Salva-Ilva, legge in Gazzetta ufficiale chiesto il dissequestro dell'acciaio
L'Ilva ha chiesto questa mattina il dissequestro dei prodotti finiti e semilavorati sequestrati lo scorso 26 novembre dal gip Patrizia Todisco. La decisione dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della legge di conversione del decreto numero 207 del 3 dicembre scorso, detto il 'salva-Ilva', che di fatto annulla gli i sigilli dell'autorità giudiziaria scattati nell'ambito dell'inchiesta per disastro ambientale, autorizzando l'azienda a proseguire l'attività produttiva a Taranto per i prossimi 36 mesi.
La pubblicazione sulla Gazzetta della legge, approvata dal Parlamento nella settimana prima di Natale, era il passo che gli avvocati dell'azienda attendevano per presentare alla Procura istanza di dissequestro di coils e lamiere pari a un milione e 700mila tonnellate, il cui valore commerciale è di circa un miliardo di euro. L'istanza è stata depositata dall'avvocato Egidio Albanese ed è firmata anche dall'avvocato Marco De Luca. Ora la decisione sulla merca passa alla Procura. Già all'indomani della pubblicazione del decreto legge sulla "Gazzetta Ufficiale" fu presentata un'altra istanza relativa agli impianti dell'area a caldo e in quell'occasione i pm confermarono il sequestro ma reimmisero l'Ilva nel possesso di altiforni e acciaierie per i quali, sino a quel momento, non c'era facoltà d'uso.
Contro il decreto legge, nei giorni scorsi, la Procura ha sollevato alla Corte Costituzionale il conflitto di attribuzione (è stato depositato alla cancelleria della Consulta l'ultimo giorno dell'anno) e analogo ricorso sarà molto probabilmente presentato adesso contro la legge di conversione. La riacquisizione dei semilavorati e dei prodotti finiti è giudicata dall'Ilva essenziale per rimettere in marcia gli impianti dell'area a freddo di Taranto, quasi tutti fermi da fine novembre e con parte del personale inattivo, ed alimentare gli altri stabilimenti del gruppo.
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