«Acciaio, vendita illegale» Ilva dice di no ai custodi
Sulla cig i sindacati si dividono. La Fiom non firma
Perché - è la spiegazione - «tutto ciò è contrario alla legge 231 del 2012 che prescrive sia il diritto all’esercizio di impresa che la commercializzazione da parte dell’azienda di beni sequestrati. Le questioni di illegittimità costituzionale sollevate dal Gip e dal Tribunale non fanno venir meno e non sospendono la legge in vigore che deve quindi essere applicata e alla quale Ilva intende attenersi». Conclusione: l’azienda «impugnerà in ogni sede il provvedimento del Gip del 14 febbraio scorso». Tutto quindi si complica e con il senno di poi - anche se si tratta di un intervallo di pochissime ore - ha senso la decisione delle Fiom di non firmare, a differenza di Uilm e Fim, il verbale per la cassa integrazione in deroga («chiesta dall’Ilva - ha spiegato Cosimo Panarelli, segretario provinciale della Fim - per far fronte agli effetti del sequestro delle merci disposto dalla magistratura e alla fermata dei primi impianti sottoposti ai lavori di risanamento ambientale»). La Fiom (che non ha firmato nemmeno un secondo documento, propedeutico a quello che disciplinerà la cassa integrazione straordinaria di cui si discuterà la prossima settimana), contesta non solo un provvedimento adottato unilateralmente e sottoposto alla discussione sindacale «a fatti avvenuti» (spiega il segretario tarantino Donato Stefanelli); ma anche altro. Ilva - afferma - ha scelto la strada delle ferie forzose per oltre la metà dei dipendenti destinatari del provvedimento e non ha utilizzato lo strumento della «rotazione»: perché molti operai con ferie arretrate sono rimasti in produzione, altri senza ferie sono stati messi in cig e per altri sono scattate le ferie forzose.
In sostanza la Fiom avrebbe voluto affrontare la vertenza Ilva nel suo complesso: sul versante del lavoro, della salute e anche dell’ambiente: «Invece si annuncia la cigs senza avere un preciso piano industriale, senza utilizzare i contratti solidarietà che consentirebbero a tutti di lavorare a turno». La Uilm, come la Fim, ha accettato il verbale come «atto dovuto, conseguente ad una decisione già presa, utile a coprire le retribuzione dei lavoratori in questione, dato che solo ora sono stati reperiti i fondi ministeriali per la copertura», ha spiegato Antonio Talò (la Regione, che ha lamentato il mancato invito al tavolo negoziale, interviene nella cig solo per le aziende con un massimo di 250 dipendenti). Infine la Uilm ha ribadito che i numeri forniti dall’Ilva per la prossima cigs sono «esorbitanti: siamo fermamente intenzionati a ridurne l’entità». In proposito anche il ministro dello Sviluppo economico si è espresso per rivedere in basso le cifre di Ilva. Corrado Passera ha detto che «è normale» ricorrere agli ammortizzatori sociali per ristrutturare un’azienda, ma «per quanto attiene alle cifre anche l’azienda non si aspetta di utilizzare tutte le ore di cigs richieste»
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