Primo Maggio di lotta
Sotto la pioggia, si è tenuto in mattinata un convegno al quale erano presenti diverse personalità del mondo del lavoro, del sindacato e dell'attivismo.
La pioggia non era così forte sotto gli alberi del parco, ma ogni goccia sulle foglie era percepibile, come fosse un rullo di tamburi.
Il vero e proprio Primo Maggio, Taranto l'ha vissuto in mattinata in un'area più defilata del Parco Archeologico delle Mura Greche, in cerchio.
La sensazione prima ancora che arrivassero gli attesi ospiti del convegno era quella dell'inizio di una battaglia, i tarantini si guardavano, magari non andavano d'accordo, magari i loro sguardi non prendevano le stesse direzioni, ma tutti giungevano verso un unico punto.
Perchè a Taranto non mancava solo la parola in libertà, ma mancava anche il dibattito e non il dibattito sul vapore acqueo che secondo alcuni esce dalle ciminiere, il dibattito serio, quello costruttivo, che come obiettivo, seppur attraverso modalità differenti, ha il cambiamento.
A Taranto è arrivata la democrazia partecipata e il convegno intitolato “Ambiente e lavoro…Futuro? Ma quale Futuro?”, moderato dal giornalista Gianluca Coviello, ne è stata un'espressione.
Gli ospiti presenti erano Pino Aprile, giornalista, meridionalista, Maurizio Landini, segretario generale della FIOM, Giorgio Cremaschi, sindacalista, membro della segreteria nazionale della CGIL, Ugo Mattei, giurista ed editorialista del Manifesto e Giuseppe De Marzo, giornalista e attivista di Libera.
Ha esordito Pino Aprile, parlando delle storie che ha raccolto nel suo nuovo libro "Il sud puzza" e di come Taranto sia un esempio per tutti i territori meridionali martoriati dall'inquinamento e dalla cattiva politica.
Negli ultimi anni, insieme alla disoccupazione è sembrata nascere nel Meridione un'insofferenza verso le ingiustizie che prima si accettavano passivamente.
Per dirla con le parole di Pino Aprile, il sud ha iniziato a sentire la puzza.
Si è parlato di Taranto, del metodo Ercolano e di come questo territorio si stia svegliando tutto assieme ed era molto bello che tra il pubblico ci fosse anche il Prof. Marfella dell'Istituto Tumori "Pascale" di Napoli, testimone di un'altra realtà ancora più martoriata come la "Terra dei fuochi".
Poi ha parlato Giuseppe De Marzo che ha spiegato come l'ecologia e la giustizia sociale debbano necessariamente andare insieme e di come non possa esistere alcun tipo di giustizia sociale in un territorio martoriato dall'inquinamento, citando esempi dell’America Latina.
E di conseguenza, dunque, l'inquinamento favorisce la povertà e la povertà, in ultimo, le mafie.
Un sillogismo che Libera sta provando a combattere con il dossier “Miseria Ladra” contro la povertà, progetto a cui partecipa lo stesso De Marzo.
In seguito, è stata la volta di Ugo Mattei che ha parlato di beni comuni, di come nel momento in cui l'inquinamento preclude terra e acqua, la giustizia sociale diventa impossibile, perchè l'unico bene rimasto è quello privato in cui bisogna andare a lavorare senza lasciare il minimo spazio ai tentativi di emancipazione attraverso nuovi settori economici.
Il settore economico diventa uno solo e anche monopolizzato.
Dunque, Giorgio Cremaschi, unico nella segreteria nazionale della CGIL ad aver proposto un documento diverso da quello del segretario Camusso che ha evidenziato come la giustizia nei confronti degli inquinatori abbia ormai dimostrato di essere giustizia di classe e vada, quindi, trattata come tale.
Il momento più atteso forse, quello di Maurizio Landini, viene fermato da un minuto di silenzio, per i nostri fratelli, per i nostri fratelli più piccoli e perchè anche oggi a Taranto verranno celebrati tre funerali, come, ormai, tutti i giorni.
Maurizio Landini ha preso la parola con discreto coraggio, ma non ha detto nulla di nuovo.
Ha parlato di nazionalizzazione dell'impianto, di ambientalizzazione, di crescente richiesta dell’acciaio nel mondo, affermazione contestata da parte del pubblico che, però, ha ascoltato con attenzione e compostezza.
Infine, ha preso la parola Cataldo Ranieri dei Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti che ha parlato chiaramente del fermo della fabbrica, concetto ribadito anche da Angelo Bonelli leader dei Verdi e consigliere comunale di Taranto, per salvare la sua famiglia dall'inquinamento "come fa un buon padre di famiglia".
Egli ha accusato anche duramente la FIOM di aver ricevuto, ma di non aver recepito le sue segnalazioni degli anni scorsi sulla situazione dell’ILVA.
Alle parole di Landini è seguita una decisa contestazione nei suoi confronti, seguendo quella situazione di rottura che ormai si protrae da anni tra i Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti e gli attivisti e i sindacati confederali.
Il convegno si è protratto poi in interventi da parte del pubblico, tante idee, tanti progetti, magari inizialmente paralleli, a tratti addirittura incidenti, ma che si incontrano in un unico obiettivo che sarebbe stato scandito da centomila voci qualche decina di minuti dopo:
TARANTO…LIBERA!
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