale in Commissione Ambiente, in merito alla mancata divulgazione dei dati contenuti nello studio Sentieri, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e relativo al periodo 2003-2008 ha presentato una dettagliata interrogazione parlamentare rivolta al Presidente del Consiglio Monti, al Ministro dell’Ambiente Clini e al Ministro della Salute Balduzzi per chiedere, tra l’altro, di divulgare tutti i dati in loro possesso (anche quelli parziali) in merito all’inquinamento a Taranto, di farlo prima dell’adozione della prossima Autorizzazione Integrata Ambientale e che quest’ultima prescriva per ILVA le migliori tecnologie disponibili in assoluto.
La parlamentare radicale ha in proposito dichiarato: “Se non si vuole generare ‘allarme tra la popolazione’ o ‘intimidire le autorità competenti in materia di protezione ambientale e sanitaria’, come dice il Ministro Clini, la via maestra è proprio quella di rendere subito pubblici tutti i dati già in possesso del Governo sul reale rischio l’ambiente e per la salute dei cittadini. E’ questo quello che serve e non le querele al Presidente dei Verdi Angelo Bonelli”.
La Zamparutti ha continuato: “E’ paradossale che non si rendano pubblici i dati del progetto Sentieri relativi agli anni 2003-2008 perché secondo il Governo ancora non ufficiali e al vaglio della comunità scientifica, mentre sono noti al Tribunale di Taranto i dati dell’indagine epidemiologica condotta dai consulenti del GIP che copre gli anni 2004-2010”.
Elisabetta Zamparutti ha poi concluso: “L’incertezza e la mancanza di informazione delegittimano le istituzioni e provocano danni ai cittadini di Taranto peggiori di quelli già provocati alla loro salute dall’inquinamento industriale della città.”
Il TESTO DELL'INTERROGAZIONE:
Al Presidente del Consiglio
Al Ministro dell’Ambiente
Al Ministro della Salute
Per sapere, Premesso che:
- secondo i dati raccolti nella seconda fase dello studio Sentieri, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, relativo al periodo 2003-2008 (mancano i dati relativi al 2004 e al 2005) e riguardanti gli abitanti di Taranto e Statte, come resi pubblici nella conferenza stampa del 19 settembre da Angelo Bonelli, Presidente dei Verdi ed Alessandro Marescotti, Presidente di Peacelink di Taranto, emerge, in relazione all’andamento temporale dei tassi standardizzati di mortalità nella popolazione residente di tutte le età quanto segue:
un eccesso di mortalità pari al +10% (rispetto alla media regionale) per i decessi per tutte le cause di morte, +12% per tutti i tumori, +24% per i tumori che colpiscono fegato, trachea, bronchi e polmone, + 38% per i linfomi non-Hodgkin, +306% per mesotelisioma, +17% per i tumori del sistema linfo-emopoietico; particolarmente preoccupanti i dati relativi ai bambini: +35% i decessi per tutte le cause di morte per i bambini sotto un anno di età; +71% i decessi per alcune condizioni morbose di origine perinatale;
- per quanto riguarda il raffronto tra i dati relativi al periodo 1995-2002 e quelli più recenti relativi al periodo 2003-2008 l’eccesso della mortalità per tutte le cause sarebbe passato tra gli uomini dal +9% al più 13%, tra le donne dal +7% al +8%;
- il 18 settembre scorso, nel convegno annuale di Sentieri, alla presenza dei Ministri Clini e Balduzzi, sono stati presentati i risultati della prima fase dello studio Sentieri, relativi al periodo 1995-2002 e già presentati il 9 novembre 2011, mentre non sono stati divulgati al pubblico quelli più recenti che pure sarebbero in possesso da mesi anche di Regione, Provincia, Comune, Arpa e Ilva ed erano sicuramente noti dal 30 marzo scorso perché contenuti nella perizia depositata al Tribunale di Taranto in sede di incidente probatorio nell'ambito del processo all'ILVA;
- la non divulgazione dello studio più recente di Sentieri è stata motivata dal fatto – ha dichiarato il Ministro Balduzzi – che i dati erano ancora “in fase di elaborazione e all’attenzione della comunità scientifica” e che sarebbero stati diffusi il 12 ottobre, cioè alla fine di tre indagini complementari volte a «capire cosa è successo negli ultimi 12 anni e se le prescrizioni imposte all'Ilva hanno avuto efficacia” e a “verificare se ci sia presenza di diossina nei prodotti alimentari e la qualità dei mitili»;
- il Ministro Clini ha anch’egli ribadito che i dati dello studio Sentieri “non sono ufficiali”, e ha denunciato il Presidente dei Verdi Angelo Bonelli per «la diffusione di notizie false che generano allarme tra la popolazione e mirano ad intimidire le autorità competenti in materia di protezione dell'ambiente e tutela della salute»;
