Taranto Sociale

Lista Taranto

Archivio pubblico

La crisi dell'acciao

Ilva, via alla procedura di infrazione contro l'Italia

L'ok dall'Europa.Violate le direttive sulla responsabilità ambientale e l'adeguamento della legge alle linee europee
27 settembre 2013
Rosanna Lampugnani (Corriere del Mezzogiorno)
Fonte: Corriere del Mezzogiorno - 26 settembre 2013

L’ufficialità è arrivata a mezzogiorno: la Commissione europea ha avviato la procedura di infrazione sull’Ilva per violazione delle direttive sulla responsabilità ambientale e un’altra sul mancato adeguamento della legislazione italiana alle direttive europee in materia di emissioni industriali. Lo dichiara, da Bruxelles, Monica Frassoni, presidente del Partito verde europeo ed esponente di Green Italia. Questo è un duro colpo per la credibilità dell’Italia in materia ambientale, perché sotto accusa sono stati messi i provvedimenti adottati per la vicenda Ilva da tre governi: Berlusconi, Monti e Letta. Né sono servite le rassicurazioni del ministro Andrea Orlando inviate a fine luglio alla Commissione e nemmeno il dettagliato resoconto fatto dal responsabile dell’Ambiente al commissario Janez Potocnik. I fumi dell'ILVA

 

DA BRUXELLES - Secondo quanto spiegano a Bruxelles, la maggior parte dei problemi deriva dalla «mancata riduzione degli elevati livelli di emissioni non controllate generate durante il processo di produzione dell'acciaio». Ai sensi della direttiva sulla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento («direttiva IPPC») le attività industriali ad alto potenziale inquinante devono infatti essere munite di autorizzazione. Le prove di laboratorio «evidenziano un forte inquinamento dell'aria, del suolo, delle acque di superficie e delle falde acquifere, sia sul sito dell'Ilva, sia nelle zone abitate adiacenti della città di Taranto. In particolare, l'inquinamento del quartiere cittadino di Tamburi è riconducibile alle attività dell'acciaieria». Oltre a queste violazioni della direttiva IPPC e al conseguente inquinamento, risulta che «le autorità italiane non hanno garantito che l'operatore dello stabilimento dell'Ilva di Taranto adottasse le misure correttive necessarie e sostenesse i costi di tali misure per rimediare ai danni già causati».

Allegati

Articoli correlati

  • "Se vogliamo la pace prepariamoci alla guerra"
    CyberCultura
    La dichiarazione del Presidente del Consiglio Europeo

    "Se vogliamo la pace prepariamoci alla guerra"

    Queste parole di Charles Michel sono pericolose e fuorvianti. Esempio lampante è la storia dell'antica Roma, spesso citata a sostegno del "si vis pacem, para bellum". I Romani usarono quel detto non per costruire la pace ma per imporre una storia costellata di guerre di conquista
    19 marzo 2024 - Redazione PeaceLink
  • La geopolitica dell'acciaio e la dipendenza dalla Cina
    Economia
    L'ILVA e la strategia europea di de-risking

    La geopolitica dell'acciaio e la dipendenza dalla Cina

    Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha sottolineato l'importanza della strategia di de-risking nel contesto delle relazioni UE-Cina, evidenziando la necessità di ridurre la dipendenza europea dalla Cina per l'approvvigionamento delle materie prime.
    30 gennaio 2024 - Alessandro Marescotti
  • Nell'economia politica dei disastri le vite umane non contano, conta solo il profitto
    Conflitti
    Advantage Ukraine, BlackRock e gli investimenti del dopoguerra in Ucraina

    Nell'economia politica dei disastri le vite umane non contano, conta solo il profitto

    Nel suo articolo su WILPF Nela Porobić sostiene che per l'Ucraina si stia preparando lo stesso futuro della Bosnia e Erzegovina. Gli aiuti all'Ucraina sono quasi tutti a carattere militare, e FMI Unione Europea e corporations stanno consegnando agli ucraini un futuro di austerity
    4 marzo 2023 - Maria Pastore
  • Sei parole per riportare subito la pace
    Conflitti
    Perché i pacifisti non le pronunciano?

    Sei parole per riportare subito la pace

    In tutte le piazze, i pacifisti hanno gridato “Stop War”, “Stop Putin”, ma di rado le sei parole che potrebbero davvero riportare subito la pace, “Stop all’espansione NATO all’Est!”, causa del conflitto. Sono parole che la NATO non vuole sentire. Ma con questo suo rifiuto, ci sta portando in guerra.
    1 marzo 2022 - Patrick Boylan
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.21 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)