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Lettera aperta al Presidente della Regione

Italia bene comune? Proprio come per il nuovo depuratore di Pulsano e Leporano!

Quanto ci piacerebbe sentirle pronunciare, adesso, per il nostro depuratore mai nato, una frase come: “State tranquilli, non è che mi sono scordato! Il presidente non si è defilato”
20 maggio 2013
Luciana Sabatino, Nino Pane, Pasquale Risimini (Comitato spontaneo “Litoranea dei Micenei”)

Signor Presidente Vendola,

abbiamo taciuto per un anno e mezzo anche se nulla è cambiato alla Litoranea dei Micenei di Marina di Pulsano in provincia di Taranto, al nostro Lido Fogna. Lo scarico nel mare dei reflui non conformi (liquami) provenienti dal vecchio depuratore continua più vigoroso che mai, grazie anche ai nuovi allacci bipartisan indispensabili per foraggiare i bacini elettorali di destra e di sinistra, di sopra e di sotto. I tombini continuano a vomitare liquami che invadono la litoranea salentina irrigando la scogliera prima di finire nel mare. Sono i tombini della III traversa dei Pescatori che incrociano la litoranea dei Micenei all’altezza del civico 27. Le ultime tracimazioni importanti sono avvenute il 12 maggio scorso in seguito alle piogge della scorsa fine settimana. Il problema delle tracimazioni di liquami dai tombini resta nonostante le recenti dichiarazioni del Sindaco di Pulsano Giuseppe Ecclesia, forse frutto di amnesie preelettorali, sulla definitiva soluzione delle tracimazioni (intervista alla redazione di Taranto Buonasera dei candidati sindaci accessibile all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=2VfLOPlDd2Q). Infatti, il Sindaco ha dimenticato di raccontare che i 400 mila euro spesi dalla sua giunta hanno avuto come risultato non la soluzione del problema ma il suo spostamento da via La Fontana alla III traversa dei Pescatori. 400 mila euro per spostare in problema di un chilometro! Questa condizione permarrà finché non sarà avviato il nuovo depuratore con la dismissione del vecchio e del suo incredibile scarico di liquami nel mare.  Schiuma nei pressi dello scarico a mare

 

Abbiamo taciuto per tutto questo tempo non perché rassegnati, non perché ormai disinteressati ma perché con le azioni dell’ex Assessore Regionale alle Opere Pubbliche, Fabiano Amati, ci sembrava che fosse stato intrapreso il percorso giusto per giungere alla soluzione definitiva del problema. Amati aveva dimostrato competenza nella gestione di un progetto e dei lavori riguardanti un’opera pubblica resa complessa dall’incompetenza (e speriamo solo dall’incompetenza) di chi l’aveva gestita prima di lui.

 

Non avevamo tuttavia considerato un aspetto. In effetti, abbiamo capito tardi che nel suo schieramento quello dell’Italia dei “beni comuni”, quando per errore ci si imbatte in uno bravo e capace bisogna immediatamente ed impietosamente “trombarlo” per non correre il rischio di far terra bruciata attorno all’imperante mediocrità. Se c’è uno capace di chiedere ai colossi industriali di usare l’acqua depurata invece dell’acqua potabile, in un contesto dove sono molto più utili politici e controllori che si prostrano al cospetto dei capitani d’impresa, è bene toglierlo di mezzo. Potrebbe essere pericoloso, il popolino potrebbe davvero comprendere cosa significa difendere i beni comuni e gli interessi di una comunità.

 

Non ci sembra una coincidenza infatti che l’unico assessore capace della sua giunta sia stato fatto fuori proprio all’indomani dell’ennesima disastrosa esperienza elettorale che ha avuto come protagonista quell’accozzaglia di “cerca-poltrone” chiamata centrosinistra. Tanto interessati ai beni comuni da dimenticare in cantina le promesse elettorali per “inciuciare” come d’abitudine con chi ha mandato l’intero paese alle ortiche con le politiche scellerate dell’ultimo ventennio, come se non ci fosse bastato quell’altro ventennio antidemocratico della prima metà del secolo scorso.

 

Probabilmente, signor Presidente, è troppo impegnato nel ricostruirsi una verginità politica nelle piazze romane, sperando che il suo elettorato dimentichi cosa avete appena combinato, ma noi siamo ancora lì con i nostri tombini e con i nostri liquami scaricati nel mare di Pulsano, mare che in corrispondenza del recapito finale del vecchio depuratore risulta fortemente inquinato con livelli di residui fecali che superano di oltre cento volte i limiti per la balneabilità (oltre 50 mila unità di escherichia coli – batteri fecali - su 100 ml di acqua come risultato dalle analisi della Goletta Verde del 2010 e del 2012).

 

Stando alle sue promesse, il nuovo depuratore, che avrebbe ridato dignità a noi cittadini ed al nostro mare, sarebbe dovuto partire nello scorso aprile. Siamo a maggio e più nulla si sa. Quanto ci piacerebbe sentirle pronunciare, adesso, per il nostro depuratore mai nato, una frase come: “State tranquilli, non è che mi sono scordato! Il presidente non si è defilato.”

 

Evidentemente una rassicurazioni come questa potranno essere riservate ad altri contesti dove ci sono quelli che contano davvero e non a degli “infognati” come noi.

 

L’ex Assessore Amati teneva riunioni periodiche per verificare l’avanzamento dei lavori del nuovo depuratore che dopo 16 anni e 25 milioni di euro ancora non è stato avviato!

 

Dopo che ad Amati sono state ritirate le deleghe assessorili, è piombato un fragoroso silenzio sulla faccenda. Fonti ufficiose ma autorevoli riferiscono che la “pratica” sia finita nelle mani di funzionari che renderanno noti eventuali ritardi solo dopo che questi saranno stati accertati. È più o meno come dire metterò un gard rail sulla strada (ed a Lido Fogna ci è stato portato via anche quello) solo dopo che qualcuno si sarà sfracellato! Speriamo solo che questa voce sia infondata.

 

Le sensazioni e lo sdegno che proviamo sono ben lontani da quell’idea dei beni comuni in nome dei quali tanto vi si è gonfiato il petto sui palchi durante i comizi della scorsa campagna elettorale. Beni comuni che tanto riempiono i programmi delle liste per le prossime elezioni comunali pulsanesi, ma nei fatti poco interessano il sopito ed accondiscendente consiglio comunale, da cui nessuna notizia trapela sullo stato del nuovo depuratore. Questo dimostra che un depuratore mai entrato in funzione è molto più utile politicamente di uno che funziona. Senza opere incompiute e fantasiose promesse, come si può speculare sui consensi dell’ingenuo bacino elettorale? Meno diritti ha l’elettore e più reputerà attraenti le balle raccontate prima delle elezioni!

Scarico liquami a mare

Ci piacerebbe poter cambiare idea quanto prima. Ci basterebbe sapere che il progetto del nuovo depuratore è finito nelle mani di gente competente, che sia reso pubblico con cadenza quindicinale lo stato di avanzamento dei lavori con impegni e scadenze chiari e pubblici fino alla sua messa in esercizio. Ci piacerebbe cambiare idea, ma al momento non possiamo altro che constatare che la sua concezione di bene comune dista miliardi di anni luce dalla nostra.

 

Poco speranzosi di ricevere attenzioni da parte sua, visto il suo impegno per il nostro territorio, le porgiamo i nostri saluti.

 

PS: Le immagini allegate non sono recenti per nostra volontà proprio per sottolineare che negli ultimi tre anni nulla è cambiato a Lido Fogna e quindi sono più che mai attuali.

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