- inoltre il Ministro Clini ha più volte dichiarato, anche in sede parlamentare il 1° agosto scorso, che i rischi ambientali da considerare all'Ilva di Taranto «sono quelli dei decenni passati, mentre è più difficile identificare una correlazione causa-effetto» sull'eccesso di mortalità per tumori nell'area «con la situazione attuale che, per effetto di leggi regionali e nazionali e misure ad hoc hanno avuto una evoluzione delle tecnologie con significative riduzioni delle emissioni, particolarmente della diossina e delle polveri»;
- «Tali dichiarazioni non sono corrette dal punto di vista tecnico-scientifico», hanno subito replicato il professor Benedetto Terracini, dell’Università di Torino, decano dell'epidemiologia italiana ora in pensione e Consulente del Comune di Taranto in occasione dell'incidente probatorio che ha avuto luogo il 30 marzo nell'ambito del processo all'ILVA, assieme alla dottoressa Maria Angela Vigotti dell’Università di Pisa, Consulente del Comune di Taranto e al dottor Emilio Gianicolo dell’IFC-CNR, Lecce, Consulente degli allevatori;
«Il ministro asserisce che gli effetti sulla salute riscontrati sono solo il risultato dell’inquinamento del passato» hanno spiegano i tre scienziati, «ma se è vero che gli eccessi tumorali attuali riflettono esposizioni avvenute circa 20-30 anni prima, il Ministro ignora completamente i risultati dello studio sugli effetti a breve termine condotto dai consulenti del GIP che ha dimostrato l’effetto deleterio delle emissioni degli anni 2004-2008». E aggiungono: «Si tratta quindi di una cattiva interpretazione dei dati epidemiologici presentati nella perizia consegnata al GIP di Taranto, a totale beneficio, economico e giudiziario, degli interessi attuali della società ILVA»;
le dichiarazioni del ministro, secondo i tre consulenti non sono condivisibili perchè:
- 1. «Gli studi epidemiologici condotti nello specifico della realtà di Taranto hanno valutato sia gli effetti sanitari a lungo termine dell’inquinamento (le esposizioni medie negli anni) sia gli effetti a breve termine (le variazioni giornaliere). In entrambi i casi, gli studi hanno messo in rilievo effetti sanitari dell’inquinamento ambientale;
- 2. Lo studio degli effetti a lungo termine ha dimostrato effetti sulle patologie tumorali anche per i bambini, ma anche e soprattutto, sulle patologie cardiache e respiratorie. Per queste patologie il tempo necessario dalla esposizione all’effetto non è così lungo come per i tumori. Lo dimostra molto bene proprio la legge italiana sul divieto di fumo nei luoghi pubblici (Sirchia): al diminuire della esposizione della popolazione a fumo passivo si è osservata nel giro di pochi mesi una drastica riduzione delle malattie cardiovascolari. L’aumento della mortalità e della morbosità per cause cardiache e respiratorie osservata nei quartieri vicino alla industria (Tamburi) nello studio a lungo termine è quindi attribuibile anche alle esposizioni avvenute negli ultimi anni;
- 3. I dati delle centraline ARPA Puglia (Archimede e Machiavelli), localizzate in prossimità della azienda nel quartiere Tamburi, hanno fatto registrare fino al 2010, ultimo anno preso in esame dalla perizia, un numero elevato di superamenti del valore giornaliero di PM10 previsto dalla legge (50 ug/m3);
- 4. A questi aumenti nella concentrazione giornaliera di PM10 lo studio epidemiologico sugli effetti a breve termine ha associato un aumento di tutte le morti e dei ricoveri ospedalieri per cause cardiache e respiratorie;
- i tre consulenti hanno infine concluso che, poiché il ministro nella sua relazione alla Camera dei Deputati ha citato, a supporto delle sue considerazioni, lo studio “SENTIERI” condotto dall’Istituto Superiore di Sanità occorre forse riportare che lo stesso progetto auspica “la produzione di ulteriori dati epidemiologici relativi alle popolazioni residenti nei SIN (Siti Inquinati di interesse Nazionale) per una più approfondita comprensione dell’impatto sanitario dei siti contaminati” riteniamo che la perizia epidemiologica rappresenti un primo serio approfondimento sull’impatto sanitario nella città di Taranto»;
- a tal proposito, come riportato dal sito http://www.peacelink.it/ecologia/a/36694.html, dalla perizia epidemiologica risulta infatti che:
“Sarebbero 386 i morti (30 morti per anno) attribuibili alle emissioni industriali (Vedere pag. 219 della perizia degli epidemiologi);
Sono 237 i casi di tumore maligno con diagnosi da ricovero ospedaliero (18 casi per anno) attribuibili alle emissioni industriali (Vedere pag. 219 della perizia degli epidemiologi);
Sono 247 gli eventi coronarici con ricorso al ricovero (19 per anno) attribuiti alle emissioni industriali (Vedere pag. 219 della perizia degli epidemiologi).
Sono 937 i casi di ricovero ospedaliero per malattie respiratorie (74 per anno) (in gran parte tra i bambini) attribuiti alle emissioni industriali (Vedere pag. 219 della perizia degli epidemiologi);
Sono 17 i casi di tumore maligno tra i bambini con diagnosi da ricovero ospedaliero attribuibili alle emissioni industriali (Vedere pag. 220 della perizia degli epidemiologi);
I periti hanno concluso che “l’esposizione continuata agli inquinanti dell’atmosfera emessi dall’impianto siderurgico ha causato e causa nella popolazione fenomeni degenerativi di apparati diversi dell’organismo umano che si traducono in eventi di malattia e di morte”;
- lo studio pubblicato su Epidemiologia e Prevenzione, dell'Associazione italiana di epidemiologia, primo articolo scientifico pubblicato per il quale è stata arruolata la coorte delle persone residenti al 01.01.1998, o successivamente entrate fino al 2010, nei tre comuni della zona (Taranto, Massafra e Statte) e basato su una parte consistente dei dati alla base della perizia epidemiologica svolta da Biggeri, Forastiere e Triassi per il gip di Taranto Todisco, in possesso della magistratura dal 30 marzo 2012, la mortalità a Taranto per tutte le cause aumenta dell'8-27% (a seconda dei quartieri), i tumori maligni del 5-42%, le malattie cardiovascolari del 10-28%, e le malattie respiratorie dell'8-64%;
- l’Istituto Superiore di Sanità risulta aver avviato con il Dipartimento di Prevenzione della ASL di Taranto un progetto di biomonitoraggio degli allevatori di Taranto con prelievi effettuati tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 per determinare la concentrazione dei metalli e le concentrazioni di diossine e furani e la caratterizzazione delle diossine;
- il DL n. 129 del 7-8-2012 in premessa fa riferimento ad una: “straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni per fronteggiare e superare le gravi situazioni di criticità ambientale e sanitaria accertate in relazione al sito di bonifica di interesse nazionale di Taranto”, mentre le premesse del “ Protocollo d’intesa per interventi urgenti ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto” che il dl recepisce parla dell’esistenza di una forte connessione tra le criticità ambientali e sanitarie presenti e gli elevati livelli emissivi complessivamente presenti nell’area industriale”;
1) se i dati relativi al progetto Sentieri per il periodo 2003-2008 siano effettivamente nella disponibilità del Governo e se non ritenga di interesse pubblico la divulgazione dei dati epidemiologici contenuti nel secondo studio Sentieri, considerato che sono stati già divulgati e riproposti anche di recente (il 18 settembre scorso) quelli pur gravi e preoccupanti relativi al periodo 1995-2002 senza tema che essi generassero “allarme tra la popolazione” o intimidissero “le autorità competenti in materia di protezione dell'ambiente e tutela della salute”;
2) se siano già stati trasmessi al Ministro della Salute pareri dell’istituto Superiore di Santità sui limiti connessi alla diossina nel suolo a pascolo e si vogliano renderli pubblici e quali misure per la tutela della sicurezza alimentare e connessa comunicazione ai consumatori siano state adottate o in progetto di adottare a cura delle autorità competenti;
3) se siano già stati trasmessi al Ministro della Salute pareri dell’istituto Superiore di Santità sui livelli di contaminanti nocivi alla salute umana nei mitili e se si vogliano renderli pubblici;
4) quale periodo temporale copre il monitoraggio a cui fa riferimento il Ministro Balduzzi relativo agli effetti dell’inquinamento a Taranto in particolare per quanto riguarda la presenza di diossina nei prodotti alimentari e la qualità dei mitili;
5) in riferimento alle considerazioni del dl n. 129 del 7 agosto 2012 riportate in premessa, quali sono i lavori scientifici cui han fatto riferimento i firmatari del Protocollo per affermare che esiste a Taranto una “grave criticità sanitaria” e quali sono i lavori scientifici cui si fa riferimento per stabilire la forte connessione tra le criticità ambientali e i livelli emissivi presenti nell’area industriale;
6) se non sia opportuno aspettare l’esito dell’indagine complementare allo studio Sentieri annunciata per metà ottobre, relativa al monitoraggio degli ultimi 12 anni e volta a verificare se ci sia presenza di diossina nei prodotti alimentari e la qualità dei mitili, prima di emettere la nuova AIA prevista invece per la fine di settembre.
7) se per un principio di cautela a tutela della salute pubblica e dell’ambiente della città di Taranto non sia comunque necessario, in sede di AIA, attenersi rigorosamente a quando prescritto dalle norme europee e dall’art 29-septies, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 mediante prescrizione di misure supplementari particolari più rigorose di quelle ottenibili con le migliori tecnologie disponibili.
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